In un mondo normale il gesto avrebbe sollevato solo biasimo. Non negli USA del 2020, però, e la compagnia si deve giustificare…
Sta diventando un caso capace di scatenare una ridda di decine di migliaia di messaggi quanto denunciato da un giovane e baldanzoso influencer statunitense. Del tutto sconosciuto agli internauti del Vecchio continente ma con un seguito piuttosto nutrito (circa 400mila follower) al di là dell’Oceano, il protagonista della vicenda è Brandon Straka, una sorta di Sgarbi italiano senza avere né la medesima cultura né lo stesso carisma, insomma, più uno sterile provocatore che, però, si autodefinisce “attivista politico”. Dal suo account Twitter ha denunciato di essere stato costretto a scendere perché ha rifiutato di indossare la mascherina anti Coronavirus. E, sorprendentemente, i messaggi di supporto sono stati tantissimi, così numerosi che la compagnia aerea che lo ha lasciato a piedi è dovuta intervenire per assicurare un approfondimento sulla vicenda.
L’influencer rimasto a terra
Veniamo ai fatti. Brandon Straka è stato fatto scendere dal volo dell’American Airlines AA1263 da New York a Dallas per essersi rifiutato di indossare una mascherina. Via Twitter racconta che, dopo essersi rifiutato di indossarla, ha fatto notare agli assistenti di volo che non stava violando alcuna legge americana ma, al più, un regolamento interno della compagnia. Dopodiché, dice, è stato fatto scendere. “Sono stato fatto scendere dal mio volo per non aver indossato una mascherina. È la prima volta che succede. Non è una legge federale”, ha riportato.
I was just removed from my flight for not wearing a mask. 1st time this has happened. Not a federal law. @AmericanAir staff standing over me telling me it’s THE LAW. So much for “please respect those who can not wear a mask”. When I pointed out this wasn’t a law I was removed.
— Brandon Straka (@BrandonStraka) June 17, 2020
In un mondo normale, l’episodio avrebbe dovuto raccogliere più biasimo che approvazione. Ma l’America di Donald Trump (il primo a dire del virus tutto e il suo contrario), non ha certo troppi buoni esempi da seguire. E sul Web è scoppiato il finimondo. L’influencer si è beccato diversi insulti, molti hanno riconosciuto il diritto a viaggiare in sicurezza, tutelati dal Covid-19 ma, i più, sorprendentemente, hanno indirizzato una pletora di invettive ai danni della compagnia.
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C’è persino chi ha giurato che non avrebbe più volato con loro. Risultato? Il clamore è stato tale che la stessa American Airlines è intervenuta nel flusso dei tweet per assicurare di fare luce sull’incidente. Una risposta dovuta, certo, ma che in un territorio tanto ostile è subito sembrata una mezza assunzione di responsabilità.
La versione della compagnia
American Airlines ha confermato l’incidente a bordo del volo 1263 da LaGuardia di New York a Dallas / Fort Worth. Le intemperanze dell’influencer, nella ricostruzione del vettore, hanno anche costretto l’aereo a decollare con ritardo: “il passeggero dopo essersi rifiutato di rispettare le istruzioni fornite dall’equipaggio, è stato fatto scendere dai membri del nostro team. A causa dello sbarco il volo ha lasciato il gate con quattro minuti di ritardo, alle 12,34”. Straka avrebbe anche addotto motivazioni legate al suo stato di salute che però non sarebbe riuscito a documentare al personale di volo.
Flight Attendant: Excuse me, sir, do you have a condition that prevents you from wearing a mask?
Me: Yes.
Flight Attendant: May I ask what that is?
Me: Sanity.
— Brandon Straka (@BrandonStraka) June 17, 2020
La vicenda finirà in tribunale?
Immediatamente la vicenda è finita sui quotidiani statunitensi e Straka su un buon numero di emittenti radiotelevisive, facendo ancora più rumore di quanto già non avesse sortito sui social. L’influencer ora minaccia cause, ma anche la compagnia avrebbe la possibilità di citarlo in giudizio, così come tutti i passeggeri che sono dovuti partire in ritardo e che hanno visto minacciata la propria salute dal suo gesto. Quasi sicuramente, Straka, noto per finanziare il suo bizzarro attivismo politico vendendo t-shirt sulle quali scrive “amiamo Trump” o “Made in China” con tanto di Covid-19 stilizzato, ha già ottenuto la notorietà sperata e non proseguirà ulteriormente la questione.