Il social network nasconde l’intervento del presidente degli Stati Uniti sui disordini di Minneapolis
Trump vs Twitter. La bizzarra scazzottata tra l’uomo più forte e sguaiato del mondo e il social network meno popolare del pianeta (fratello minore di Instagram e Facebook ma comunque amatissimo dai politici) prosegue. Soltanto qualche giorno fa l’uccellino blu aveva osato beccare il suo utente più attivo, bollando gli interventi presidenziali come “da verificare”, nell’ambito del rinnovato impegno di Twitter nel contrasto alle fake news. Ora ha invece nascosto l’ultimo cinguettio dell’inquilino della Casa Bianca. E già si attende che l’intervento scateni nuovamente tutta la rabbia scomposta del presidente degli Stati Uniti d’America.
Trump vs Twitter, siamo solo agli inizi
La falce della censura ha dimezzato l’intervento di Trump sui disordini di Minneapolis. L’inquilino della Casa Bianca, con la rozzezza che lo contraddistingue, aveva infatti scritto: «Quando iniziano i saccheggi, si inizia anche a sparare». E ancora: «Non posso star qui a guardare quel che succede in una grande città americana, Minneapolis. Una totale mancanza di leadership. O il debolissimo sindaco di estrema sinistra Jacob Frey si dà una mossa, o manderò la Guardia nazionale per fare il lavoro che serve». Mezza esternazione è però sparita sotto un “bollino” grigio che spiega: «Questo Tweet ha violato le Regole di Twitter sull’esaltazione della violenza»
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In realtà non si tratta di una censura vera e propria, ma di una sorta di adesivo virtuale apposto sul tweet originale, che continua a essere leggibile ma richiede un clic in più. Da Twitter fanno sapere che ” in rari casi, possiamo decidere di lasciare un Tweet, scritto da un rappresentante governativo o eletto dai cittadini, che altrimenti verrebbe rimosso. In tale ipotesi, posizioneremo il Tweet dietro a un avviso che spieghi il contesto della violazione e consenta alle persone di cliccare per visualizzare il Tweet. Posizionare un Tweet dietro questo avviso limita anche la possibilità di interagire con il Tweet tramite Mi piace, Retweet o condivisione su Twitter e assicura che il Tweet non venga consigliato in base all’algoritmo di Twitter. Queste azioni hanno lo scopo di limitare la copertura del Tweet mantenendo la capacità del pubblico di visualizzarlo e discuterne”.
Al momento alla Casa Bianca tutto tace. Ma gli ultimi screzi con la piattaforma avevano già fatto pronunciare al suo inquilino frasi minacciose: «I Repubblicani ritengono che le piattaforme di social media mettano a tacere completamente le voci dei conservatori. Le regoleremo con la forza oppure le chiuderemo prima di permettere che questo accada». Per questo, con ogni probabilità, siamo appena agli inizi di questa singolare lotta Trump vs Twitter.