Moratoria di un anno: le forze dell’ordine non potranno usare Rekognition
In un breve comunicato Amazon ha annunciato di aver sospeso per un anno l’utilizzo della propria tecnologia di riconoscimento facciale – Amazon Rekognition – messa finora a disposizione anche della polizia. Dopo la morte di George Floyd, l’afroamericano soffocato e ucciso da un poliziotto a Minneapolis, sono esplose le proteste (pacifiche, ma anche violente) che hanno risollevato la storica questione del razzismo negli Stati Uniti. «Siamo convinti che i governi debbano mettere in atto norme più severe per disciplinare l’uso etico della tecnologia del riconoscimento facciale – si legge nel documento di Amazon – e nei giorni scorsi il Congresso americano sembra abbia voluto affrontare questa sfida. Speriamo che questa moratoria di un anno possa dare al Congresso abbastanza tempo per ottenere regole appropriate. Siamo pronti a dare il nostro contributo se richiesto».
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Amazon non è soltanto e-commerce
Come scrive il New York Times, la multinazionale di Jeff Bezos non ha dato alcuna spiegazione esplicita per questa moratoria sulla tecnologia del riconoscimento facciale per quanto riguarda le forze dell’ordine, ma è probabile che la scelta sia il frutto del clima attuale e delle preoccupazione della popolazione afroamericana. Ma Amazon non lavorava soltanto sull’e-commerce? L’azienda, in realtà, è tra le più attive nello sviluppo della tecnologia e sembrerebbe stata anche la più spregiudicata fino a questo momento.
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La scelta del gigante del commercio elettronico è stata accolta con favore da associazioni come la American Civil Liberties Union, preoccupate di quanto un utilizzo sregolato del riconoscimento facciale possa penalizzare soprattutto le minoranze. Amazon ha specificato che la propria tecnologia Rekognition continuerà ad essere fruibile come strumento per il Center for Missing and Exploited Children e contro la tratta degli esseri umani.