Ha investito in aziende anche negli Stati Uniti. La sua banca collabora con i giganti asiatici. Da anni Xi Jinping punta a ridimensionare il peso di queste figure
La banca d’investimento China Renaissance ha comunicato che il suo amministratore delegato e fondatore Bao Fan, di cui non si hanno notizie dal 16 febbraio, starebbe collaborando con indagini non meglio specificate portate avanti dalle autorità di Pechino. Formula che non fa luce più di tanto sulle sorti di uno dei miliardari e figure di riferimento del panorama startup cinese. Di Bao Fan si sono perse le tracce a metà mese e non è certo la prima volta in cui un profilo di spicco del settore Big Tech sparisce dalla circolazione per giorni, settimane o mesi. Uno dei precedenti più eclatanti ha coinvolto nel 2020 Jack Ma, fondatore di Alibaba.
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Prima di fondare China Renaissance nel 2005, Bao Fan ha lavorato in Morgan Stanley e Credit Suisse. Tra i primi a collaborare con soggetti come Tencent e Alibaba, ha anche investito all’estero: negli Stati Uniti in Nio e Li Auto. Ha poi aiutato Baidu, la Google cinese, e JD.com a completare le proprie quotazioni nella Borsa di Hong Kong. Il fatto che di Bao Fan non si abbiano più tracce da giorni ha suggerito a diversi osservatori che ci si trovi di fronte a un nuovo caso Jack Ma.
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Fondatore di Alibaba, il gigante ecommerce, Ma era sparito dalla circolazione nel 2020 e per tre mesi nessuno ha saputo che fine avesse fatto. Una volta riapparso in pubblico, ha cambiato drasticamente la propria agenda, intervenendo molto di meno agli eventi e mantenendo un basso profilo. Tre anni fa Ma si era inoltre scontrato col fallimento della quotazione in Borsa di Ant, la sua società, che stando alle attese avrebbe dovuto chiudere un’IPO da 37 miliardi di dollari. Sembrerebbe che al momento Ma viva a Tokyo. L’esposizione mediatica dei miliardari cinesi e la crescita impetuosa delle Big Tech ha attirato negli anni le attenzioni e le critiche del leader Xi Jinping, che punta a ridimensionarne il raggio d’azione.