Nell’Innovation Center Giulio Natta di Giussago (Pavia) si lavora dal 1996 su agritech, intelligenza artificiale ed economia circolare. Nei suoi spazi operano diverse startup. La nostra intervista al Ceo Piero Manzoni
C’è un luogo, al confine tra Milano e Pavia, dove si fa innovazione dal 1996, senza alcuna interruzione. Oggi si chiama Simbiosi, ma fino a qualche anno fa era NeoruraleHub, e consiste in un grande progetto di riqualificazione di una porzione della Pianura Padana. Qui, grazie a evolute tecnologie agritech, sono state ricreate le stesse condizioni di fertilità e biodiversità di 1000 anni fa, prima che arrivasse l’agricoltura. Un’idea che è stata sviluppata senza utilizzare alcun prodotto chimico, ma soltanto attraverso tecniche e strumenti tech. Si tratta della prima NBS (Nature-Based Solutions) Valley in Italia che si fonda su un nuovo e semplice paradigma economico, sociale e ambientale: applicare le soluzioni adottate dalla natura ai contesti produttivi. Nella nuova puntata con il nostro Viaggio in Italia siamo andati alla scoperta di questo distretto tanto innovativo quanto affascinante alle porte di Milano.
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Nel parco innovativo di Simbiosi
Immerso nel verde, a Giussago (Pavia) sorge l’Innovation Center dedicato a Giulio Natta, ex premio Nobel per la Fisica nonché pioniere nell’economia circolare fin dagli anni Settanta. Natta era dedito proprio allo sviluppo di tecnologie, soluzioni e brevetti impiegabili in molte applicazioni finalizzate al risparmio di risorse naturali (aria, acqua, materiali e suolo) ed energetiche.
Ad attenderci ci sono Piero Manzoni, co-fondatore e CEO di Simbiosi e Vincenzo Della Monica, marketing manager di Simbiosi. «Qui portiamo avanti diversi progetti: oltre alla riqualificazione dell’area, consistente in circa 500 ettari di terreno che sono stati riportati indietro di mille anni, collaboriamo con diverse aziende agricole per trasformare i loro prodotti in materia completamente circolare e richiamiamo una serie di startup alle quali offriamo la possibilità di entrare a far parte del nostro network, a volte investendoci noi stessi come venture capitalist», spiega Manzoni. L’obiettivo è avviare «la ricostruzione di un luogo neo-rurale perché dopo lo spopolamento delle periferie vogliamo riportare qua giovani innovatori».
Secondo una serie di analisi, nei grandi agglomerati urbani vivrà l’80% della popolazione mondiale: oggi siamo al 54% e 250 anni fa eravamo al 10%. «Immaginiamoci come possano vivere 7 miliardi di persone su appena il 3,5% della superficie terraquea, che è la porzione di terra occupato dalle città. Non è questo il futuro dello sviluppo», commenta l’amministratore delegato.
Una mission molto ambiziosa quanto ben riuscita perché in Simbiosi, oggi, sono diverse le startup che lavorano e che hanno messo le basi per studiare le proprie idee. Simbiosi offre anche alle piccole aziende la possibilità di avvalersi di percorsi di accelerazione e di incubazione. «Ci piace definirla “innovazione dolce“; quella spinta in più che proviene dall’unione di due o più idee innovative – spiega Manzoni – Che poi è quello che qui abbiamo sempre fatto dal 1996».
Le startup in Simbiosi
Spaziano dall’Agritech all’intelligenza artificiale, per passare alla promozione dell’economia circolare fino al riutilizzo di materie di scarto. In Simbiosi convivono diverse realtà che hanno scelto proprio il distretto come sede per fare innovazione. Tra queste, ci sono MKM, che guarda all’innovazione nel campo della raccolta dei rifiuti urbani con cestini “intelligenti” per lo smaltimento dei rifiuti, verso l’utilizzo dell’energia pulita e della tecnologia per la semplificazione dei processi; Planeat.eco, che offre ad aziende e consumatori pause pranzo anti-spreco, con kit in contenitori compostabili di ingredienti porzionati e pronti alla cottura, verso scelte consapevoli e ragionate delle proprie abitudini alimentari; Local Green, che si occupa di vertical farming; Smush Materials per la creazione di packaging 100% naturale e biodegradabile grazie al micelio, l’apparato radicale dei funghi che permette di trasformare sottoprodotti industriali agroalimentari in materia prima; Youfarmer, che si occupa della consegna a domicilio di frutta e verdura fresca e controllata proveniente dalla aziende agricole che si trovano intorno a Milano.
In Simbiosi troviamo anche Crickeat, che nei laboratori produce proteine alternative come quelle derivanti dal grillo; Xfarm Technologies; Crover, che monitora l’umidità all’interno degli essiccatori; Mangroove, che estrae acqua dolce da quella salata; Seve che realizza filtri per le acque reflue dagli scarti di alluminio. Non ultima, Risus, da poco ospite dell’Innovation center, che sta studiando un tipo di riso non liofilizzato che può essere preparato in soli due minuti.
Riqualificare per innovare
Nel distretto di proprietà della famiglia dell’ex Premio Nobel per la Fisica sono nate una serie di soluzioni che utilizzano i concetti della blue economy, dell’economia circolare, osservando e studiando l’efficienza degli ecosistemi naturali per replicare quanto fa la natura nell’ottimizzazione dell’uso delle risorse a servizio dell’industria. Ma non finisce qui. «Dopo la rinaturalizzazione del territorio, avvenuta a partire dal 1996, non solo hanno preso forma nuove tecnologie per le industrie, l’agritech e l’economia circolare, ma c’è stata anche una riqualificazione delle cascine che si trovano su questi ettari – concludono il CEO e il Marketing Manager – Una è, appunto, diventata l’Innovation Center, altre case per gli stessi dipendenti, altre ancora vengono date alle startup in affitto, verso un concetto ampliato di “smart land“: esempio funzionale di come le grandi città potrebbero risolvere le problematiche legate all’approvvigionamento energetico, allo smaltimento della CO2 e ai rifiuti».
E a parte i cavalli e gli uri, che sono stati importati dalla Camargue, altri animali, come la martora, l’airone o il capriolo sono arrivati qui da soli. Si tratta di un modello di sostenibilità realizzabile su larga scala che Piero vorrebbe portare oltre i confini nazionali. «Siamo al lavoro per replicare Simbiosi anche in alcune zone dell’Africa e del Nord America».