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L’iniziativa, giunta alla quinta edizione, va alla scoperta dell’era della co-creazione, il momento in cui più attori compartecipano a campagne e iniziative che coinvolgono i brand
Nel secondo appuntamento della quinta edizione di BreakfaStories, le “colazioni virtuali” promosse da OBE – Osservatorio Branded Entertainment, l’associazione che studia e promuove la diffusione sul mercato italiano del branded entertainment come leva strategica per la comunicazione integrata di marca, in collaborazione con PHD Media Italia, agenzia media di comunicazione e marketing di Omnicom Media Group, e Ciaopeople, gruppo editoriale digitale leader nell’informazione e nell’entertainment online che raggiunge mensilmente il 70% delle persone connesse a Internet e può contare sulla community social più grande in Italia (fonte Comscore 2022), si è indagato quel mondo troppe volte sottovalutato della co-creazione. Nell’era digitale, l’evoluzione dei nuovi supporti mediali ha aperto ai fruitori di contenuti la possibilità di partecipare alla co-creazione di campagne e iniziative. E crescono anche le competenze di figure professionali esterne alle aziende che costruiscono sempre più spesso contenuti non “per” ma “con” i brand. In che modo oggi il coinvolgimento della community diventa strategico per la realizzazione di prodotti o servizi e per la costruzione di progetti di marketing e comunicazione? Quali sono le nuove skills e i nuovi processi richiesti per gestire in modo efficace una creazione davvero inclusiva? A queste domande hanno risposto Laura Cozzi, Head of Individual Donors Acquisition di ActionAid; Andrea Moccia, direttore editoriale e fondatore di Geopop e Davide Neri, Marketing Country Lead di Hasbro. Gli incontri, moderati dal giornalista e direttore editoriale di StartupItalia, Giampaolo Colletti, vogliono aprire uno sguardo sul mondo dei brand fornendo riflessioni e suggerimenti in merito ai grandi cambiamenti in atto nella comunicazione e nell’entertainment. Il tutto in 45 minuti, da remoto e in presenza.
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L’importanza dell’ascolto
«Stiamo entrando in una fase di neo-rinascimento, dove si scoprono le cose – commenta Andrea Moccia, direttore editoriale e fondatore di Geopop – Il 35-40% dei nostri contenuti proviene dai feedback ricevuti e abbiamo introdotto un form dove si possono inserire consigli e idee per l’ideazione di video. Ogni giorno ne riceviamo talmente tanti che non riusciamo a leggerli e la cosa sorprendente è che dalle persone arrivano idee veramente interessanti. Abbiamo formulato una serie di episodi interamente basati sui feedback, certo è che per interessare ci deve essere un contenuto». E i dati lo confermano. Secondo la ricerca di PHD sul tema delle “stranger skills”, 6 persone su 10 considerano la collaborazione un aspetto fondamentale per sbloccare la creatività. Centrali sono le professioni legate all’AI e al game commerce, con la creazione di prodotti virtuali che spingono alla vendita.
«Da anni non parliamo più di consumatori ma di community, che è al centro dei nostri progetti – afferma Davide Neri, Marketing Country Lead di Hasbro – Ci inventiamo sempre nuovi modi per includere i feedback che riceviamo dai nostri giocatori e, in questo senso, avvalersi di figure centrali come il community manager è fondamentale, anche perché si andrà verso un mondo in cui non c’è più distinzione tra chi crea e chi consuma». Di co-creazione anche ActionAid si occupa da tempo. «Ci siamo rivolti a creator che avessero la capacità di ‘prendere in giro’ il nostro settore e anche il nostro pubblico; è stato un esperimento ma da quel momento abbiamo capito che quella era la strada giusta da perseguire. Ci avvaliamo di figure professionali come il content manager e si è aperta una strada nuova per il nostro settore perché il branded content è molto utile per raccontare il nostro campo d’azione grazie all’intrattenimento. Cerchiamo di far ridere in modo intelligente ma anche di dare un po’ di informazione su come va il resto del mondo», commenta Laura Cozzi, Head of Individual Donors Acquisition di Action Aid. E in tutto questo, la versatilità e la capacità di saper guardare uno stesso progetto da più angolazioni risulta essere tra le soft skills più richieste dalle aziende.