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La scaleup Unobravo ha supportato oltre 90mila pazienti. Ma si sta impegnando anche nel B2B. L’intervista a Lucia Pecoraro, Referente clinico della formazione
La salute mentale non è più un tabù. Tantissime persone si stanno prendendo cura di se stesse, concedendosi tempo. In molti casi è la soluzione per scrollarsi di dosso insicurezze, liberarsi di attività negative se non tossiche. Ma così succede con i singoli. Se parliamo invece di aziende, dunque organizzazioni complesse e gerarchiche dove tanti individui lavorano, spesso da remoto, come è possibile intervenire? Unobravo, la scaleup che da anni si occupa di fornire sedute di psicoterapia online, ha voluto raccontare ai lettori di StartupItalia quello che sta sviluppando nella propria offerta B2B. Come si può aiutare le imprese, che siano startup o grandi aziende, a migliorare il benessere interno?
Unobravo per le aziende
«Il servizio per le aziende è nato un anno fa – ci spiega Lucia Pecoraro, Referente clinico della formazione di Unobravo – e da allora abbiamo coinvolto 50 realtà, adottando sempre uno sguardo clinico su ogni situazione». L’offerta contempla workshop dal vivo e webinar per consentire una fruizione più comoda alle aziende che adottano lo smart working. In ciascuna situazione si parte da un tema condiviso a monte con i responsabili aziendali, poi sviluppato in un’ora e mezza circa.
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Il primo workshop organizzato da Unobravo con un’azienda cliente ha toccato il macrotema dell’empowerment femminile. Questione che riguarda non soltanto le donne, ma tutti i componenti dell’impresa. «Abbiamo discusso di come abbattere gli stereotipi, di come valorizzare i rapporti interpersonali per rafforzare il lavoro di rete e colleganza». Non una formalità o un freddo corso di formazione, ma un momento per porsi domande rispetto al proprio agire quotidiano nell’ambiente lavorativo.
Benessere e produttività
Nel raccontarci come opera la scaleup, Pecoraro ha rimarcato il tema dalle competenze su cui si è sviluppata questa unit di Unobravo. «Ho iniziato come terapeuta dentro Unobravo. Ora sono a capo di un team verticale sul B2B e composto a sua volta da soli terapeuti». Sono loro che si interfacciano con imprenditori e imprenditrici che, magari, già offrono convenzioni ai propri dipendenti per sedute di psicoterapia. Alcuni, però, vogliono fare un passo ulteriore.
Se è vero che sono tante le aziende che negli ultimi tempi hanno aperto gli occhi sulla salute mentale, grazie anche alla spinta dei propri dipendenti, ora il benessere dell’organizzazione è un trend che Unobravo ha l’intenzione di intercettare. «Lo confermano gli studi: tutto questo ha ricadute evidenti sulla produttività». Sono diversi gli esempi di workshop e webinar organizzati nell’ultimo anno dalla startup. «In un caso abbiamo partecipato a un ritiro aziendale. Il nostro contributo ha riguardato il time management: sappiamo quanto la gestione del tempo possa essere fonte di stress». Abituata da sempre a lavorare con l’online, Unobravo fa leva sulle funzioni degli strumenti da remoto per organizzare webinar.
«L’online è casa nostra – commenta Pecoraro -. Abbiamo tradotto alcune attività che si facevano in presenza, sfruttando ad esempio un canvas. Su Meet dividiamo i partecipanti in gruppi di lavoro. Il tutto permettendo alle persone di inserire questa attività in una giornata lavorativa, senza stress». Nel 2023 Unobravo è diventata Great Place to Work, traguardo importante per ciascuna azienda che punti a offrire un posto di lavoro dove le persone possano crescere, impegnarsi e stare bene.
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«Il benessere aziendale è un punto fondamentale, a cominciare da quel che facciamo. Partiamo sempre dall’interno per capire cosa possiamo fare per gli altri». L’attenzione clinica o, come dice Pecoraro, «il colore che mettiamo nelle attività» è il risultato di ciò che Unobravo svolge per i propri dipendenti e terapeuti. «Operiamo e lavoriamo in full remote. Sperimentiamo i workshop durante i nostri ritiri aziendali». Così poi da trasferire quanto appreso per migliorare il benessere in contesti differenti.
Danila De Stefano, Ceo Unobravo
Colleghi, non monadi
Un altro esempio che rende l’idea del potenziale impatto di queste attività riguarda la gestione di situazioni potenzialmente critiche. «Ci siamo occupati di un corso organizzato ad hoc per un’azienda, una struttura residenziale per studenti». Fragilità, insicurezze e paure riguardano da sempre l’adolescenza e la prima età adulta: ed è importante prenderne atto senza sterili dibattiti su una generazione di presunti bamboccioni. «Abbiamo spiegato ai dipendenti come capire i segnali di disagio. Ovviamente non con l’ottica di farli diventare psicologi, ma attivando training molto concreti e dando loro un metodo per eventualmente intervenire. Abbiamo, inoltre, sostenuto e supportato anche le eventuali paure che avevano i dipendenti nel doversi trovare a confronto con tali difficoltà».
Dopo aver contribuito a rendere accessibile la psicoterapia grazie al digitale, abbattendo non pochi stereotipi, Unobravo mantiene la medesima mission per quanto riguarda le organizzazioni. Dalla fondazione la scaleup ha supportato oltre 90mila pazienti in percorsi di crescita personale o lavorativa. «Con le aziende – conclude Pecoraro – manteniamo quello sguardo clinico, frutto della nostra professione. Ci interessa collaborare a quattro mani con loro per proporre eventi e occasioni di vero scambio». Di fondo c’è un’idea che Unobravo vuole trasferire, quella della colleganza, aiutando le persone a sentirsi parte di un gruppo e non monadi sempre da remoto. «Vogliamo attivare qualcosa nelle persone e nelle aziende. Ecco perché è sempre uno scambio reciproco: siamo i primi a creare e mantenere sempre aperto un canale di confronto e di co-costruzione delle attività con le aziende».