Il primo cittadino si è espresso sulla legge appena entrata in vigore nella Grande Mela: gli host possono affittare soltanto appartamenti in cui risiedono
Il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha preso posizione su un argomento chiave per il futuro delle città, soprattutto dei comuni che attirano centinaia di migliaia di turisti all’anno. «Non si può avere più di 20mila appartamenti dedicati agli affitti brevi», ha spiegato il primo cittadino riferendosi alla situazione del capoluogo lombardo. «Bisogna lavorare sul numero di giornate. Ce l’ho con chi in questi anni ha fatto razzia di appartamenti per poi metterli sul mercato con affitti brevi». A luglio sotto la Madonnina si è registrato un +30% di arrivi (quasi 900mila persone) rispetto allo stesso mese del 2019, segno che si è andati oltre le cifre del pre pandemia. Secondo Sala le possibili nuove misure per regolamentare il settore non andrebbero in alcun modo a colpire il turismo.
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Su StartupItalia ci siamo occupati proprio nei giorni scorsi di quel che sta accadendo a New York, metropoli presa ad esempio dal sindaco di Milano Sala per la gestione degli affitti brevi e il contenimento del fenomeno Airbnb. «La nostra non è una crociata contro Airbnb, si tratta semplicemente di proteggere la politica abitativa e far rispettare la legge», ci ha detto il procuratore Christian Klossner. Da pochi giorni a New York è in vigore una nuova legge che pone limiti agli host: ad esempio possono mettere in affitto per brevi periodi soltanto appartamenti dove risiedono.
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Anche altre città in giro per il mondo, da Amsterdam a San Francisco, hanno attuato piani per arginare il fenomeno Airbnb. Milano potrebbe scegliere di seguirne l’esempio proprio per ridurre situazioni divenute ormai cicliche, con prezzi alle stelle in occasione dei principali eventi milanesi. «Il caso, anche un po’ eclatante, di New York è un riferimento», ha spiegato Sala.