Milano è ancora al centro dell’innovazione? Sui social, un post pubblicato da Alessandro Risaro, co-founder di Datapizza (una community di appassionati del tech che su Instagram conta oltre 158mila follower), ha scatenato un acceso dibattito. Datapizza è nata proprio nel capoluogo lombardo, da un’idea di Alessandro e Pierpaolo D’Odorico, ventiquattrenni di Lodi e Udine con una laurea magistrale in Data Science. «Questa realtà ha preso forma, per la precisione, in un appartamento vicino all’Università Bicocca di Milano che io e Pierpaolo condividevamo – racconta il co-founder Alessandro a StartupItalia – Siamo partiti dall’idea di creare una community che parlava di quello che oggi è il nostro presente: data science, big data, intelligenza artificiale. Instagram ci ha fatto da traino e, sin da subito, sul social abbiamo ottenuto un ottimo riscontro».
Nel 2021 l’obiettivo era quello di condividere informazioni ed esperienze di data science, machine learning, intelligenza artificiale e mondo del Tech: temi di cui non così spesso si sentiva parlare. Oggi Datapizza funge non più soltanto da “aggregatore” per i talenti italiani che studiano e lavorano su questi temi ma aiuta anche le aziende, come employer branding, a posizionarsi sul mercato oltre a offrire corsi di formazione e ad occuparsi del recruiting. La particolarità di questa realtà che è nata al centro di quello che viene definito il motore dell’innovazione d’Italia, Milano, è che da qui il team è partito per poi allargarsi decentralizzandosi. La domanda che sorge spontanea è, dunque, se il capoluogo lombardo sia ancora al centro dell’innovazione italiana. Lo abbiamo chiesto proprio ad Alessandro.
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Alessandro, per te Milano è ancora al centro dell’innovazione italiana?
Credo che il capoluogo non sia più al centro di tutto ma da un punto di vista geografico. Nel frattempo sono nati tanti poli dell’innovazione. Su due piedi mi vengono in mente, ad esempio, Roma e Torino, ma potrei citarne molti altri. Milano resta, comunque, una fucina di talenti e aziende che dà ancora la possibilità di cercare e trovare alcuni tra i migliori clienti, soprattutto nel nostro settore. Da un punto di vista di talenti scouting, quindi, direi che è ancora al centro, mentre non lo è più da un punto di vista prettamente territoriale.
Voi siete partiti da Milano per poi lavorare in fully remote. Come è avvenuto questo passaggio?
Si, esatto. Come accennavo, siamo nati in un appartamento vicino all’Università ma oggi lavoriamo completamente da remoto anche se la nostra sede è comunque registrata a Milano. Non c’è più un luogo fisico dove dover arrivare tutte le mattine per lavorare ma per lo si può fare da indipendentemente dalla nostra geolocalizzazione. E la nostra realtà si sta muovendo sempre di più in questa direzione, verso la massima flessibilità e lo smartworking.
Come è cresciuta la vostra realtà?
Ci siamo consolidati sia da un punto di vista di team: siamo partiti in due e oggi siamo in 12 che lavorano full time al progetto, che per quanto riguarda il business model. Il nostro fatturato è passato da 10.000 euro (possiamo dire “zero”) nel 2022 a oltre 450mila euro l’anno scorso. E oggi lavoriamo, appunto, in fully remote proprio grazie alle possibilità che ci offre il digitale.
L’immagine (ndr di cui sopra) è rappresentativa. Come vi state muovendo per ampliare la squadra?
Al momento inseriamo nel nostro team una persona al mese e ci stiamo sempre più decentralizzando, anche in modo più verticale, puntando sull’AI e su una modalità di lavoro sempre più flessibile e smart, affidando una certa dose di responsabilità ai componenti della nostra squadra. Per noi la fiducia è tutto, pertanto il requisito chiave affinché la squadra funzioni al meglio è proprio quello di fidarsi degli altri. Sembra una banalità ma non lo è per niente: pensiamo soltanto a quanti rapporti di lavoro finiscono proprio per mancanza di fiducia.
Come è cambiato in questo lasso di tempo il vostro business model?
Oggi lavoriamo soprattutto con le enterprise (tra queste ci sono Intesa Sanpaolo e Bosch) e puntiamo molto sulla formazione. Stiamo organizzando sempre più spesso, infatti, corsi, workshop e incontri su come inserire gli strumenti di intelligenza artificiale all’interno dei propri processi aziendali e nel campo del recruiting. Tra i nostri prossimi obiettivi c’è, senza dubbio, quello di offrire un servizio sempre più strutturato e verticale.