In attesa di SIOS23 Winter il prossimo 21 dicembre a Palazzo Mezzanotte, prosegue il nostro viaggio a ritroso nelle passate edizioni tra i personaggi più pop che hanno calcato il palco di StartupItalia Open Summit. Per questa seconda puntata in scena Manuelito Hell Raton, musicista, produttore discografico e imprenditore protagonista di SIOS22 Sardinia
Seconda tappa del nostro viaggio nel tempo alla riscoperta dei personaggi più pop che sono stati ospiti dei nostri ultimi StartupItalia Open Summit, in attesa di svelare tutti i protagonisti e le novità che vi attendono al SIOS23 Winter del 21 dicembre a palazzo Mezzanotte a Milano. Musicista, produttore discografico, imprenditore, manager, fondatore del collettivo Machete Crew, paracadutista. Manuelito Hell Raton, artista a tutto tondo con una grande passione per i videogiochi, è stato nostro ospite a SIOS22 Sardinia.
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Il lato tech di Hell Raton
«La tecnologia ti mette a disposizione degli strumenti che per me sono stati una svolta. Mi sento un imprenditore che riesce a trasformare le proprie passioni in lavoro e devo sempre trovare un equilibrio tra il mio lato imprenditoriale e le mie passioni lavorative. Come un topolino mi infilo ovunque, sono curioso e mi piace imparare. Fa molto ridere che un elefante, che è un animale enorme, tema un topo, e penso che tenere un profilo basso anche sul lavoro possa fare tremare i più grandi – ha affermato Manuelito Hell Raton durante SIOS22 Sardinia – Nessuno scommetteva su di noi e nessuno voleva trasmetterci in radio, e alla fine siamo entrati prepotentemente nella scena musicale e ci siamo presi quello che era nostro. Anche se, arrivare prima non è sempre un vantaggio competitivo: quando raggiungi dei primati più volte poi sei il nemico da tirare giù e nessuno più apprezzerà quello che stai facendo. Nel voler arrivare sempre primi, dopo un po’, devi anche alzare la guardia».
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La passione per il gaming
13 anni fa esordiva con la sua etichetta indipendente, poi è arrivata Machete Gaming. «Alla base di tutto c’è la curiosità e io ho la fortuna che le mie società sono strutturate con persone che mi hanno sempre permesso di fare lo “scienziato pazzo”, vado via e torno con progetti folli. A volte va e a volte no, ma io ci devo provare e non voglio rimanere col dubbio di non averci provato». E in merito ai vantaggi apportati dalla tecnologia afferma: «Nel mio ambito, la tecnologia ha una rilevanza molto importante, penso anche al mondo del gaming. Oggi puoi realizzare un videogioco con la tecnologia ma anche in campo musicale si possono fare tantissime cose che 10 anni fa non si potevano fare. Io penso che una struttura, però, la rendano tale le persone che ne fanno parte. Un regista senza il direttore della fotografia non riuscirebbe ad avere quel risultato. Così come io, senza il mio team, non ce l’avrei fatta. Oggi siamo noi a dover scrivere le regole dei videogiochi, anche alla luce delle piattaforme di streaming che permettono di interagire con gli spettatori, a differenza di anni fa».
«Oggi chi è intrattenitore deve stare attento al politically correct ma, per contro, lo spettatore spesso non è educato e si ha il compito di fare educazione. Su Twitch, ad esempio, il pubblico, se lo impari ad educare, è moderato e sei contento che la tua filosofia venga trasmessa e rispettata. Quando c’è interazione puoi creare un dibattito costruttivo, per questo è nostro dovere scrivere le regole del gaming oggi». E di etica e filosofia Manuelito ne ha fatto qualcosa di più: «Con il mio team vogliamo creare un “comitato etico del gaming”. La rete io l’ho sempre amata perché è un habitat libero. Con questo comitato ci siamo resi conto che per i genitori c’è un tabù sul mondo dei videogiochi perché isola i ragazzi ma se questo accade è perché i giovani trovano più attraente la vita digitale di quella reale e allora chi è il colpevole di tutto questo? Il nostro compito è rendere la vita reale attraente come quella dei videogiochi e non è facile. Nella vita reale non puoi far comparire un drago e c’è stato uno studio che svela che il 30% dei ragazzi al giorno d’oggi sono meno empatici. Questo è dovuto al fatto che leggono meno. L’empatia, però, dovrebbe essere alla base di tutto. Io credo in una forma educativa dei videogiochi, mentre la GenZ è molto più reattiva e ricettiva ma comunica meno i propri sentimenti: si conoscono molto bene tra loro ma si sono creati dei muri. A genitori che non sanno come affrontare problemi a scuola consiglio di giocare con i propri figli una partita a FIFA, così si abbattono barriere e si sdoganano alcuni tabù».