Continua il nostro viaggio alla scoperta dei distretti dell’innovazione. Per farci guidare in questa puntata ci siamo rivolti a Giampaolo Piotto, professore di Astronomia all’Università di Padova
Abituati a pensare all’Italia come indietro in svariate classifiche, talvolta ci scordiamo che in determinati ambiti siamo nel gruppo di testa. Ad esempio, la space economy. Soltanto citarla ci fa pensare a grandi nomi come Elon Musk, Jeff Bezos, Richard Branson. Eppure è un terreno su cui il nostro paese mostra competenze, numeri e tecnologie di primo ordine. In questa nuova puntata del nostro Viaggio in Italia alla scoperta dei vari distretti dell’innovazione, ci siamo fatti accompagnare da Giampaolo Piotto, professore di Astronomia all’Università di Padova dove è anche direttore del CISAS (il Centro di Ateneo di Studi e Attività Spaziali “Giuseppe Colombo”). «Lo dico sempre: l’esplorazione spaziale è intrinseca negli esseri umani».
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Space economy: la via italiana
Il panorama della space economy italiana, come anticipato, fotografa numeri rilevanti a livello internazionale. Il nostro paese, secondo i dati pubblicati da Osservatori.net, è tra i nove Stati dotati di agenzie spaziali su cui viene investito oltre 1 miliardo di dollari all’anno; nel vecchio continente l’Italia è il terzo contribuente dell’ESA (l’Agenzia Spaziale Europea) con quasi 590 milioni di euro (fanno meglio soltanto Francia con oltre 1 miliardo e Germania con più di 968 milioni).
Per rapportare gli investimenti in ambito space economy è utile anche il valore della spesa rispetto al PIL nazionale: nel 2019 il paese ha investito lo 0,06%, collocandosi al sesto posto a livello globale dopo Russia, Usa, Francia, India e Germania. E finora ci siamo limitati ai numeri sul fronte del pubblico. Se ci spostiamo a livello privato e di venture capital, i finanziamenti a livello globale di startup superavano i 12,3 miliardi di euro (dato 2021), con centinaia di quotazioni in Borsa da parte di società attive nel settore dei satelliti e non solo. Nel corso degli ultimi anni sono diversi i fondi specifici sulla space economy attivati in Italia come Italia Space Venture e Primo Space.
Immaginarsi l’ambito della space economy come riservato soltanto a razzi e tecnologie che decollano è riduttivo. Possiamo invece includere nella space economy sia le aziende del reparto upstream (ovvero impegnate sui voli e sulle operazioni spaziali), sia quelle del downstream (ovvero realtà specializzate nell’utilizzo di operazioni spaziali per uso terrestre con prodotti e servizi che si basano ad esempio su tecnologie satellitari). Messa così, è chiaro che la space economy può avere ricadute notevoli sull’agritech e sul contrasto ai cambiamenti climatici.
«Sicuramente ci siamo attrezzati per tempo su questo settore – ci ha spiegato il professore Piotto – Direi da quando è cominciata l’avventura nello Spazio. Le nostre industrie sono coinvolte in moltissime attività. Leonardo e Thales Alenia Space sono le realtà storiche». In questo capitolo del nostro Viaggio in Italia alla scoperta del distretto space economy notiamo che i poli d’eccellenza sono diffusi su buona parte del territorio nazionale.
La geografia della space economy
«Non c’è una regione più forte dell’altra – ha precisato Piotto – troviamo eccellenze in Piemonte, in Veneto, nel Lazio, in Campania, in Toscana. Ritengo che tutto sia ben distribuito a livello territoriale». Tutti questi soggetti operano ciascuno nel proprio ambito, con servizi, prodotti e tecnologie specifiche per supportare sforzi pubblici e privati. Ma quali sono gli obiettivi più importanti da traguardare? Luna e Marte. «Bisogna costruire una base sulla Luna, da cui poi aver un punto di partenza per il Pianeta Rosso».
In uno degli ultimi numeri di Limes dedicato in parte alla space economy, si elenca il numero di aziende italiane del settore attive regione per regione. Guida il Lazio con 84 (di cui 78 a Roma), seguita da Lombardia con 37 (di cui 22 a Milano), Piemonte con 31 (di cui 30 a Torino) e Campania con 27 (di cui 17 a Napoli). A Milano Leonardo è attiva nel campo della robotica, nella Capitale avviene la produzione dei satelliti di Thales Alenia e nella vicina Colleferro Avio ha il centro di produzione del lanciatore Vega.
Space economy fa rima con startup, alcune delle quali oggi sono diventate i giganti del settore. Il contributo delle Big Tech alla space economy ha garantito non soltanto grandi risultati (come i razzi riutilizzabili di SpaceX), ma ha riacceso l’attenzione globale sull’esplorazione, motivando giovani imprenditori a buttarsi sul mercato. «La space economy è un insieme di attività scientifiche, con possibili applicazioni terresti. Dobbiamo per forza aprirci all’ignoto per la ricerca di risorse. Questo perché la popolazione continua a crescere e stiamo sfruttando il pianeta ben oltre le sue capacità».
Tutte le startup della space economy in Italia (in aggiornamento)
- AdapTronics produce dispositivi meccatronici adattivi per la logistica intelligente sulla Terra e nello Spazio. In particolare, l’azienda ha sviluppato una soluzione basata su una membrana elettrostatica multifunzionale per permettere la presa e la manipolazione di oggetti di qualsiasi forma.
- Aiko è una startup italiana che sviluppa software di intelligenza artificiale per l’automazione delle missioni spaziali.
- Apogeo Space è una startup specializzata nella progettazione e realizzazione di nanosatelliti.
- Argotec è una startup fondata nel 2008. L’azienda è riuscita a distinguersi fino ad essere selezionata dalla NASA. Qui trovate l’intervista al suo founder David Avino.
- Astradyne ha sviluppato una tecnologia innovativa per la produzione di circuiti stampati flessibili. Soluzione che potrà essere applicata a una varietà di sistemi spaziali come antenne, moduli abitativi, pannelli solari.
- Aviosonic Space Tech si occupa dal 2015 di sicurezza aerospaziale (programma SSA). Ha brevettato internazionalmente un sistema chiamato DeCAS (Debris Collision Alert System) che traccia in tempo reale la posizione dei detriti dei satelliti che rientrano in atmosfera.
- Cshark è una startup che si è specializzata nella progettazione di sistemi integrati di impianti IoT e comunicazione satellitare.
- D-Orbit è una startup che sviluppa prodotti e servizi per l’industria aerospaziale. Si occupa di smaltire la spazzatura cosmica ma anche di validazione di tecnologie in orbita. Qui la nostra intervista al Ceo Luca Rossettini.
- Eoliann è una startup che si occupa di stimare l’impatto economico dei danni provocati da eventi climatici catastrofici utilizzando dati satellitari e algoritmi di intelligenza artificiale.
- Hipparcos è specializzata nello sviluppo e produzione di innovativi star-trackers, ovvero sistemi basati su set di telecamere installate a bordo di satelliti per l’identificazione della loro posizione nello spazio con elevata precisione in base al posizionamento relativo delle stelle.
- Involve Space è una startup che propone lanci aerospaziali a costi contenuti e con un’attenzione alla ecosostenibilità.
- Kurs Orbital sviluppa una soluzione per la logistica spaziale basata su una tecnologia proprietaria per l’aggancio di satelliti in orbita. In particolare, Kurs Orbital mira ad offrire servizi per l’ispezione e manutenzione di satelliti favorendone l’estensione della vita utile.
- Latitudo 40 è una startup che ha creato una piattaforma per trasformare le immagini satellitari in informazioni geospaziali a supporto delle decisioni quotidiane
- Leaf Space è una startup specializzata nella fornitura di servizi di ground segment per microsatelliti incubata in I3P del Politecnico di Torino
- Mespac è una startup torinese specializzata nella caratterizzazione di ambienti marini per la realizzazione di impianti offshore. I dati meteorologici e oceanici forniti dall’azienda vengono ottenuti dalla combinazione dei dati satellitari con quelli rilevati dai sensori di superficie attraverso l’utilizzo di algoritmi proprietari.
- Rea Space è una startup che ha realizzato una tuta spaziale made-in-Italy: si chiama Emsi (Electrical muscle simulation). Tiene in allenamento il sistema muscolo scheletrico con elettrodi e compressioni e raccoglie informazioni sulla salute dell’astronauta grazie ad AI.
- SaferPlaces è una startup che utilizza i dati satellitari e l’intelligenza artificiale per fornire informazioni sul rischio di alluvioni e calamità.
- Sidereus Space Dynamics è una startup specializzata nella realizzazione di veicoli spaziali innovativi. Qui la nostra intervista al Ceo Mattia Barbarossa.
- Space-V si occupa di sviluppare serre innovative per la coltivazione di piante nelle stazioni orbitali e nei futuri insediamenti lunari e marziani. La startup ha tra i soci fondatori Franco Malerba, il primo astronauta italiano della storia, parte dell’equipaggio dello Space Shuttle Atlantis nel 1992.
- SphereCube è una startup che tratta qualsiasi materiale composito in fibra termoindurente, da utilizzare anche in aeronautica.
- Synchropal è una startup che sta sviluppando, a partire da una tecnologia proprietaria, un sistema innovativo (MODO) basato su dati satellitari per la sincronizzazione del tempo, che garantisce protezione rispetto ad attacchi hacker contro infrastrutture digitali terrestri
- Volta Structural Energy è focalizzata sullo sviluppo di batterie strutturali basate sull’impiego di ioni di alluminio, Volta Structural Energy ha l’obiettivo di ottenere batterie integrate nella struttura di satelliti, garantendo riduzione di peso ed elevata efficienza energetica.