Abbiamo parlato con Marco Grespigna, fondatore di Think Fwd Group
«LinkedIn è fondamentale se vuoi fare business». Marco Grespigna, fondatore e amministratore delegato di Think Fwd Group, è una fonte preziosa per aiutare l’ecosistema dell’innovazione a capire su cosa puntare quando si utilizza il social più indicato per il mondo del lavoro. Partendo dalle ovvietà, che è però sembra buona cosa ribadire: «Mai andare random con gli invii di pitch o proposte. Il messaggio deve essere tarato sulla persona con cui si vuole entrare in collegamento. Gli imprenditori devono far capire che hanno studiato l’interlocutore». In questa intervista a StartupItalia, oltre ad alcuni spunti e consigli su LinkedIn per le startup in cerca di crescita e fondi, ci siamo anche soffermati su alcuni settori sui quali Think Fwd Group sta ponendo particolare attenzione.
LinkedIn: le basi
In un mercato del lavoro in continua evoluzione, è importante definire il ruolo primario di LinkedIn. «Se interpretiamo questo social come uno strumento di relazione è davvero molto potente. Io – ha aggiunto Grespigna – rispondo al 99% dei contatti che mi raggiungono, che si tratti di pitch o di altro». Ma quale dovrebbe essere l’approccio preliminare, ancora prima di inviare un messaggio o inoltrare una richiesta di collegamento? «Un buon esercizio da fare è lo screening del contatto, vedere se è davvero un professionista, investitore o imprenditore che gestisce e aggiorna il proprio profilo LinkedIn».
Come per un colloquio di lavoro, è poi fondamentale conoscere le parole chiave, il tone of voice e le tematiche che più stanno a cuore all’interlocutore. «LinkedIn, se usato bene dalle startup, può dare un sacco di spunti sul focus». E una volta che si ottiene un appuntamento, magari in video call? «Prepararsi bene nel selezionare i contenuti, che devono convincere». Senza dimenticarsi che, come insegnano gli elevator pitch, il tempo a disposizione non sarà infinito. Se la call organizzata dura 15 minuti, quelli devono bastare per concludere il ragionamento.
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Think FWD Group
Fondata oltre dieci anni fa, Think FWD Group, come si legge sul sito ufficiale, è “una Holding privata che ha lo scopo di creare valore e produrre una significativa crescita dell’insieme delle imprese controllate o participate”. Due sono le macro aree su cui si concentra: «Siamo attivi nella consulenza strategica organizzativa, intervenendo su startup o piccole aziende, andando a innestare quell’approccio manageriale di costruzione di un’impresa che spesso manca. Se poi un’azienda è promettente Think FWD Group può investirci acquisendo equity, per esempio».
L’occasione dell’intervista a un investitore, con un passato nel mondo corporate alla guida di grandi aziende anche nel mondo biotech, è stata utile per affrontare un argomento di cui molto di parla. Ci riferiamo all’intelligenza artificiale. «Quello che secondo me oggi manca molto sono i progetti di AI accessibili alla piccola media impresa italiana. In Italia, nell’ultimo anno, c’è stata un’escalation fortissima nel pharma rispetto a tecnologie come AI, metaverso, blockchain. Uno degli elementi che caratterizza la mia azione è la capacità di mettere in contatto i due mondi: pharma e area innovazione».