Il ceo, Gabriele Giugliano: “Mai come ora così tante opportunità di carriera, il problema è l’incompatibilità tra competenze acquisite fuori e dentro l’università e richieste delle imprese”
Come si lavora in una grande compagnia? E nel team di una startup? Quando, due anni fa, in piena pandemia, le aziende presenti sulla piattaforma Tutored hanno iniziato a organizzare incontri a distanza per presentarsi ai potenziali candidati, la squadra e il ceo della startup milanese, Gabriele Giugliano, hanno capito che dietro a quei semplici meeting potevano nascondersi opportunità ben maggiori. In particolare, la possibilità, per i neolaureati in cerca di un impiego, di entrare per qualche ora, seppure in modo digitale, negli uffici delle società che potevano fare al loro caso.
“Le aziende, spesso dietro un nostro consiglio, non si limitavano alle classiche presentazioni, ma fornivano esempi pratici, per spiegare nel miglior modo possibile un ruolo professionale, il funzionamento di un programma o di una tecnologia. Così abbiamo deciso di creare un nuovo format, chiamato non a caso Esperienze online“, racconta Giugliano a StartupItalia. L’idea è semplice: le imprese organizzano delle riunioni interattive per i giovani talenti, preselezionati dagli algoritmi di Tutored come validi candidati a un certo posto di lavoro, in cui mostrano come si svolge a livello pratico l’attività in un determinato reparto o simulano colloqui di lavoro.
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“Grazie a questa modalità di interazione, gli utenti possono capire meglio qual è il ruolo che andrebbero a svolgere e se questo incontra le proprie ambizioni professionali. Dall’altra parte, le società hanno il modo di spiegare in maniera più efficace e concreta l’incarico”. Un cambio di prospettiva che intende spostare la centralità del processo di selezione sulla persona e non soltanto sull’azienda. A questo proposito, la piattaforma, che oggi conta 200mila utenti attivi e registra circa 6mila candidature al mese, ha lanciato due ulteriori strumenti.
In primo luogo, gli Enhancements, ossia vetrine sul portale di Tutored nelle quali le società, oltre a esporre i requisiti richiesti nel ruolo, possono descrivere quali competenze la persona assunta andrebbe ad apprendere nella sua nuova posizione. Il secondo tool è chiamato invece Paid job/salary ed è rivolto soprattutto ai tirocinanti. Si tratta della certificazione, presente negli annunci di lavoro, che un determinato impiego preveda una retribuzione stabilita.
Come connettere giovani e aziende, le idee di Tutored
StartupItalia: Le Esperienze online sono strumento atipico per il recruiting: rappresentano un inedito in questo campo?
Gabriele Giugliano: «Sì, nel settore non esistono esempi analoghi. Con il team di Tutored abbiamo preso ispirazione da Airbnb, dove, in ambiti completamente diversi, è possibile fare diverse esperienze online. La nostra idea è nata durante la pandemia, quando le call erano l’unico modo per vedersi. Ci siamo resi conto che le aziende presenti sulla nostra piattaforma non si limitavano alle classiche presentazioni, ma fornivano esempi pratici e specifici, per spiegare nel miglior modo possibile un ruolo professionale, il funzionamento di un programma o di una tecnologia. Come la scrittura in diretta di un codice da parte di un professionista del settore. Abbiamo capito che poteva essere una strada da seguire e perfezionare».
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GG: «Gli Enhancements sono stati creati offrire due possibilità alle realtà presenti su Tutored. In primo luogo, descrivere i requisiti richiesti per candidarsi alle posizioni aperte. Ma, soprattutto, le grandi dimissioni di cui tanto si parla in questi mesi impongono una riflessione: oltre alla flessibilità e all’equilibrio tra vita personale e professionale, i giovani pretendono di essere stimolati dal proprio lavoro. E sapere quali competenze e capacità si assimilano nel corso di un’esperienza in azienda rappresenta un grande incentivo. Ecco perché è decisivo che l’approccio alla selezione dei nuovi assunti si focalizzi sulla persona e non più solo sull’impresa».
SI: Qual è la risposta delle aziende?
GG: «Molto positiva. È un processo che diverse compagnie virtuose hanno già deciso di attuare internamente, attraverso le proprie academy, offrendo percorsi di formazione continua ai dipendenti. Questi nuovi strumenti sono utili non soltanto per le corporate: anche le startup e le Pmi accrescono la propria credibilità dalla possibilità di mostrare il lavoro quotidiano e le capacità che possono trasmettere al personale».
Grandi dimissioni, nuove opportunità
SI: Soltanto in Lombardia, circa il 10% degli occupati ha deciso di lasciare il proprio posto lo scorso anno. Di questi, poco meno della metà sono under 35. Si chiedono più elasticità e un aggiornamento dell’organizzazione del lavoro. Come stanno rispondendo le imprese?
GG: «Guardando alle recenti offerte pubblicate su Tutored, sembra che le aziende si vadano allineando alle esigenze emergenti e stiano cercando le modalità migliori per rendere il posto di lavoro stimolante. Il vero tema è la velocità di adattamento delle società ai nuovi paradigmi e questo, più che dalla dimensione, dipende da fattori come il settore, la burocrazia interna all’impresa e la presenza o meno di una cultura aziendale basata sugli obiettivi e non sul controllo».
SI: Cosa c’è dopo le dimissioni, i giovani cercano impiego nello stesso settore o decidono di cambiare?
GG: «Dipende dall’ambito. Nel mondo STEM trovare un nuovo impiego all’interno dello stesso settore è davvero questione di ore. In questi casi, spesso ci si licenzia per trovare un incarico simile a condizioni migliori. Una dinamica che tende a replicarsi anche in altri campi, ma incontra difficoltà maggiori. Piuttosto che cambiare comparto, i giovani sono alla ricerca di ambienti lavorativi migliori e questo sembra spingere le aziende ad auto-migliorarsi per attrarre i talenti».
C’è vita oltre le STEM? Le risposte di Tutored
SI: Il mercato oggi chiede competenze tecnico-scientifiche: bisogna domandarsi se ci sia posto per i laureati in discipline letterarie, un numero importante, soprattutto in Italia.
GG: «È un dato di fatto e le tendenze che si registrano all’interno di Tutored lo confermano: la maggior parte degli assunti risiede nei dipartimenti inerenti a materie STEM e finanziarie. Ci sono però varie opportunità anche per gli studenti di materie classiche. Mi riferisco al marketing, dove in molti casi non si richiedono corsi specifici in marketing e comunicazione. Altri due esempi sono l’ambito delle Hr, in cui c’è grande richiesta di persone con un background di tipo umanistico, e i reparti vendite delle aziende, in cui è frequente trovare personale con una formazione letteraria».
SI: A quasi due anni e mezzo dall’inizio della pandemia e in un contesto economico ancora molto delicato, quali sono le prospettive per i neolaureati in cerca di un lavoro in questo Paese?
GG: «Potrebbe risultare un’opinione inusuale, ma, nonostante la situazione, mi aspetto una crescita importante del mercato del lavoro italiano. Quasi tutti i settori, anche quelli meno propensi, hanno una maturità superiore in termini tecnologici e di digitalizzazione e questo accresce l’eterogeneità delle posizioni lavorative e la nascita di nuovi mestieri. I dati di Tutored mostrano che mai come ora i giovani hanno così tante opportunità di carriera attive e le offerte si rinnovano continuamente. Il vero problema sta da un’altra parte: l’incompatibilità tra le competenze acquisite a livello accademico o extrauniversitarie e le richieste delle imprese».