Un programma organizzato da ASUS, Tutored e PoliHub. Che è arrivato a conclusione del primo ciclo, con il pitch delle prime startup
Centinaia di candidature, 140 partecipanti al programma, cinque mesi di lavoro per portare al primo pitch davanti agli investitori quattro startup. Sono numeri interessanti quelli del primo ciclo di Empow[h]er, un programma a cui hanno dato vita nel 2021 tre realtà complementari: una startup come Tutored, un acceleratore come PoliHub e un’azienda multinazionale come ASUS. Con un traguardo finale, tagliato la scorsa settimana, fatto di una prima serata che ha visto tirare le somme di quanto fatto fin qui, la celebrazione dei primi risultati e le premesse gettate per far continuare questo programma anche nel 2022.
Cos’è Empow[h]er
Ciò che hanno costruito in questi mesi i tre azionisti del progetto è un format decisamente particolare, anche nel variegato mondo delle startup: Empow[h]er è un progetto pensato per i neolaureati, in particolare per neolaureate in discipline STEM (ma non solo), che prevede un intenso programma di formazione su tematiche quali la finanza, la tecnologia, il marketing, la comunicazione e l’organizzazione aziendale. A ideare e gestire il programma c’è Tutored, startup che nasce con l’obiettivo di riunire domanda e offerta nel mondo del lavoro: la piattaforma che ha costruito serve appunto a raccogliere le offerte delle aziende in cerca di personale con la domanda da parte dei laureati di un lavoro. Ed è su questa piattaforma che è stata lanciata l’offerta per partecipare alla prima edizione del programma.
“Tutored non ha nella formazione il suo core business: ma esserci concentrati su un’iniziativa al femminile è stato decisivo – spiega a StartupItalia Gabriele Giugliano, CEO e co-founder di Tutored – Ci sono tantissime giovani neolaureate in cerca di un’occasione per fare esplodere le loro idee. Siamo stati felici della risposta avuta all’offerta di partecipare al programma: e i risultati che abbiamo visto, anche con la presenza di molti potenziali investitori alla serata finale dei pitch, sono ottimi”. Senza dubbio si è trattato di un impegno significativo per la startup, che negli ultimi mesi si è data da fare per svolgere il ruolo di tutor e formatore per le aspiranti imprenditrici, ma che ha regalato tante soddisfazioni: tanto da prendere in considerazione l’ipotesi di rendere questa iniziativa una parte stabile dell’offerta Tutored.
Un altro vertice del triangolo è quello occupato da ASUS: in questo caso una grande azienda che per sua stessa affermazione è “in search of incredible”, in cerca di ciò che è eccezionale. E, in questo caso, anche di un impatto significativo sul tessuto della società: l’opportunità offerta da Empow[h]er era decisamente utile ad affrontare due questioni, quella legata al talento e quella della diversity. Lavinia Fogolari, Marketing Manager ASUS SYS PC: “Voler sviluppare un programma formativo che premiasse l’imprenditoria femminile parte dal dato, noto, che solo una minoranza delle nuove imprese che nascono è guidata da donne. Abbiamo trovato in PoliHub un partner ideale per questo, nel cercare di supportare la scoperta dell’incredibile anche in settori meno visibili della società. Sicuramente è stato un test, ed è stato un test positivo: la qualità delle startup presentate, il riscontro ottenuto tra gli investitori, ci spinge a riflettere sulla possibilità di mettere in piedi programmi analoghi per il futuro, e non soltanto dedicati a questo tema”.
La terza gamba del tavolo è per l’appunto la appena citata PoliHub: il ruolo che è in grado di svolgere può essere decisivo nel decretare il successo di un’iniziativa imprenditoriale, grazie alla capacità di supportarla con la ricerca e la vocazione che ne fa il punto di incontro tra azienda, investitori e imprenditori. “Esiste una intersezione tra il mondo delle imprese e il mondo delle startup: è lì che noi ci impegniamo a creare sinergie, in modo che possano trovare benefici condivisi – dice a StartupItalia Domenico Pannofino, Head of Corporate Programs di PoliHub – Questo progetto si inserisce proprio in questo contesto: in più è grado di creare un impatto significativo sulla società su un tema importante. Un tema coerente con i nostri valori e le nostre altre iniziative, e che ha prodotto un risultato senz’altro interessante sul piano qualitativo”.
Le prime startup di Empow[h]er
Come detto sono state quattro le prime startup a emergere dal programma di formazione organizzato da ASUS, PoliHub e Tutored. L’idea forse più avanti sul piano dello sviluppo, anche grazie a quello che sembra essere un team decisamente coeso e molto variegato, è quella di Lit: in questo caso è stato già messo assieme il primo propotipo di una smartbox da montare in casa, sull’impianto elettrico domestico, per analizzare e ottimizzare i consumi d’energia (tema quanto mai attuale). La tecnologia sfruttata, che non è un inedito sul mercato ma che cambia soprattutto il modello di business (con una sorta di servizio in abbonamento), permette di identificare con chiarezza quanto ciascun elettrodomestico o dispositivo consuma esattamente, creando un report personalizzato e individuale per ciascun utente.
Su terreno contiguo si muove Bufaga, che invece sta studiando un servizio per il monitoraggio delle emissioni delle flotte dei veicoli aziendali e un dispositivo per il loro abbattimento: parliamo di un vero e proprio filtro da installare a bordo, che tramite il movimento del veicolo intrappola nella sua struttura polveri sottili e altri agenti inquinanti e va così a ridurre l’impatto di ciascun mezzo che circola sulle strade quasi agendo a monte delle emissioni stesse. Un’iniziativa di natura squisitamente B2B, da mettere alla prova non appena i primi prototipi saranno stati ingegnerizzati.
Di altra natura le ultime due startup che hanno effettuato il loro primo pitch davanti al pubblico di Empow[h]er. Walk by Me è un’app pensata per consentire alle donne che si spostano da sole di trovare una compagnia per percorrere insieme la strada verso casa: un’idea che trova la sua dimensione anche in un servizio freemium, che punta a offrire a tutti le funzioni base per garantire maggiore sicurezza. Walley invece si concentra su un altro indicatore certificato dalle ricerche statistiche: ovvero l’educazione finanziaria del pubblico femminile. Offrendo un percorso fatto di coaching e formazione, punta a rendere le donne finanziariamente indipendenti in qualsiasi contesto operino.