Il gigante di Redmond aveva annunciato l’acquisizione della software house USA nel gennaio 2022
Lo stop della Competition and Markets Authority (CMA) britannica all’accordo di acquisizione di Activision da parte di Microsoft è la notizia del panorama tech più dibattuta negli ultimi minuti. La decisione, attesa da tempo, interessa uno dei giganti del gaming globale: la casa di Redmond, con la propria piattaforma Xbox, è tra i leader di mercato e se dovesse concludersi l’accordo di fusione di Activision – software house americana che controlla IP del calibro di Call of Duty – il timore delle autorità UK è che vada a consolidare una posizione dannosa per la concorrenza. Nello specifico la CMA ha puntato il dito contro il cloud gaming dove, secondo l’autorità, il gigante di Redmond controllerebbe il 60/70% del mercato. «Microsoft – così si legge nel documento – ha una forte posizione nei servizi di cloud gaming e le prove a disposizione della CMA hanno dimostrato che Microsoft avrebbe trovato vantaggioso dal punto di vista commerciale rendere i giochi di Activision esclusivi per il proprio servizio di cloud gaming».
Nelle scorse settimane vi avevamo parlato del caso Microsoft-Activision dal momento che in questo periodo sono chiamate a esprimersi diverse autorità antitrust in merito all’esistenza o meno di un fattore di rischio per la libera concorrenza sul mercato. Il Giappone, casa della stessa Sony che teme il rischio di un Call of Duty reso meno performante su PlayStation, aveva dato semaforo verde a Microsoft con il sì da parte della Japan Fair Trade Commission. In merito alla decisione della CMA Microsoft ha già fatto sapere che farà appello.
Activision Blizzard CEO Bobby Kotick says the company has already started work on the UK appeal, alongside Microsoft https://t.co/5SsCFsiXJj pic.twitter.com/MufERrEqyw
— Tom Warren (@tomwarren) April 26, 2023
Bobby Kotick, amministratore delegato di Activision, si è espresso così in merito al blocco UK: «Insieme a Microsoft, possiamo e vogliamo contestare questa decisione e abbiamo già iniziato a lavorare per appellarci al Competition Appeals Tribunal del Regno Unito. Siamo fiduciosi nel nostro caso perché i fatti sono dalla nostra parte: questo accordo è positivo per la concorrenza». Di recente la casa di Redmond si è difesa sostenendo che nel mobile gaming esistono situazioni che al momento non hanno impensierito i regolatori e l’antitrust: il riferimento è al mobile gaming, dominato da giganti come Tencent, Apple e Google.
We’ve prevented @Microsoft from purchasing @Activision over concerns the deal would damage competition in the #CloudGaming market, leading to less innovation and choice for UK #gamers. ☁️https://t.co/SdXt1rYAkZ pic.twitter.com/prWcDI7Evt
— Competition & Markets Authority (@CMAgovUK) April 26, 2023
A questo punto bisognerà attendere la prossima notizia in merito. Che potrebbe arrivare dalla Commissione Europea: l’UE, da anni ormai, si è fatta conoscere a livello internazionale per il proprio impegno sui temi antitrust. Se poi Microsoft non riuscisse a trovare un accordo in UK dovrebbe pagare 3 miliardi di dollari di break up fees ad Activision. Nel frattempo sono comunque diversi i paesi che invece hanno approvato l’accordo: sono Arabia Saudita (paese che punta a diventare un hub del settore gaming), Brasile, Cile, Serbia, il già citato Giappone e il Sudafrica.