La protesta digitale e la guerra dell’informazione sono diverse dalla cyberwar e gli hacktivisti lo sanno bene
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Il direttore dell’edizione online del Fatto Peter Gomez parla a Startupitalia: «La bufala più grande è la “post-verità”, inventata dai politici che perdono». Su Facebook e il futuro dei giornali: «A Zuckerberg serve più qualità, ma intanto paga la pubblicità quanto Google». Gli haters sono pagati? «Penso di sì, ma va dimostrato»
Negli Usa un giornalista o creatore di contenuti per il web può guadagnare fino a 100 mila dollari l’anno, in Italia la media è intorno ai 10 mila. Ma se si è scaltri si può guadagnare molto di più e vivere felici
Dalle assicurazioni, ai prestiti, alle case, agli investimenti. Secondo FastCompany queste sono le 5 startup dei soldi più disruptive e destinate a dominare la scena mondiale quest’anno
E’ noto in mezzo mondo come Sree, ed è il nuovo chief digital officer di New York. In questa intervista spiega a Startupitalia perché la città sta puntando tutto su startup e innovazione e quali sono le direttrici chiave con cui stanno attraendo talenti da tutto il mondo
“We need an open and independent forum to bring all stakeholders together to participate in the dialogue, decision making, and implementation of solutions to common ethical problems brought about by the information revolution.”
Da Verizon a Yahoo!, da Ashley Madison ad Adult Friend Finder, dalla NSA all’FBI fino ai DNCLeaks: storia di un anno vissuto pericolosamente
Da pochi mesi è iniziata una vera rivoluzione, e probabilmente non abbiamo capito quant’é importante. Dopo decenni tra carte da firmare, pin e password, è già possibile usare le impronte digitali e selfie dallo smartphone per autenticarsi o pagare in meno di un secondo. E dal 2017 sarà boom. Speciale Biometria
L’atto di accusa arriva da uno dei colossi della finanza Usa, Bloomberg, che ha ricostruito come parte dei profitti di Google verrebbero sottratti a tassazione facendo girare i soldi in società tra Irlanda, Singapore, Paesi Bassi e Bermuda
Il social network ha lanciato una funzione anti-fake. Il meccanismo è coerente con la storia di Facebook, che non interviene direttamente sui contenuti. Anche se le bufale stanno facendo vacillare la corrispondenza tra “neutro” e “buono”