Un lupo mannaro a Parigi in un videogame totalmente francese
Dice il proverbio: indicando la luna allo sciocco, questi si fermerà a osservare il dito. Se lo sciocco è un lupo mannaro, invece, probabilmente ve lo staccherà a morsi. Tra tutti i personaggi horror classici (vampiri, mostri della palude, golem, demoni, ecc…), questi pulciosissimi mutaforma sono probabilmente i nostri preferiti: forti, intelligenti, non temono nulla se non i proiettili d’argento e possono trasformarsi in fiere assetate di sangue a piacimento. Anche per questo aspettavamo con malcelata ansia Werewolf: The Apocalypse – Earthblood.
Ululando alla luna in Werewolf: The Apocalypse – Earthblood
Basato sull’universo dell’omonimo gioco da tavolo (che, ci hanno spiegato gli esperti del settore, risulta però assai più complesso e sfaccettato), Werewolf: The Apocalypse – Earthblood segue le vicende di un branco di lupi mannari buoni alleati con gli esseri umani e impegnati nel contrasto di una multinazionale cattiva, Endron.
La trama non sembra riservare sorprese fino a quando un grosso colpo di scena iniziale (che non vi sveliamo) trasforma il nostro alter ego in un battitore libero. Un lupo mannaro senza guinzaglio, insomma, dall’aspetto stropicciato e senza più una vera apparente ragione per vivere. Sarà la richiesta di un caro amico a farlo tornare in azione…
Sviluppato dalla startup parigina Cyanide Studio (già responsabili del mediocre Tour de France 2020 recensito dal nostro Alessandro) e pubblicato dall’etichetta francese Nacon, questo videogame interamente d’Oltralpe è ora disponibile su PlayStation 5, PlayStation, 4, Xbox One, Xbox Series X e PC.
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Werewolf: The Apocalypse – Earthblood è – o forse sarebbe dovuto essere – una sorta di Metal Gear Solid o Splinter Cell in salsa ferina. Si può infatti decidere se infiltrarsi nelle varie basi della terribile Endron mantenendo il basso profilo oppure attaccando a testa bassa.
Caratteristica di rilievo è costituita dalla possibilità di mutare continuamente forma: Cahal, il nerboruto e taciturno personaggio che andremo a impersonare, può muoversi mantenendo le proprie sembianze umane, oppure trasformarsi in un lupo vero e proprio se vuole approcciarsi in modo stealth sgattaiolando tra le gambe degli avversari o sfoderare tutta la sua potenza nella forma Crinos, che lo rende uno spaventoso bestione bipede dotato di una forza sovraumana. Detto così, Werewolf: The Apocalypse – Earthblood parrebbe sufficientemente variegato.
Invece, purtroppo, nonostante gli sviluppatori vi lascino scegliere con quale forma procedere in base all’approccio desiderato, gli stessi sviluppatori, colti da un bipolarismo che lascia sconcertati, hanno costruito livelli nei quali è impossibile procedere via stealth. Insomma, i nemici sono tonti abbastanza da passare loro alle spalle senza suscitare sospetti, ma più si avanza nel gioco più Werewolf: The Apocalypse – Earthblood assume le fattezze di un hack’n’slash brutale, grezzo e ripetitivo, in cui dovrete vedervela con decine e decine di soldati per intere mezz’ore, senza possibilità di addivenire a una opzione maggiormente diplomatica (sfiniti di consumarci i polpastrelli sul tasto Quadrato abbiamo provato a intavolare trattative e offrire dolcetti in segno di pace, ma non c’è stato verso).
Sono tanti gli aspetti lasciati a metà: uccidere gli avversari non comporta l’ottenimento di punti esperienza, eppure Cahal ha a disposizione un albero delle abilità da sbloccare. La scelta è stata compiuta probabilmente per non penalizzare chi vuole tentare un approccio stealth, che però come abbiamo detto diverrà presto impossibile da attuare. I punti esperienza vengono invece attribuiti in automatico, avanzando con la trama, trovata che di fatto azzera la rigiocabilità, dato che la crescita del personaggio è predeterminata a tavolino dagli sviluppatori.
Sbavature, queste, che rendono Werewolf: The Apocalypse – Earthblood più adatto ai palati meno raffinati. Il gioco in sé funziona, non ha un comparto tecnico da urlo (i limiti della produzione budget sono ben visibili a schermo) ma si lascia giocare tanto su PlayStation 5 quanto sulla vecchia PS4. In più, i completisti avranno un buon numero di documenti da sbloccare e leggere.
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Chi cerca un videogame senza troppi fronzoli per divertirsi alla sera, quando c’è bisogno di spegnere il cervello e menare virtualmente un po’ le mani per rilassarsi, lo troverà anche una esperienza appagante. Peccato però che resti molto forte la sensazione di trovarsi di fronte a un videogioco lasciato a metà i cui sviluppatori fino all’ultimo non sono riusciti a decidere quale struttura dargli: se quella di action senza fronzoli o di sofisticato stealth game. Di sicuro la prima è diventata mannara e si è velocemente divorata ogni velleità stealth…