Il nuovo capolavoro di Naughty Dog: la storia di Ellie, in un mondo devastato, senza speranza. Senza morale. Ecco la nostra recensione
Sono passati sette anni dal primo episodio di una saga che ha fatto brillare la software house Naughty Dog nell’Olimpo del gaming. Nel 2013 The Last of Us immerse i giocatori in un viaggio ansiogeno, con la storia di Joel ed Ellie alle prese con un mondo devastato dal fungo Cordyceps, i cui effetti orribili e letali sull’organismo toglievano ogni briciolo di umanità e coscienza alle vittime. Il 2020 è e sarà ricordato come l’anno del ritorno: The Last of Us 2 è Ellie, una giovane ragazza, sopravvissuta, con un carattere che riscopriamo forte e deciso, coraggiosa come ha già dimostrato da 14enne senza peli sulla lingua – e abile nella lotta – al fianco di Joel. StartupItalia ha giocato a un titolo che potrebbe rappresentare uno degli ultimi, se non il definitivo capolavoro di PlayStation 4 a pochi giorni dall’annuncio della nuova generazione di console di Sony.
Urla, lamenti, guaiti
Non è soltanto un videogioco, ma un capolavoro narrativo. La storia non è ingombrante: veste al meglio il gameplay. The Last of Us 2 ha l’ambizione di un titolo che vuole offrire densità all’esperienza, in uno spazio che può quasi ispirarsi agli open world per la varietà di opzioni, di aree ed edifici da esplorare. La fluidità è garantita, soprattutto nei combattimenti corpo a corpo, dove si svela un lavoro di sviluppo sorprendente.
«Abbiamo creato una storia guidata dai personaggi, concentrandoci su individui imperfetti e sulle scelte difficili che compiono. Speriamo ridiate, piangiate e sentiate anche la loro lotta durante momenti difficili, progettati per essere emotivamente impegnativi». Così Neil Druckman, vicepresidente di Naughty Dog, ha presentato The Last of Us 2 pochi giorni prima del lancio di oggi.
Chi ha già giocato al primo episodio, conosce il mondo di The Last of Us. Non ci sono eroi: soltanto uomini e infetti. Nella Parte 2, il gioco in terza persona proietta Ellie in un nuovo viaggio angosciante che la casa di sviluppo ha progettato affinando un sonoro che disturberà anche i gamer più navigati. L’intenzione di Naughty Dog qui è stata esplicita: le urla, i lamenti, perfino i guaiti dei cani vogliono drammatizzare l’esperienza di gioco, scuotendo il giocatore.
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Una lotta di sopravvivenza
Il disagio provato in The Last of Us 2 non è paragonabile agli sforzi, benchè lodevoli, che Naughty Dog aveva profuso nel ricreare lunghi momenti in pieno stile survival horror nel primo episodio. Qua siamo oltre: non c’è spazio per luoghi sicuri in questo mondo. Scordiamoci l’erba alta che protegge sempre e comunque dai cattivi, come la software house ci ha abituato nella saga di Uncharted; case abbandonate diventeranno trappole se i cani ci scoprono col loro fiuto; ed è vietato addormentarsi sotto la carcassa di un auto.
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Molti hanno affiancato The Last of Us 2 ad Uncharted 4, ma Ellie e Nathan Drake non condividono nulla. La prima ha sete di vendetta, l’altro di tesori e avventure. Un’altra cosa che differenzia i due titoli è l’esperienza stealth: prima di tutto il gameplay di TLOFU2 non permette gli attacchi dall’alto per stordire i nemici (forse una delle pochissime pecche del titolo), cosa che invece ha reso spassoso il gameplay di Uncharted.
Ellie non è scanzonata come Nathan, sempre pronto alla battuta facile. Qua c’è tutto il dramma di compiere omicidi per sopravvivere, ammazzando cani con martelli, sgozzando persone indifese. La voce della giovane che afferrando alle spalle ti ordina di stare in silenzio per poi finirti con un coltello: è un’esperienza molto più complessa e scomoda rispetto all’annientare infetti ormai senza speranza.
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I mostri: una tremenda conferma
Il mondo di The Last of Us 2 non è certo più sicuro del primo. Ellie deve fare i conti sia con gli uomini sia con i mostri. Infetti, creature gettate nell’abisso di un virus che ha più stadi. Ci sono i Runner – primo stadio – pericolosi, veloci e imprevedibili: possono vedere e hanno un udito sopraffino; gli Stalker – secondo stadio – sono ciechi e fanno del silenzio la loro forza, identificando le potenziali vittime grazie a croack che emettono; i Clicker, forse i più spaventosi, spietati come il Demogorgone (che Stranger Things si sia ispirato proprio a TLOF?), con il volto interamente ricoperto dal fungo.
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The Last of Us 2 è un titolo impegnato e ambizioso. Ma senza mai avanzare giudizi morali sulla nuova etica che governa il mondo (vince chi sopravvive). Il videogioco è disponibile per la platea di appassionati che possono continuare un avventura ambientata cinque anni dopo gli eventi del primo episodio. Nei mesi scorsi l’hype per TLOU2 era salito alle stelle anche per via di un leak forse senza precedenti nella storia del gaming: parti intere del videogioco sono finite online, con il rischio di vanificare anni e milioni di dollari. All’inizio i rumor hanno fatto pensare a un gesto di vendetta da parte di un dipendente di Naughty Dog, stremato dai ritmi di lavoro, ma è stata la stessa Sony a smentire la ricostruzione.
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The Last of Us 2: un diamante
Questo però è il passato: The Last of Us 2 ci proietta alle vette più alte della console Sony di questa generazione, regalandoci momenti di intenso gameplay, divertimento e ansia. Un capolavoro che esce anche in Italia in un momento di grande crescita del settore videoludico. Tripla A come TLOU2 sono il frutto di anni, decenni di lavoro e pesanti investimenti su aziende tecnologiche che animano un mercato miliardario. The Last of Us 2 non è soltanto un videogioco: è un diamante di un asset industriale.