Uno dei videogiochi più belli della passata generazione di console si riaffaccia ora. Scopriamo com’è invecchiato
Nel 2002 dall’Europa dell’Est arrivava la risposta ceca a GTA. Gli yankee di Rockstar Games, che fino ad allora avevano spadroneggiato nel settore delle scanzonate avventure a base di criminali, furti e delitti, di colpo scoprivano che dalla pletora di cloni si era elevato un titolo capace di rivaleggiare ad armi pari con il loro fortunatissimo videogame: Mafia. Ambientata negli anni ruggenti, l’opera di Illusion Soft. catapultava il videogiocatore in una città statunitense brulicante di vita e di architetture liberty e art déco. Le tribolazioni interne alla Casa di sviluppo assorbita nel frattempo dall’etichetta 2K posticiparono il sequel di otto, interminabili, anni e quando infine arrivò sul mercato Mafia II finì per spaccare gli appassionati: era senz’altro una versione più profonda, più bella e a tratti persino più particolareggiata dell’originale, tuttavia non era più in grado di sorprendere come il capostipite e non aggiungeva nulla di realmente nuovo in termini di giocabilità. Sono passati dieci anni da allora e 2K oggi ripropone su PlayStation 4, Xbox One e PC un remake in alta definizione e con tutti i DLC: Mafia 2 Definitive Edition.
Alla scoperta di Mafia 2 Definitive Edition
Non è mai facile recensire i remake. Soprattutto quelli dei giochi che hanno lasciato un segno. Qui non staremo a dire se Mafia II fosse o meno un capolavoro, come il suo predecessore. Probabilmente no, ma era comunque di grandissima caratura. E riprendere in mano oggi un titolo di peso rischia sempre di scontentare, di costringerci a fare i conti con la realtà e scoprire che è invecchiato peggio di come lo si ricordasse. Sul fronte tecnico, poi, chi è chiamato a rielaborare la grafica cammina sulle uova: troppi interventi di maquillage potrebbero rendere irriconoscibile la nuova edizione, troppo pochi rischierebbero di bollare il progetto come pigro e svogliato. Niente di più di una operazione commerciale a costo zero. E Mafia 2 Definitive Edition?
Mafia 2 Definitive Edition si colloca con ogni probabilità a metà del guado. Da un lato permette anzitutto di portarsi a casa tutti i DLC dell’originale (un’offerta ludica tutt’altro che irrilevante, anzi) a prezzo budget, con i più un impianto grafico ripulito e impreziosito da qualche effetto speciale “moderno”, dall’altro però porta in dote diversi bug che speriamo vengano patchati quanto prima, perché il pop up mentre si gira per la città non manca (talvolta appaiono di colpo interi palazzi, benché sullo sfondo) come abbondano pure i rallentamenti che in determinate occasioni bloccano persino l’azione per uno o due secondi. Dato l’impianto scenico ormai modesto, è senz’altro inaccettabile.
Benvenuti a Empire Bay
Questo per quanto riguarda le brutte notizie, che abbiamo voluto elencare subito così da toglierci il pensiero (via il dente, via il dolore). Veniamo invece a ciò che racchiude Mafia 2 Definitive Edition. Come si diceva, in origine Mafia II più che un sequel vero e proprio sembrava un “Mafia I così come sarebbe dovuto essere se anziché uscire nel 2002 fosse uscito nel ’10“. Una versione espansa, insomma, del primo. Espansa dal punto di vista della trama e della realizzazione tecnica. Gli sviluppatori erano tornati alla carica con un gioco profondamente immersivo che attraversava persino due decadi: gli anni ’40 (il gioco inizia nel luglio del ’43 in Sicilia, nel bel pieno dell’operazione Husky) e gli anni ’50.
Oggi come allora, con lo scorrere del tempo Empire Bay, la megalopoli statunitense in mano a tre potenti famiglie italoamericane, cambierà sotto i nostri occhi, abbandonando i tempi bui della recessione del 1929 e colorandosi con le tinte pastello classiche degli anni ’50. Lo swing trasmesso dalle autoradio lascerà il posto al rock e le vetture si faranno via via più bombate e aggressive. Ma, al contrario di Lost Heaven, la città di Mafia I, Empire Bay non riesce mai ad affermarsi come vera protagonista del gioco.
Il perché è dovuto a un gameplay che abbozza appena meccaniche di gioco free roaming – open world: all’inizio dell’avventura vi vengono presentati alcuni comprimari che vi possono affidare diverse side quest (piuttosto uguali), ma non si ha mai un attimo di libertà per girare a piacimento per gli affollati e dettagliati quartieri di Empire Bay. Allo stesso modo in giro per Empire ci sono carrozzerie per modificare e personalizzare le auto e sartorie in cui comprare vestiti, ma la customizzazione del proprio alter ego e delle sue vetture è fine a se stessa se poi non si può girare senza una meta.
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L’unica è deviare dalle missioni principali, che puntualmente chiedono di andare dal punto A al punto B con un’auto e lì di norma si ha accesso ad ambientazioni interne visitabili in quell’unica occasione. Non ci sono bivi, non c’è possibilità di affrontare le missioni nell’ordine preferito. La trama di Mafia II è così curata da essere onnipresente e da non lasciare libertà d’azione al giocatore, che deve per forza seguire il percorso invisibile (mai così visibile), tracciato dagli sviluppatori. Ed è un vero peccato, perché avremmo tanto voluto scegliere a quale famiglia mafiosa aggregarci, invece lo impone il canovaccio già scritto.
Il fascino evergreen del noir
Ma torniamo alla domanda che ci siamo posti all’inizio di questo articolo: Mafia II è invecchiato? Se si esclude la predetta mancanza di libertà d’azione, che comunque dava già fastidio dieci anni fa quando uscì l’originale, affatto. Intatti da Mafia I troviamo ancora oggi un sistema di combattimento (che nel mondo dei gangster è fatto di sparatorie) capace di fronteggiare i titoli odierni. Peraltro, grande novità introdotta da Mafia II rispetto al primo capitolo fu la possibilità di ripararsi dietro alle superfici, sporgendosi quel tanto che basta per sparare.
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Mentre i proiettili sibilano, tutto attorno a noi si scheggia e si rompe contribuendo ad alzare il livello del realismo. Anche se, di contro, l’IA avversaria non è particolarmente evoluta: ogni tanto i personaggi restano imbambolati fuori dalle coperture ma, aspetto ancora più frustrante, tendono a nascondersi sempre negli stessi posti (lo si nota rigiocando più volte lo stesso livello e, dato che anche al livello di difficoltà normale basta beccarsi un’unica pallottola ben piazzata per essere spediti alla schermata del game over, questo difetto salta particolarmente all’occhio).
Ma Mafia II vanta anche un sistema di guida particolarmente profondo, degno di essere impiantato in un racing simulativo. Le auto si comportano in modo realistico: quelle anni ’30 sono vere e proprie poltrone su quattro ruote, rigide, barcollanti, ingovernabili e instabili. Sulla neve, poi, slittano che è una meraviglia. Negli inseguimenti si rompono e perdono i pezzi: per fermare un avversario basta mirare alle gomme oppure, se si è cecchini provetti, indirizzare due proiettili in prossimità del serbatoio.
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In Mafia 2 Definitive Edition troviamo tutto questo, assieme ai DLC originali, due avventure piccine ma godibilissime e, per fortuna, il medesimo doppiaggio in italiano di 10 anni fa, accurato e godibile come in poche altre produzioni. Insomma, non sarà un capolavoro e il remake dovrà essere patchato per sanare bug e glitch, ma oggi come allora si posiziona di diritto tra le avventure criminali più seducenti e ricche di carisma mai apparse su PC e console. Correte a comprarlo: potrebbe essere un ottimo antipasto in attesa del remake di Mafia I, previsto per questa estate.