Da una startup francese un atto di amore nei confronti dei videogame d’essai
Sotto l’etichetta Wonderboy Bobi c’è in realtà un ragazzo, francesissimo, che riesce non solo a sviluppare tantissimi giochi, ma anche a farli sembrare più giapponesi di quelli realizzati davvero in Giappone. Due i fili conduttori di ogni sua opera: la finzione di essere ancora negli anni ’80 e quella, appunto, di sviluppare all’ombra del monte Fuji. Non fa eccezione Tanuki Justice, appena approdato nella softeca del Nintendo Switch.
E proprio i giocatori Nintendo dovrebbero avere una certa familiarità con i tanuki, ovvero i procioni giapponesi, finiti più volte sui set virtuali di titoli come Super Mario e Animal Crossing. In Tanuki Justice, nemmeno a dirlo, ne impersonerete uno. Un tanuki ninja, per la verità, pronto a passare per le armi un intero esercito nemico attraversando una lunga rassegna di livelli che, in omaggio agli anni ’80, sono difficilissimi.
Tanuki Justice non fa eccezione. Il titolo edito da PixelHeart e No Gravity Games S.A. parte infatti col botto, rivelandosi all’altezza del sadismo dei cabinati da sala giochi di una trentina d’anni fa. I nemici spuntano da ogni angolo e si avventano sul nostro povero ninja – che può difendersi bersagliandoli di shuriken -scaraventandogli contro ogni tipo di arma, magia, maledizione e onda energetica.
Non sono affatto rare le occasioni in cui lo schermo si affolla di oggetti e nemici da schivare e starà a voi, affidandovi al doppio salto del vostro eroe peloso, riuscire a evitarli tutti dimostrando grinta, tempismo e un’ottima coordinazione oculo – manuale.
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Perché la difficoltà è tipicamente vecchia scuola, ciò significa che questa piccola ma raffinata produzione francese non tollera il minimo errore, nemmeno la più leggera delle disattenzioni. Può aiutare la modalità cooperativa a 2 giocatori, anche se un personaggio in più sullo schermo finisce solo per portare altra confusione.
Come se tutto ciò non bastasse, chiude ogni stage un enorme boss di fine livello. Sono davvero colossali, tutti ottimamente caratterizzati, pescando a piene mani dalla mitologia e dal folklore nipponici. Perché, come già anticipavamo, Tanuki Justice è proprio una lettera d’amore al Giappone, ai suoi miti, alle sue tradizioni, alla sua storia, ma soprattutto ai suoi videogiochi (che furono, ai tempi del NES e del Sega Master System). Per questo a noi è piaciuto tantissimo.