Quando la storia travolge tutto e tutti… nel vero senso della parola
Talvolta si ha l’impressione che la storia, quella con l’iniziale maiuscola, sia un enorme masso che, al pari di una valanga, travolga tutto e tutti: imperi, civiltà millenarie, Stati all’apice della propria potenza economica. Il Covid-19 lo ha ricordato proprio di recente e la saga di Rock of Ages, arrivata al terzo capitolo (Rock of Ages 3: Make & Break) parte proprio da questo assunto per dare vita a un gameplay stralunato, almeno per chi non ha familiarità con la serie.
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Studiare la storia… che palle!
Se siete tra coloro che non hanno mai amato aprire i libri di storia potreste non cogliere diverse citazioni di Rock of Ages 3: Make & Break. È il momento di fare penitenza, perché la trama del titolo sviluppato da è divertentissima, demenziale al punto giusto. Parte da Ulisse per arrivare a due passi dalla Rivoluzione russa (in realtà si ferma molto prima, ma scorrazzerete comunque nel vaso impero degli zar).
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La palla, che poi è la protagonista del gioco, macinerà chilometri e millenni. Sotto la sua furia le fortune degli imperi si solleveranno e cadranno. Nella rilettura del videogame indie di ACE Team e di Giant Monkey Robot sarà proprio questa enorme sfera l’artefice dei cambiamenti. Come? Il gameplay è appunto peculiare: un bizzarro incontro (scontro) tra il racing game scanzonato e il tower defense, in cui bisogna prima costruire un percorso che porti il nostro masso a destinazione e poi passare all’azione, evitando al contempo che quello rivale sbaragli le nostre truppe.
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Tutto è unito da un umorismo delirante, nonsense, in perfetto stile Monty Python. I filmati sono perciò godibilissimi anche perché animano nel modo più buffo immaginabile dipinti, affreschi e arazzi delle ere che andrete a scombinare, dando una interpretazione molto originale di personaggi realmente esistenti (Giulio Cesare è divertentissimo, ma anche Elisabetta I Tudor è un personaggio meraviglioso, visto che spazza via l’Invincibile Armata spagnola sparando raggi laser dalla bocca).
Se dopo qualche ora di gioco Rock of Ages 3: Make & Break inizia a divertire meno, perché vengono al pettine tutti i nodi di un gameplay che non riesce a rinnovarsi e rinfrescarsi a dovere, restando essenzialmente troppo uguale a se stesso per tutto il gioco, dove il titolo si mantiene invece piacevolmente sempreverde è nel multiplayer competitivo, anche per il riuscitissimo editor dei livelli che permette, in pochi clic, di costruire piste e tracciati a dir poco deliranti, da condividere con il testo del mondo.
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Di fatto, chi ha già giocato ai capitoli precedenti sarà sorpreso unicamente dalla presenza dell’editor, unico, vero, elemento inedito portato in dote da Rock of Ages 3: Make & Break. Tutto il resto proviene invece di peso dai precedenti titoli e in più occasioni appare eccessivamente derivativo. Ma, se non si conosce la serie, si è senza dubbio di fronte a un gioco divertentissimo, ironico come pochi e parecchio originale sul fronte della meccanica di gioco. Chi invece ha già platinato gli episodi precedenti potrebbe trovare questo terzo capitolo un po’ troppo pigro, quasi un mero pretesto per fare debuttare l’editor dando così la possibilità ai giocatori di condividere online i propri livelli. Per il quarto episodio ci auguriamo un maggior numero di novità. Anche se Rock of Ages continua a essere tra i nostri indie preferiti.