La motivazione: “Lo schema dell’investimento è illegittimo e quindi nullo”
La Corte dei Conti, l’organo costituzionale che svolge funzioni di controllo e giurisdizionali nelle materie di contabilità pubblica, ha deciso lo stop del finanziamento da 81 milioni di euro che l’agenzia Invitalia, guidata all’epoca da Domenico Arcuri, aveva destinato alla biotech ReiThera per la produzione del vaccino italiano anticovid. «La produzione italiana di vaccini andrà ad aggiungersi a quelle realizzate all’estero rafforzando la capacità di risposta nazionale alla pandemia e accelerando così l’uscita dalla crisi», sono le parole pronunciate a inizio anno dall’ex commissario straordinario all’emergenza Covid 19.
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Allo stato attuale ReiThera ha ricevuto una minima parte dei milioni di euro del finanziamento di Invitalia, la maggior parte dei quali sarebbero dovuti andare a sostenere la ricerca e lo sviluppo. “Lo schema dell’investimento è illegittimo e quindi nullo”, è la motivazione estremamente sintetica con cui la Corte dei Conti ha decretato lo stop. A questo punto la biotech italiana attende il parere formale per capire come muoversi e non ha rilasciato altri commenti.
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Nel frattempo la campagna vaccinale procede in Italia, paese che presto potrebbe colorarsi tutto di giallo a seguito del calo dei contagi. Nei mesi scorsi StartupItalia aveva intervistato alcuni membri di ReiThera, per capire a che punto fossero le fasi di ricerca del vaccino italiano monodose. «La scelta monodose – ci spiegava Stefano Colloca, cofondatore e responsabile dello sviluppo tecnologico di ReiThera – permette di dimezzare i tempi e ridurre i costi. Non essendo prevista l’iniezione della seconda dose, si potrà procedere direttamente con la somministrazione del vaccino a nuovi soggetti, accelerando significativamente il processo». Purtroppo le tempistiche si sono allungate e con il piano di vaccinazione nazionale che prosegue il rischio è che si arrivi troppo tardi.