Invitalia ha appena approvato il contratto di Sviluppo presentato da Reithera che finanzia un investimento industriale e di ricerca da 81 milioni di euro. Gran parte dell’investimento: 69,3 milioni di euro, sarà destinato alle attività di R&S per la validazione e produzione del vaccino anti-Covid. Le prime fiale potrebbero essere disponibili quest’estate
“Siamo orgogliosi di aver concluso l’accordo con Invitalia, il cui intervento potrà accelerare lo sviluppo del vaccino italiano, a cui ReiThera sta lavorando con professionalità e dedizione fin dall’inizio della pandemia”. Hanno dichiarato Antonella Folgori e Stefano Colloca, soci di Reithera.
Il CdA di Invitalia ha appena approvato il contratto di Sviluppo presentato da Reithera che finanzia un investimento industriale e di ricerca da 81 milioni di euro. Gran parte dell’investimento, 69,3 milioni, sarà destinato alle attività di Ricerca&Sviluppo per la validazione e produzione del vaccino anti-Covid. La restante quota (11,7 milioni) sarà utilizzata per ampliare lo stabilimento di Castel Romano (RM), dove sarà prodotto l’antidoto.
Un vaccino tutto Italiano
Le agevolazioni concesse, in conformità alle norme sugli aiuti di Stato, ammontano a circa 49 milioni di euro: 41,2 milioni a fondo perduto e 7,8 milioni di finanziamento agevolato. Inoltre, in attuazione delle previsioni dell’articolo 34 del decreto-legge 14 agosto 2020, Invitalia acquisirà una partecipazione del 30% del capitale della società, a seguito di un aumento del capitale di Reithera.
Reithera ha già concluso, anche grazie ad un finanziamento della Regione Lazio ed in collaborazione con l’Istituto Spallanzani, la Fase I della sperimentazione, che ha dimostrato la sicurezza e l’ “immunogenicità” del vaccino.
Ora, anche grazie a questo ulteriore investimento, si passa allo stadio successivo, relativo ai test di sicurezza ed efficacia. L’obiettivo è arrivare in tempi rapidi ad ottenere le necessarie autorizzazioni da parte delle Autorità di vigilanza sia europee che italiane per poter somministrare il vaccino.
La capacità produttiva prevista a regime è pari a 100 milioni di dosi all’anno. Si prevedono, inoltre, 40 nuove assunzioni.
“E’ un accordo importante per ridurre la dipendenza del nostro Paese in un settore delicatissimo per la tutela della salute dei nostri cittadini” – spiega Domenico Arcuri, Commissario straordinario per l’emergenza Covid e Amministratore delegato di Invitalia. “La produzione italiana di vaccini andrà ad aggiungersi a quelle realizzate all’estero – aggiunge Arcuri – rafforzando la capacità di risposta nazionale alla pandemia e accelerando così l’uscita dalla crisi”.
“A oggi, il nostro obiettivo è concludere la fase 2 e 3 in sei mesi, in modo da ottenere l’approvazione da parte dell’EMA entro la prossima estate” ci aveva detto in una recente intervista Stefano Colloca cofondatore e responsabile dello sviluppo tecnologico di ReiThera, a StartupItalia. “A pieno regime e con le risorse necessarie, l’azienda può produrre 100 milioni di dosi, quindi saremmo perfettamente in grado di garantire all’Italia l’autonomia vaccinale“. Qui l’intervista completa.
Come funziona il vaccino e le differenze con gli altri già approvati
A differenza da Pfizer-BioNTech e Moderna, quello di ReiThera è un vaccino ‘a vettore virale’, che utilizza un adenocarcinome virus isolato da primati, a cui è stata tolta la capacità riproduttiva nell’organismo umano e quindi risulta innocuo. Questo vettore, chiamato GRAd, trasporta la proteina spike del Coronavirus e consente quindi all’organismo di sviluppare una risposta immunitaria specifica. Il suo funzionamento è simile a quello dei vaccini candidata contro Ebola e RSV. Un’altra differenza rispetto a Pfizer e Moderna sta nella somministrazione di un’unica dose, anziché due.