Da Pune, nel cuore dell’India, arriva Raji: An Ancient Epic, un’avventura epica ricca di combattimenti e intrisa di magia. La nostra recensione
L’India è la patria delle startup innovative. Eppure, per qualche strano motivo, non sono ancora molte quelle che si stanno specializzando in ambito videoludico. Prova, però, a farsi largo Nodding Heads Games, giovanissima realtà fondata da Ian Maude, Shruti Ghosh e Avichal Singh che ha avuto uno spazio di eccezione nell’Indie World di ieri, la presentazione online che Nintendo dedica a tutti i suoi partner più giovani, tra cui ovviamente spiccano un gran numero di startup. Subito dopo la presentazione, infatti, è stato distribuito il loro primissimo titolo: Raji: An Ancient Epic.
Da sinistra a destra, Paras, Avichal, Shruti, Ian e Anirudh Singh, concept artist
Raji: An Ancient Epic, un Prince of Persia in gonnella?
Prodotto da Super.com, Raji: An Ancient Epic arriva da Pune, nel cuore dell’India e, come tale, è intriso di fascino e mitologia indù e balinese.
Ispirata a testi mitologici come il Mahabharata e il Ramayanaa, la storia di Raji: An Ancient Epic comincia con lo scoppio di una guerra tra dei e demoni. Bramosi di vendicarsi per la disfatta subita mille anni prima, anche grazie al pronto intervento di divinità benevole, i demoni hanno deciso di conquistare nuovamente il mondo degli uomini.
Shruti Ghosh, Founder e game artist
Gli umani, dal canto loro, hanno ormai dimenticato le vie dell’alchimia e della magia. Le città e le fortezze, sguarnite di ogni difesa, sono cadute velocemente sotto gli attacchi dei demoni, lasciando gli umani alla loro mercé. Raji, una giovane orfana che fin dalla tenera età lavora come circense per mantenere il suo fratellino, Golu, si trova al mercato durante l’irruzione dei mostri. Nel parapiglia, lei finisce a terra priva di sensi mentre il bimbo viene caricato, assieme ad altri suoi coetanei, su di un carro per essere portato nelle miniere dei demoni e ridotto in schiavitù.
Dopo il rapimento di Golu, Raji si sveglierà su questa altura e scoprirà di essere la prescelta degli dei
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Quando tutto sembrava finito, Raji scoprirà di essere la prescelta degli dei. La ragazza dovrà sfruttare le sue incredibili doti ginniche (lavorava come circense, ricordate?) per avanzare in un mondo ormai distrutto e morente e sfruttare armi divine (dal tridente Trishula all’arco Sharanga) per eliminare gli sgherri di Mahabalasura, signore dei demoni. Ha così inizio Raji: An Ancient Epic, un titolo che, come già vi anticipavamo, non fa mistero di ispirarsi a Prince of Persia della francese Ubisoft.
Non saranno poche le volte in cui avrete l’impressione di giocare a Prince of Persia
Come nella saga del principe persiano, infatti, anche il titolo della startup indiana punta tutto sulla magnificenza e sontuosità degli scenari e sulle doti atletiche del nostro alter ego. I livelli non sono solo belli da vedere: sono i veri protagonisti del gioco, dato che, nascosta tra le pieghe e gli arabeschi dell’architettura medievale del Rajasthan, è stata intessuta la strada che ci condurrà a destinazione.
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Raji è agilissima, una vera e propria scimmietta: potrà scattare e correre sui muri, arrampicarsi lungo colonne, compiere vere e proprie acrobazie da parkour. Acrobazie che le torneranno utili anche nei combattimenti: le armi, infatti, per quanto divine, non suppliscono comunque al fatto che lei sia molto meno potente dei demoni, dunque sarà essenziale sfruttare gli elementi architettonici dello scenario a proprio vantaggio. In pratica, il più delle volte, occorrerà arrampicarsi su di una struttura per poi lanciarsi a capofitto sul nemico, così da aggiungere alla propria determinazione anche l’impatto della forza di gravità.
I combattimenti vi chiederanno di usare a vostro vantaggio le strutture architettoniche
Corse, salti e diversi inciampi
È davvero sorprendente come un titolo sviluppato da una giovanissima startup oggi riesca a scimmiottare, in senso buono, un videogame tripla A prodotto da uno dei più grandi brand del settore, Ubisoft. Ovviamente, le differenze di budget si vedono, così come qua e là, in filigrana, si evince l’inesperienza degli sviluppatori indiani, al loro primo videogame. Partiamo quindi con i difetti, che non mancano e diversi sono stati proprio ereditati dal titolo cui si ispira: al pari di Prince of Persia, anche Raji: An Ancient Epic presenta un percorso guidato che alla lunga può risultare frustrante. Gli scenari sono ampi e aperti, ma la via da seguire è una sola, come se si percorresse un corridoio invisibile.
Qua e là non mancheranno piccoli enigmi. In genere si tratta sempre di far ruotare strutture 3D o 2D per farne combaciare le parti
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Come in Prince of Persia, è sufficiente premere il tasto deputato al salto con un pizzico di ritardo, o senza essere rivolti esattamente nella giusta direzione, per finire nel baratro. Per fortuna i checkpoint sono numerosi… Dove Raji fa invece peggio del titolo Ubisoft è invece nella presenza di glitch: confidiamo che arrivi il prima possibile una patch ma nell’attesa segnaliamo che di tanto in tanto la nostra eroina si blocca nello scenario o i nemici smettono di attaccare. Anche i combattimenti, che pure presentano un combat system abbastanza variegato, non soddisfano: basta premere il tasto B per schivare ogni colpo e portarsi in vantaggio su qualunque nemico. Pure i colpi più potenti dei demoni, quelli che fanno saltare in aria mezza porzione di scenario, non ci danneggeranno se premeremo il salvifico B per tempo. E poco importa se abbiamo visto con i nostri occhi la collisione tra l’arma demoniaca e il corpo della piccola Raji: non avrà nemmeno un graffio.
I combattimenti non ci hanno convinto troppo. Confusionari e con nemici un po’ stupidi
Su Switch – e soprattutto in modalità portatile – la grafica appare poi sporca e spesso granulare. Sempre in modalità portatile può essere inoltre poco agevole individuare gli interruttori che aprono le porte o mettono in moto macchinari senza perdere diottrie su diottrie. In più, gli scenari sono sì belli, ma basta volgere l’attenzione poco più in là, ai fondali, per vedere che spesso sono appena abbozzati e divorati dalle nebbie. Si tratta comunque di sbavature per lo più non troppo gravi, cui va fatta la tara dell’inesperienza dei ragazzi di Nodding Heads Games e il prezzo budget (nemmeno 25 euro) cui viene offerto il gioco.
Alcuni fondali sono appena abbozzati, ma le architetture vi lasceranno senza fiato
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Insomma, Raji: An Ancient Epic non scorre sempre fluido come si vorrebbe. L’impressione è che gli sviluppatori si siano concentrati molto sulla maestosità degli scenari (e di alcuni boss) e meno sulla bontà delle sezioni platform e di combattimento. Basta però avere la pazienza di addomesticare il controllo della giovane eroina per trovarsi per le mani un piccolo gioiello indiano, godibile e zeppo di sfida.
Certo, aggiunge poco alla formula di Prince of Persia, un gioco che, nella sua saga 3D, è stato in auge dal 2003 (anno di pubblicazione de Le Sabbie del Tempo) al 2010 (Le Sabbie Dimenticate). Nel frattempo sono passati però 10 anni, quindi era lecito aspettarsi qualcosa in più. Ma a parte il novero di pecche che era doveroso elencare, chi è alla ricerca di un platform frenetico e vuole essere stregato dalle atmosfere indiane, troverà in Raji: An Ancient Epic un gran bel titolo.