La startup nata a Roma nel 2016 permette di depositare i bagagli in bar, ristoranti e negozi al prezzo di 5 euro così da avere la libertà di muoversi senza il peso di zaini e trolley
Ad aprirlo il sito di Bagbnb viene proprio la voglia di viaggiare. E forse è proprio questo lo scopo principale di questa startup romana che ha aperto più di mille depositi bagagli in più di 150 città del mondo per consentire ai cosiddetti “globetrotter” di liberarsi della pesante – letteralmente – zavorra delle valigie e godersi ogni minuto del loro soggiorno in un posto, senza dover perdere tempo per lasciare o riprendere zaini e trolley in albergo.
5 euro per “allegerirsi” dalla valigia
L’azienda fondata nel 2016 e guidata da Alessandro Seina ha avuto buoni riscontri sul mercato. Una crescita, pare, del 20 per cento al mese. Il funzionamento è semplice: usando l’app oppure registrandosi sul sito è possibile conoscere i bar, i ristoranti, i negozi che si rendono disponibili a ospitare per 5 euro le valigie dei viaggiatori. Questa somma verrà poi ripartita tra chi offre il servizio e i gestori della rete Bagbnb. La piattaforma può essere utilizzata anche per diventare custodi di bagagli e trovare così un modo per guadagnare qualcosina.
Un’altra faccia della gig economy
È un’altra sfaccettatura della gig economy, l’economia dei lavoretti, che consente a chi vuole arrotondare di inventarsi un’attività aggiuntiva per racimolare qualche euro mettendo a disposizione quello che ha. Nel caso specifico, lo spazio dove lasciare dei bagagli. Le attività commerciali e i ristoranti possono anche guadagnare dalla possibilità di invogliare i clienti a comprare qualcosa o a fermarsi a mangiare.
Il successo delle startup del turismo
A gennaio del 2017 un fondo di venture importante come Pi Campus ha deciso di dare supporto a Bagbnb con un seed round. La startup in questi due anni si è posizionata nel solco delle aziende innovative dedicate al turismo che vogliono rendere sempre più agile la vita dei loro utenti. Si tratta di aziende che hanno dimostrato di essere parecchio appetibili anche da parte degli investitori internazionali. L’esempio più evidente è quello di Musement che dopo round milionari è stata acquisita dal colosso tedesco del turismo Tui Group con una delle principali exit italiane degli ultimi 10 anni.