Un inno all’amore adolescenziale, una glorificazione di un sentimento candido e innocente che permette all’innamorato di sentirsi completo soltanto se è in compagnia dell’oggetto del proprio desiderio
Vi ricordate gli amori liceali? Quei sentimenti adolescenziali puri e travolgenti che facevano credere di potersi isolare dal resto del mondo per passare la vita con un’unica persona? Ecco, Haven racconta proprio un sentimento simile, rimandando in scena, in un futuro lontano e a tinte fantascientifiche, il dramma shakespeariano di Romeo e Giulietta. Anche nel videogame di The Game Bakers, startup innovativa francese che si sta imponendo come una delle software house più promettenti della scena attuale, i protagonisti appartengono a due fazioni contrapposte per motivi politici e anche nella storia scritta in quel di Montpellier, i due giovani sono disposti a tutto pur di stare assieme, anche fuggire dalle rispettive famiglie che non approverebbero mai la loro unione per atterrare in un pianeta in cui saranno i soli esseri umani. Trascorrere il resto dei propri giorni senza poter vedere più nessuno oltre al proprio amato appare, a chi ha superato le tempeste ormonali dell’adolescenza, l’anticamera dell’inferno, ma la coppia di Haven è sorretta da un amore genuino e passionale che non sembra aver fine.
Leggi anche: Immortals: Fenyx Rising. Pronti a scalare l’Olimpo?
Haven, RPG d’amore
E non lo avrà, ve lo diciamo subito. Perché a conti fatti il solo aspetto che non ci ha convinti troppo in un gioco altrimenti senza grossi difetti è proprio il fatto che la storia d’amore tra Yu e Kai, resa peraltro soppesabile dall’avanzamento di una barra, non potrà mai subire rallentamenti e nemmeno incidenti. Eppure, chiunque abbia avuto una relazione duratura saprà bene che non sono sempre un letto di rose: a momenti piacevoli si alternano fasi di stanchezza, incomprensioni, frangenti in cui si è vicini alla rottura. E siamo convinti che al gioco avrebbe fatto bene inserire diversi imprevisti per indebolire l’unità della coppia, magari con ripercussioni sulla trama e sulla sintonia nei combattimenti, che richiedono un’ottima intesa tra i nostri eroi. Invece niente: Yu e Kai metteranno piede sul loro nuovo pianeta da innamorati folli e più passeranno i giorni e le avventure più il loro rapporto si farà solido e a prova di dissidio, percorrendo una via unidirezionale che finisce per regalare ben poche sorprese.
E questo, come dicevamo, è il difetto principale di un titolo che tenevamo d’occhio da parecchio tempo e, dopo una ventina d’ore passate in sua compagnia su PlayStation 5 (inizialmente tutte le versioni sarebbero dovute uscire nel medesimo periodo, ma così non è stato e gli sviluppatori hanno preferito privilegiare le release per console d’ultima generazione, PS5 e X-Box Series X/S assieme a quelle PC e X-Box One, mentre le versioni PlayStation 4 e Nintendo Switch arriveranno tra qualche mese, nel 2021), possiamo dire il titolo ideato da Emeric Thoa si conferma tra i prodotti indipendenti più interessanti dell’anno in corso. E anche tra quelli più atipici.
Leggi anche: Su PlayStation 5 Spirit of the North, la volpe e la startup
Haven è un vero e proprio inno all’amore adolescenziale, una glorificazione di un sentimento candido e innocente che permette all’innamorato di sentirsi completo soltanto se è in compagnia dell’oggetto del proprio desiderio; un sentimento che dà la forza sia di rinunciare a tutto, sia di compiere atti sovraumani. Dal punto di vista del gameplay, Haven è un accrocchio di più meccaniche di gioco tenute assieme dall’intelaiatura di un GdR, seppur all’acqua di rose (scordatevi quindi alberi delle abilità da sviluppare, punti esperienza da investire, ecc…). Gli stessi Yu e Kai sono intercambiabili, non hanno, cioè, doti univoche che li rendono preferibili in un determinato frangente o che possono suggerire di mandare avanti uno in modo da trasformarlo in un berserkr rendendo l’altra un’abile maga guaritrice.
Niente di tutto questo: in Haven la complessità degli RPG canonici viene affievolita a favore di una maggiore speditezza d’azione. E non è necessariamente un male. Gli stessi combattimenti con i nemici, le creature native del pianeta su cui siamo atterrati corrotte da una misteriosa ruggine che si sta velocemente espandendo e che noi combattendo purificheremo ridando alle bestiole la loro originale bontà, benché a turni sono stati velocizzati in modo da apparire più affini a quelli dei rhythm game. Nonostante questa frenesia, però, Haven è anche un gioco di ruolo molto rilassato e rilassante, in cui talvolta le missioni sembrano più un pretesto per fare una scompagnata con la propria dolce metà e osservare i notevoli scorci disegnati dalla software house francese piuttosto che vere e proprie chiamate all’azione.
Leggi anche: This War of Mine, gli orrori della guerra su Nintendo Switch
Ma, si diceva, Haven è un miscuglio di più generi. E infatti ogni spedizione rivela anche una lieve inflessione di survivor game, pure in questo caso edulcorata rispetto agli standard tradizionali. Bisognerà comunque tenere d’occhio i parametri vitali della coppia che viaggerà quasi sempre tenendosi per mano (peraltro, se resterete per alcuni secondi senza toccare il pad li vedrete profondersi in baci appassionanti e ristoratori) e rientrare alla base prima di sera, o quantomeno trovare un posto sufficientemente sicuro in cui piantare una tenda per dormire all’addiaccio. Possibilità che vi sarà negata per le prime di ore e finché non avrete ottenuto i giusti potenziamenti, fatto, questo, che permette al mondo di Haven di schiudersi a poco a poco.
Le sortite lungo le coloratissime praterie aliene chiamano in causa altre meccaniche di gioco. Abbiamo anticipato che il pianeta è divorato da una misteriosa ruggine: ecco, come in Super Mario Sunshine il nostro compito sarà quello di ripulire il mondo da questa sozzura, scivolando delicatamente sull’icore grazie ai nostri stivali antigravitazionali. Infine, verrà il momento di rincasare, quello che alla fine contraddistingue Haven e lo rende trasognato, poetico e delicato come pochi altri videogiochi visti di recente. Qui la coppia si spoglierà, letteralmente, di scarpe, armature, vestiti e affanni e si lascerà andare a dinamiche quotidiane che sembrerà poter spiare dal buco della serratura, se non fosse, però, per la possibilità di intervenire attivamente sulla prosecuzione di flirt, scambi di battute e battibecchi potendo scegliere tra le opzioni che appariranno su schermo.
In questi frangenti Haven sembrerà persino una sottospecie di simulatore di appuntamenti anche se, come si diceva all’inizio della recensione, non sarà possibile peggiorare la sintonia tra i due fidanzatini, ma solamente accrescerla. Inoltre, all’interno del compound avremo modo di potenziarlo, costruire macchinari, abbellirlo, decorarlo, cucinare unguenti e pozioni utili nelle esplorazioni e renderlo quanto più possibile un nido d’amore, ascoltando le esigenze del proprio partner.
Insomma, con le sue mille anime, pur restando un’avventura delicata e mai realmente impegnativa, questo videogame francese ci ha davvero convinto. La promozione è d’obbligo. Abbiamo potuto provare Haven su PlayStation 5, dove presenta due opzioni grafiche: la prima tira al massimo i dettagli ma sacrifica eccessivamente la fluidità, la seconda presenta invece il compromesso ideale tra prestazioni ed effetti e sarebbe quella che vi consigliamo. Siamo però curiosi di vedere gli sforzi degli sviluppatori su PlayStation 4 e soprattutto su Nintendo Switch, dove la trasposizione di un titolo piuttosto pretenzioso a livello grafico potrebbe rivelarsi una sfida capace di mettere alla prova persino gli studi più grandi.