Maskarpone, Zottarella, Salam parmezali, Kapeleti e Spagheroni: tutti i tarocchi in un dossier che riguarda l’Italian sounding in Europa. Oltre alle frodi, la minaccia per il made in Italy è linguistica
La food blogger Chiara Maci è rimasta a bocca aperta davanti a questo menu di presunte “Italia Specialties” offerte all’aeroporto Grantley Adams alle Barbados. Chi ha mai sentito nominare infatti il Monachella Bianco? La tendenza a proporre prodotti dal tipico Italian Sound è l’ultima tendenza in fatto di food marketing. Ma dietro le storpiature e le fantasiose interpretazioni della cucina Made in Italy, si nascondono frodi che dilagano in tutto il mondo. In occasione della mobilitazione a difesa del Made in Italy tenutasi a Bologna, a cui hanno partecipato migliaia di agricoltori italiani, Coldiretti ha presentato il dossier “Cosa mangiano di italiano in Europa”, realizzato in collaborazione con la task force dei Carabinieri dei Nas all’estero. Si tratta del primo progetto nato per combattere gli inganni nei confronti dei consumatori europei, determinati dall’uso di immagini, parole e tricolore che richiamano impropriamente le qualità del Made in Italy. Le verifiche nei supermercati delle capitali di principali Paesi Europei hanno portato a scoperte a dir poco bizzarre.
Makaroni? No, grazie!
Il taroccamento del Made in Italy passa per la lingua. Non ci si preoccupa più nemmeno di mantenere il nome originale del prodotto: gli spaghetti perdono consonanti, trasformandosi in Spageti o Spaghete, fino ad arrivare agli Spagheroni scovati nei supermercati olandesi. A volte il termine spaghetti viene mantenuto, ma associato a un aggettivo con cui non ha molto a che fare (tipo “Bolognese”), senza curarsi del corretto uso di singolare o plurale. Il termine più taroccato fuori dai confini italiani è maccheroni. È il caso dei Makaroni in vendita nei supermercati britannici e in quelli ungheresi, dei Macarone e Macaroni trovati in Romania e Bulgaria.
Da Semisecco a Consecco e White Secco
Anche col vino non si scherza. Le contraffazione del nostro Prosecco ha una nutrita schiera di ammiratori-traditori: ecco che negli scaffali spuntano il Semisecco, il Consecco e il White Secco fatti in Germania dove si producono pure Meer Secco e Krissecco, al Crisecco imbottigliato in Romania, fino al Prisecco inglese aromatizzato alla frutta.
Cos’è l’Italian Sound
Tutti questi prodotti dai nomi e dalla manifattura molto creativi sfruttano l’appeal dell’italian sound sul consumatore straniero. L’Italian Sound è replicato grazie a caratteri tricolori, nomi conosciuti da chi ha avuto la fortuna di visitare il nostro paese. Il solo vedere stampati sulla confezione i colori verde, bianco e rosso stimola all’acquisto.
Il 67% dei consumatori è convinto di aver acquistato un autentico prodotto Made in Italy solo in virtù di questo elemento grafico, stampato sulle confezioni.
Il Made in Italy della creativa Slovenia
Il paese più prodigo di creatività nello storpiare nomi di cibi made in italy è la Slovenia: qui si può trovare la Mortadela al Bovizola, formaggio bovino che dovrebbe evocare il gorgonzola, o la Milanska salama al Maskarpone con la “kappa”. In Germania invece troviamo la Zottarella, formaggio che richiama la mozzarella nostrana, il “Feine salami” con l’aggiunta di parmigiano o il “Firenza salami”, anch’esso aromatizzato con formaggio. Il Cambozola dovrebbe corrispondere al nostro gorgonzola. Infine fa sorridere la proposta del Tortellone all’Italiana. In Olanda c’è ancora più confusione: troviamo il Carpaccio formaggio e gli Spagheroni, nonché Italiano sugo, Sugo Napoli e le Tagliatelle Carbonara, un’altra perversione linguistica che spiega come mai sia stato così facile creare il Carbonara Gate. I Taralli Don Maralli dilagano nei supermercati della Gran Bretagna. Anche nell’Est Europa il finto Made in Italy alimentare ha i suoi clienti: si va dall’Italia Biscuit in Bulgaria ai Salam parmezali rumeni, che producono anche il Salam Napoli e il Salam Bergamo, i Mini salamini piccollini, con la doppia elle da penna rossa.
Il vero pericolo dietro le frodi linguistiche
Oltre alla contraffazione, acquistare l’Italian Sound all’estero può comportare anche il pericolo di portare a casa prodotti pericolosi come la pasta scotta di grano tenero, i formaggi ottenuti dalla polvere o il vino zuccherato. In alcuni paesi sono stati messi sul mercato kit per la produzione casalinga dei formaggi italiani più conosciuti, come il Parmigiano o il Romano. A farlo una ditta inglese che propone tutto il necessario alla modica cifra di 130 euro. Quelle per la Mozzarella Cheese invece sono venduti a 30 euro. Si possono lavorare, con gli ingredienti a disposizione, circa 8 litri di latte per volta e, complessivamente, 40 litri di latte. “La mozzarella”, si legge nelle istruzioni “non è il formaggio più facile da fare e richiede un po’ di pratica per perfezionare l’operazione di estensione della cagliata. Se i vostri primi due tentativi sono deludenti non fatevi scoraggiare. Sarete ricompensati”. Inoltre l’Unione Europea permette la vendita di pseudo vino ottenuto da polveri miracolose contenute in wine-kit che promettono in pochi giorni di ottenere le etichette italiane piu’ prestigiose con la semplice aggiunta di acqua. È bene ricordare che il ministero delle Politiche agricole è l’unico al mondo ad avere accordi con eBay e Alibaba per far rimuovere i falsi prodotti Dop e Igp dagli scaffali virtuali e anche alcune startup si stanno impegnando per contrastare la contraffazione del cibo Made in Italy.
Secondo Coldiretti dalla lotta alla contraffazione e alla falsificazione dei prodotti alimentari italiani di qualità potrebbero nascere 300mila nuovi posti di lavoro.