Arrivato il via libera dalle autorità del Brandeburgo, anche se restano alcuni nodi da sciogliere. Lo stabilimento sarà dedicato alla produzione di Model Y e batterie, mira a realizzare 500.000 unità all’anno e promette 14.000 posti di lavoro
Tesla pronta ad inaugurare la Gigafactory di Berlino. Doveva essere già in funzione dallo scorso autunno, invece lo sbarco in Europa dell’azienda di Elon Musk è stato ripetutamente posticipato e messo in dubbio da una lunga serie di ricorsi da parte di associazioni ambientaliste, contrari alla costruzione dello stabilimento destinato alla produzione di Model Y. A mettere la parola (quasi) definitiva al prolungato braccio di ferro tra le parti è stato il ministero per l’Ambiente del Brandeburgo, che ha concesso le autorizzazioni per l’avvio della produzione di una struttura da 5 miliardi di euro, destinata a creare circa 14.000 posti di lavoro (in una zona caratterizzata in passato da forte disoccupazione). “Vedo la decisione come un leggero raggio di sole in tempi difficili ma anche come un passo molto importante per lo sviluppo del nostro Land”, ha dichiarato il presidente della regione tedesca, Diemar Woidke.
Il via libera è arrivato a due anni di distanza dalla prima pietra, giustificata da vari permessi preliminari, con una nota in cui l’autorità statale ha sottolineato la complessità che ha richiesto l’analisi dei requisiti per la costruzione nel sito di Grünheide, per il quale Musk aveva già ottenuto 19 autorizzazioni (grazie alle quali è stato possibile avviare e proseguire i lavori durante il 2020), dopo aver passato in rassegna documenti complessive di 536 pagine al fine di evitare potenziali pericoli idrogeologici per l’area circostante lo stabilimento. L’atto delle autorità statali, quindi, rappresenta l’ultimo passo per la messa in moto definitiva della Gigafactory, anche se restano due nodi da sciogliere.
In primo luogo c’è da ancora un processo in corso, intentato da alcune associazioni ambientaliste circa il rischio che la fabbrica possa assorbire una quantità di acqua tale da mettere a repentaglio le scorte necessarie per cittadini e aziende della regione. Sulla questione, però, Tesla ha annunciato che ridurrà il fabbisogno preventivato all’inizio. In secondo luogo, l’approvazione delle autorità del Brandeburgo deve essere pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dello stato, con l’entrata in vigore nel giro delle prossime due settimane. Come indicano le norme locali, tuttavia, chi vuole può presentare obiezioni entro un mese dalla pubblicazione. Al di là del caso specifico che ha superato processi, ricorsi e cavilli burocratici, in linea teoria Tesla deve ancora attendere prima di cantar vittoria (oltre a fornire alle autorità dettagli sull’installazione dei sistemi antincendio e dei dispositivi per la misurazione delle emissioni).
Tabelle a parte, comunque, al momento l’inaugurazione dello stabilimento è programmata per il 22 o il 23 marzo, con il probabile arrivo in Germania di Elon Musk, che più volte ha sottolineato l’importanza di un progetto costoso ma destinato ad accelerare la produzione di Tesla. Il sito di Berlino, in principio, sarà incentrato sulla Model Y, con l’obiettivo di arrivare a produrre circa 500.000 unità all’anno, quando lo stabilimento sarà a pieno regime. Circa un anno è il tempo previsto affinché le operazioni raggiungano il ritmo desiderato, con le attività di assemblaggio delle auto che saranno affiancate da un’area destinata esclusivamente agli impianti per le celle e il montaggio delle batterie.
L’inizio dei lavori a Berlino produrrà diversi effetti, con ricadute importanti per l’Europa, un po’ meno per i competitor di Tesla. L’effetto più evidente e immediato sono le centinaia di posizioni aperte sul sito che la società di Musk ha dedicato alla Gigafactory di Grünheide. L’apertura dello stabilimento è stato salutato con entusiasmo dalle autorità locali, come pure da tanti cittadini felici per le opportunità lavorative e la trasformazione di un’area rurale considerata finora poco attrattiva per le aziende e, quindi, caratterizzata da un’economia lontana dai fasti di altre regione. Per il Land di Postdam, infatti, l’arrivo di Tesla segna la nascita di un distretto industriale che, oltre alla visibilità globale, sarà un riferimento per l’industria automobilistica, capace di competere con il gruppo Volkswagen e il suo quartier generale di Wolsfburg. Con la produzione del suv Model Y, inoltre, Tesla accelera la diffusione del modello al momento prodotto nello stabilimento di Shanghai che, unito alla produzione di batterie, garantirà un vantaggio competitivo per guidare l’elettrificazione dell’Europa (dove ora domina proprio Volkswagen, con una quota di mercato del 25% davanti alla stessa Tesla, ferma ancora per poco al 13%).
Nei piani a medio-lungo termine del costruttore statunitense, inoltre, c’è la volontà di realizzare una ferrovia per agevolare gli spostamenti dei dipendenti tramite un treno elettrico, insieme allo sviluppo di impianti dediti al riciclaggio delle batterie, necessari per riciclare scarti di produzione delle celle e batterie originarie delle auto. Un passo inevitabile mirato al recupero delle materie prime e alla riduzione delle emissioni delle vetture, che permetterà alla società di gestire l’attività di riciclaggio in casa invece di affidarsi ad aziende terze come avviene ora.