Il mare è di tutte e tutti, ma, ancora, non per tutte e tutti. In Europa ci sono 130 milioni di persone con disabilità, di cui 10 milioni vivono in Italia: tra questi, circa 50 milioni sono viaggiatori abituali che preferiscono trascorrere le loro vacanze al mare.
Dall’ultimo Report Spiagge di Legambiente emerge però quanto il nostro Paese sia ancora in via di sviluppo nel campo dell’accessibilità ai servizi balneari e della costruzione di impianti sempre più inclusivi: questo dato conferma ulteriormente la tendenza dei turisti con disabilità o mobilità motoria ridotta nel non prediligere forme di vacanze balneari.
In un’indagine di UnionCamere, infatti, si afferma che su 7.173 stabilimenti balneari in Italia, solo 650 spiagge risultino essere pienamente inclusive.
Una percentuale minore del 10% che, in realtà, dimostra come l’accessibilità ai servizi balneari sia ancora una vera e propria conquista per le persone con disabilità.
Le spiagge inclusive, ovvero quelle stazioni balneari che garantiscono un’attenzione a 360 gradi a persone con disabilità o con mobilità motoria ridotta, rappresentano un passo sempre più importante per la gestione dei servizi balneari italiani, nonché anche un’importante risorsa economica e sociale da sviluppare: offrire spiagge accessibili significa puntare a garantire il diritto di tutte e tutti a godere del mare e delle attività balneari, lavorando collettivamente al miglioramento delle strutture in attivo.
Le spiagge inclusive: cosa sono e perché sono fondamentali
Le spiagge inclusive rappresentano un’oasi di accessibilità, dove ogni dettaglio è studiato per garantire che tutte e tutti possano godere del mare senza barriere.
Ma cosa significa, in pratica, che una spiaggia è inclusiva? Innanzitutto, l’accessibilità fisica è un elemento fondamentale. Rampe, passerelle e percorsi accessibili sono imprescindibili per consentire a persone con mobilità ridotta di raggiungere facilmente la spiaggia e l’acqua. Non si tratta solo di mettere delle strutture, ma di integrarle armoniosamente nel contesto naturale, permettendo così un’esperienza immersiva, ma senza ostacoli.
Poi ci sono i servizi adeguati. Le spiagge inclusive dispongono di bagni attrezzati e spogliatoi accessibili, progettati per essere utilizzati con facilità da persone con disabilità. Non mancano, quindi, le sedie JOB, speciali sedie da mare che facilitano il trasporto sulla sabbia e l’ingresso in acqua, permettendo a chi ha difficoltà motorie di fare il bagno in sicurezza.
Anche la presenza di personale formato risulta essere un aspetto fondamentale per lo sviluppo di queste spiagge. Questi professionisti sono formati per assistere le persone con disabilità, offrendo supporto pratico e garantendo che ogni ospite possa usufruire pienamente delle strutture disponibili. La loro presenza, infatti, non solo diviene un punto di riferimento rassicurante, ma risulta anche fondamentale per rispondere a esigenze specifiche che possono emergere per i bagnanti.
Infine, la segnaletica chiara e visibile gioca un ruolo chiave. Indicazioni ben posizionate e facilmente comprensibili permettono a tutte e tutti di orientarsi con facilità, evitando confusione e garantendo così un’esperienza serena e senza stress.
Le normative italiane ed europee stabiliscono standard rigorosi per queste strutture, premiando le spiagge che rispettano tali requisiti con certificazioni specifiche.
I riferimenti normativi che stabiliscono l’obbligo di rendere le spiagge accessibili alle persone con disabilità sono, infatti, parte integrante delle leggi che mirano all’abbattimento delle barriere architettoniche.
Una delle più importanti in questo ambito è la legge n. 13 del 9 gennaio 1989, intitolata “Disposizione per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati”, e poi anche l’articolo 1, comma 251, della legge 296/2006, che sancisce l’obbligo per le strutture che operano sulle spiagge di permettere alle persone di raggiungere il bagnasciuga, rappresentando un ulteriore passo avanti verso l’inclusione e l’accessibilità.
Una spiaggia inclusiva, quindi, è un vero e proprio luogo dove l’accessibilità è pensata a 360 gradi, dove ogni dettaglio è curato per garantire che il mare sia davvero per tutte e tutti.
Le spiagge inclusive in Italia, dal Veneto alla Sicilia
L’inclusione, intanto, arriva in sempre più territori in Italia. Tra tutti, uno dei più recenti è proprio quello della Regione Puglia con il progetto “Costa”, con il quale sono stati stanziati ben 1,3 milioni di euro per promuovere un turismo accessibile.
Anche in altre regioni sono già diverse le spiagge che si sono distinte per il loro impegno verso l’inclusività.
Dalla spiaggia di San Michele a Sirolo (Ancona), dotata di passerelle, sedie JOB e bagni accessibili, a quella di Bibione (Venezia), dove il lido offre percorsi agevolati e aree dedicate per persone con disabilità, oltre a una vasta gamma di attività ricreative inclusive.
Il Lido di Camaiore (Lucca), ad esempio, si è guadagnato riconoscimenti per i suoi lettini rialzati e le sue docce accessibili, rendendo l’esperienza balneare confortevole per tutti i visitatori. Anche una delle spiagge siciliane più famose e ammirate del mondo, San Vito Lo Capo (Palermo), da qualche anno non ha più barriere e ostacoli per nessuno, grazie al Centro Addestramento Acquatico “A.S.D. Project Diver” che ha supportato e promosso il progetto “ZERO BARRIERE”.
Il primo accesso attrezzato al mare per chi ha la SLA
A San Foca (Lecce), invece, si trova la spiaggia “La Terrazza”, il primo accesso attrezzato al mare per persone con SLA, patologie neuromotorie e altre gravi disabilità motorie. Quest’ultimo progetto, nato nel 2015 da un’idea di Gaetano Fuso e promosso dal progetto “IO POSSO”, è stato portavoce di una vera e propria rivoluzione nel mondo balneare accessibile.
«Gaetano, affetto da SLA, ci ha chiesto di realizzare il suo sogno: una spiaggia accessibile non solo per sé, ma per tutte le persone con disabilità motorie. Quindi ci siamo messi all’opera cercando di attivare competenze e risorse economiche e umane», racconta in esclusiva a StartupItalia Francesco Aprile, referente di IO POSSO. È così partita un’iniziativa molto intraprendente e vulcanica che in pochi mesi, da febbraio ad agosto, è riuscita a realizzare questa spiaggia: quella del 2024 è la decima estate di apertura. Nel frattempo il progetto è cresciuto, con la nascita in Salento di altre due spiagge, a Porto Cesareo e Gallipoli, negli ultimi tre anni. È diventato anche un modello per tante altre realtà fuori dalla Puglia. «Quello delle spiagge è il primo progetto, quello più noto, su cui investiamo di più, ma ne esistono anche altri meno conosciuti – prosegue Aprile -. Tra questi, uno riguarda il turismo accessibile ed è un camper dotato di pedana, sollevatore, concentratore di ossigeno e letto, per permettere alle persone con disabilità motorie gravi, che non possono viaggiare con altri mezzi di spostarsi comunque, anche per viaggi di motivazione personale o di piacere, senza dover sempre ricorrere all’ambulanza».
Spiagge inclusive, nuovi progetti per l’estate 2024
Nel 2024 si moltiplicano i progetti per l’abbattimento degli ostacoli in termini di inclusione. Esempi come il progetto “Mare per tutti 2024” ne sono la dimostrazione. Avviato dal Comune di Grosseto, rappresenta un altro esempio di come le amministrazioni locali italiane stiano lavorando per creare spiagge inclusive. Questo progetto, infatti, si focalizza sull’offrire un’esperienza balneare senza barriere, garantendo che ogni persona, indipendentemente dalle proprie capacità fisiche, possa godersi il mare in completa libertà.
In Liguria, poco più a nord, precisamente nel comune di Genova, il progetto “Genova sea inclusion” si fa portavoce degli stessi obiettivi del progetto gemello toscano.
Con la volontà di rendere le spiagge della città accessibili a tutti, eliminando le barriere che spesso impediscono a persone con disabilità di godersi il mare, l’iniziativa prevede una serie di interventi mirati, a partire dall’installazione di rampe e passerelle che consentono l’accesso agevole alle spiagge, anche per chi utilizza una sedia a rotelle.
Le passerelle, ben integrate nell’ambiente naturale, permettono di muoversi sulla sabbia senza difficoltà, rendendo il percorso fino al mare semplice e piacevole.
Oltre alle infrastrutture, il progetto include la costruzione e l’adeguamento di bagni e spogliatoi per renderli accessibili, nonché la presenza di personale formato e disponibile ad assistere chiunque abbia bisogno di supporto, sia per spostarsi sia per utilizzare le attrezzature messe a disposizione.
Progetti, quindi, che rappresentano modelli di eccellenza da seguire e che dimostrano come un impegno concreto e una pianificazione accurata sono in grado di trasformare le spiagge in luoghi realmente inclusivi, dove il mare diventa accessibile a tutti, e senza alcuna eccezione.