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Contenuti interattivi, opere da toccare e da ascoltare, guide nella lingua dei segni, nuovi device multimediali e introduzione di linguaggi contemporanei: si rinnova nel segno dell’accessibilità il Museo di Palazzo Pretorio di Prato, a 10 anni esatti dalla sua inaugurazione, avvenuta il 12 aprile 2014, dopo un complesso intervento di restauro del precedente Museo Civico, ospitato dal 1912 nel duecentesco edificio storicamente sede del Podestà e rimasto chiuso per un ventennio. 

Ispirato fin dalla riapertura ai principi dell’inclusione, il Pretorio insiste sulla prospettiva di una visione museologica sempre più aperta attraverso questo nuovo percorso parallelo multisensoriale, allestito grazie ai fondi destinati dal PNRR alla rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi pubblici della cultura. «L’arte deve essere vettore di coesione e di integrazione sociale – racconta a Startupitalia.eu la direttrice del Museo, Rita Iacopino -: con questa consapevolezza Palazzo Pretorio si mette in gioco e dà forma a nuovi modi di leggere la bellezza». 

Il nuovo percorso multisensoriale a Palazzo Pretorio

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Si parte da un plastico multimediale interattivo, che ricostruisce tridimensionalmente in scala il Palazzo stesso: questa postazione, dalla facile fruizione, consente l’esplorazione tattile dell’edificio e favorisce la “leggibilità” ai visitatori con ridotte capacità visive. Una serie di audio, attivabili con un tocco su specifici sensori, permette di ripercorrere le fasi storiche della costruzione attraverso gli elementi architettonici: la scala principale, la bifora duecentesca, la nicchia gotica, il campanile e la porta del Monte dei Pegni. «I criteri con cui questi audiovisivi sono stati sviluppati, per esempio la scelta di non inserire troppi dettagli nei plastici per non sovraccaricarli di contenuti, nascono anche dai preziosi feedback emersi durante il confronto con altri enti ed associazioni che quotidianamente lavorano e si interrogano sulle questioni dell’accessibilità».

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Si prosegue poi con le riproduzioni tattili di tre opere che fanno parte della collezione permanente del Museo: la Madonna col bambino tra due angeli di Donatello, il Ritratto di Albert Skira di Jacques Lipchitz e il Gioacchino Rossini di Lorenzo Bartolini. Realizzate tramite scansione e stampa in resina foto catalizzante 3D, le copie in scala reale offrono un’esperienza completa di fruizione ai soggetti non vedenti e ipovedenti, ma non solo: la colorazione uniforme, differente dall’originale, consente a tutti i visitatori di leggere diversamente superficie e volumetria. 

Un focus particolare è riservato al polittico di Giovanni da Milano raffigurante la Madonna col Bambino e Santi: già valorizzata con una postazione touch screen e contenuti dedicati, l’opera si arricchisce delle riproduzioni tattili in resina del medesimo e di due dettagli, oltre che di nuovi audiovisivi in Lingua Italiana dei Segni (LIS) e in International Sign Language (IS).

«Entro il primo semestre 2026 in ogni sala saranno presenti una o due altre innovative rappresentazioni tridimensionali delle opere, non solo delle sculture, ma pure dei dipinti, grazie anche alla consulenza del Museo Tattile Statale Omero di Ancona».

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L’arte vista dai ragazzi con sindrome dello spettro autistico

Infine, oltre a lavorare anche al restyling e all’aggiornamento del sito web e dell’app, con la creazione di nuove sezioni e contenuti, progettati per rendere possibile la navigazione anche da parte di un pubblico con difficoltà sensoriali o cognitive, il Museo di Palazzo Pretorio prosegue la sua collaborazione con la Fondazione Opera Santa Rita, realtà locale che dal 1934 assiste minori in difficoltà e ragazzi con disabilità. «E’ nata così “A.R.T.E., Guida per tutti”, uno strumento di comunicazione pensato e realizzato dai giovani con sindrome dello spettro autistico, che si sono messi in gioco raccontando il loro punto di vista», prosegue Rita Iacopino. Lo stesso è successo con la mostra “PretorioAPERTO – 10 anni 1000 sguardi”, che è stata allestita nello scorso mese di aprile: «Ha regalato una chiave di lettura alternativa delle collezioni: le produzioni artistiche originali sono state realizzate in collaborazione con gli educatori e gli operatori museali, ma anche con il contributo degli studenti del Liceo Artistico Umberto Brunelleschi di Montemurlo, coinvolti nel progetto».

Prato città “autism friendly”

L’obiettivo è quello di rendere il Museo uno spazio di confronto, conoscenza e dialogo con le diversità, in linea con il progetto più generale di città “autism friendly” avviato a Prato nel 2016. Nel corso degli anni è stata così creata una rete a misura di autismo, che coinvolge non solo enti ed associazioni, ma anche numerosi commercianti, che hanno aperto, con convinzione e formazione, le porte delle loro attività alla diversità. A tutte le realtà aderenti è stato consegnato un kit, composto da un logo per le vetrine, un cartello da esporre all’interno ed un vademecum, da utilizzare per essere riconoscibili come testimoni di un’accoglienza consapevole delle persone con disturbo autistico. 

In questo modo luoghi sia pubblici sia privati sono diventati vere e proprie zone di scambio di  tante sfumature: l’idea è che Prato possa essere facilmente vista e vissuta anche in modo inconsueto. «Le diversità sono parte di noi e sono una ricchezza da valorizzare», conclude Rita Iacopino.