Il prototipo concepito dal team BeonD del Politecnico di Torino, punta a rivoluzionare il mercato dei sistemi per la mobilità urbana: leggerezza, alte performance, bassi consumi. The Next Tech ha intervistato Massimiliana Carello, presidente e co-founder di BeonD.
L’idea di progettare e produrre un’auto che sfidasse la mobilità cittadina, sui consumi e sui costi, sul design e la praticità, nacque quasi dieci anni fa tra i banchi del Politecnico di Torino. Prima come idea per un hackathon, poi come una vera e propria iniziativa imprenditoriale.
Così Massimiliana Carello, ricercatrice di meccanica applicata al Politecnico di Torino, e docente di chassis design per il corso di ingegneria dell’autoveicolo, ha fondato insieme a due studenti dell’epoca, oggi un ricercatore, Andrea Airale, e un dottorando, Alessandro Ferraris, BeonD.
La storia di BeonD
BeonD, spin off del Politecnico di Torino, impresa nata e cresciuta nell’incubatore I3P, opera nel settore automotive, e ha già debuttato con il primo prototipo, XAM, con cui per tre anni consecutivi ha vinto il premio “Comunicazione e Marketing Award” per le numerose pubblicazioni e apparizioni televisive su reti nazionali e internazionali. Inoltre nel 2011 ha ricevuto a Roma la “Medaglia Premio” del presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, per l’impegno svolto negli anni come dimostrazione delle grandi capacità dell’azienda.
Il team ha dunque iniziato fin da subito a pensare ad una alternativa agile e pratica allo spostarsi in città con 1500 kg di veicolo, o più, evitando costi sempre più onerosi di un’auto di proprietà, e spiacevoli inconvenienti come il non trovare parcheggio o il non poter accedere alle ZTL. La nuova proposta di BeonD? XAM 2.0.
Cos’è XAM 2.0?
«La mobilità intelligente in Italia è ancora un sogno – afferma la professoressa Carello – sia dal punto di vista normativo, sia sul piano della consapevolezza dei cittadini. Da alcuni anni ormai noi di BeonD lavoriamo per offrire un’alternativa valida allo spostamento in città: XAM 2.0 è pensata per i centri urbani».
XAM 2.0 è un ibrido range extender (ossia un veicolo elettrico a cui è aggiunto un piccolo motogeneratore elettrico, che viene acceso in caso di necessità per proseguire la marcia), e ha batterie che permettono di percorrere altri 70 chilometri, dopo i 400 permessi dal pieno di energia (effettuato in 6 ore). XAM 2.0 ha inoltre un “generatore di corrente” utile per il range extender: un piccolo motore a benzina, con serbatoio di 10 litri.
Su XAM 2.0 ci hanno lavorato, oltre a Massimiliana Carello, Andrea Airale e Alessandro Ferraris, un quarto socio, Paolo Massai, oggi docente del Politecnico, che è stato vice presidente Alfa Romeo e Powertrain Chief di Ferrari F1.
Chi segue gli altri non arriva mai primo
XAM 2.0 è il progetto di business finora meglio riuscito di BeonD, nato dalla volontà di dare un seguito attraverso il trasferimento tecnologico dall’ambito scientifico della ricerca e della formazione all’implementazione sul mercato di nuove tecnologie e strumenti di ingegneria, con l’esperienza e il network creato nel corso degli anni grazie al lavoro e l’esperienza del gruppo di ricerca del Politecnico.
Gli obiettivi
«Stiamo già progettando una nuova auto ibrida, disegnata e pensata proprio per una produzione in serie, non più solo a livello prototipale – racconta Carello – noi non abbiamo la forza di produrre una grande quantità annuale di auto, perciò continuiamo a cercare soci e, perché no, vendere del tutto i nostri progetti. Non vogliamo fare i costruttori, non è il nostro mestiere».
XAM 2.0 è già un piccolo gioiello, un prototipo che ha attirato l’attenzione di investitori come il gruppo CLN, entrato in società tra dicembre 2015 e gennaio. Il veicolo è lungo 280 centimetri, larga 230 e alta 128, con una massa di appena 410 kg, ed una velocità massima autolimitata a 80 km/h: XAM 2.0 ha vinto il Premio Sviluppo Sostenibile 2015, selezionati tra più di 40 progetti.
«Proponiamo il quadriciclo come soluzione per piccole flotte aziendali, come car sharing cittadino o trasporto pubblico – afferma la presidente di BeonD – XAM 2.0 è un veicolo di prova viaggiante come dimostratore, ma con la nuova progettazione in corso stiamo aumentando la sicurezza attiva e passiva del veicolo. L’obiettivo, come detto, è vendere il nostro progetto: da soli non siamo in grado di farci carico di una produzione».
Luca Scarcella