I tre fondatori di Orygini hanno deciso di condividere la storia del pioneristico metodo di affinamento sostenibile delle 2000 bottiglie di vino adagiate lo scorso luglio sui fondali del mare che bagna l’Etna. “Grazie alla blockchain, ogni lotto racconterà dalla data di vendemmia e di raccolta delle uve in poi, testimoniando con dati concreti anche i benefici ambientali. Così i consumatori saranno più consapevoli”
Con il nostro viaggio alla scoperta delle startup siciliane dall’animo green ci stiamo avvicinando a Catania dove vi aspettiamo in diretta il 30 novembre nella sala dell’Enel Innovation Hub&Lab per parlare di sostenibilità, energie rinnovabili e tecnologia.
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Abbiamo fatto tappa alle pendici dell’Etna, nella zona dell’Area Marina Protetta Isole dei Ciclopi. E proprio alle cure del vulcano simbolo dell’isola e al dolce abbraccio del mare, la startup Orygini ha affidato l’affinamento di circa 2000 bottiglie tra Etna Doc Rosso, Etna Doc Bianco e Volcano Gin, il primo distillato dell’Etna.
“Avremmo voluto assaggiare un po’ di quello champagne conservato per oltre 200 anni in mare ma non ne era rimasta neppure una bottiglia. Sono andate a ruba a prezzi esorbitanti”
Immerse il 12 luglio a 50 metri di profondità nella zona dell’Area Marina Protetta dove per la mitologia hanno vissuto Polifemo e gli altri ciclopi, le bottiglie stanno invecchiando, monitorate e analizzate ogni mese dall’Università di Catania grazie al prelievo di campioni.
I primi risultati del pioneristico metodo di invecchiamento ideato da Orygini oltre a confermare il risparmio energetico e la sostenibilità del processo (dovuti all’ ambiente naturalmente refrigerato creato dal mare e che non rende, quindi, necessario regolare la temperatura e l’umidità con climatizzatori, né creare cantine isolate termicamente) sta regalando diverse sorprese positive sulla qualità e sulla velocità dell’affinamento del vino in mare. Le hanno condivise, in anteprima con noi di StartupItalia, i tre fondatori visionari di Orygini: Luca Catania, Giuseppe Leone e Riccardo Peligra.
Com’è nata l’idea
La notizia del ritrovamento fortuito di 170 bottiglie di champagne in un relitto di una nave affondata due secoli fa nel Mar Baltico e ancora oggi bevibili, ha acceso la lampadina dei tre startupper.
“Il vero segno dell’intelligenza non è la conoscenza, ma l’immaginazione. Il progetto della startup va in questa direzione”
“Avremmo voluto assaggiare – afferma Luca Catania, responsabile Marketing Orygini – un po’ di quello champagne conservato per oltre 200 anni in mare ma non ne era rimasta neppure una bottiglia. Sono andate a ruba a prezzi esorbitanti. Allora abbiamo deciso di trovare il modo di produrre vino affinato in mare, partendo dalla nostra terra e dall’Etna”. Pionieri e visionari, i tre startupper provenienti uno dal mondo della finanza, uno da quello dell’ingegneria e l’altro dal mondo della comunicazione, ma con la passione comune per il vino, hanno iniziato a studiare e cercare partnership per il loro innovativo progetto.
La cantina in mare aperto
Un sogno ambizioso diventato realtà, quello dei tre startupper.
“Il vero segno dell’intelligenza non è la conoscenza, ma l’immaginazione – afferma Riccardo Peligra, cofondatore Orygini – Il progetto della startup va in questa direzione”.
E percorrendo questa strada, i tre innovatori hanno ideato una cantina in mare aperto: una gabbia in metallo capace di contenere circa 500 bottiglie di vino che cullate dalle onde e protette dall’Etna, riescono a dare al nettare degli déi delle qualità eccezionali. Nel rispetto sia dell’ecosistema marino (ogni singola gabbia appoggia su quattro perni che non vanno ad alterare la crescita della flora e della fauna dell’Area Marina Protetta Isola Ciclopi), sia dell’ambiente visto che, stando ai dati raccolti i primi mesi, l’affinamento del vino in mare grazie alle temperature ideali e costanti dei fondali a 50 metri di profondità, conferma il risparmio di CO2 previsto da uno studio del Life CycleEngineering (che ha stimato pari a 0,68 Kg, la produzione di anidride carbonica nella fase di cantinamento per far invecchiare una bottiglia da 0,75 cl).
“Il cantinamento subacqueo ideato da Orygini – afferma Luca Catania – impedisce l’immissione in atmosfera di almeno 1350 Kg di C02. Inoltre abbiamo brevettato un innovativo metodo di imbottigliamento con un tappo che impedisce che l’acqua marina penetri nelle bottiglie alterandone il contenuto”.
La rete green di collaborazioni che promuove il territorio
Un’ idea innovativa e visionaria diventa vincente anche grazie alle sinergie che riesce a creare. E, nella realizzazione del loro ambizioso progetto, i tre startupper sono stati sostenuti da quattro partner che hanno a cuore la tutela dell’ambiente, la sostenibilità, l’innovazione e la promozione del territorio. All’Università di Catania è affidato il monitoraggio dell’affinamento in mare e la pubblicazione dei risultati ricavati dal primo studio al mondo su come evolvono nel tempo i vini sott’acqua.
“Il cantinamento subacqueo ideato da Orygini impedisce l’immissione in atmosfera di almeno 1350 Kg di C02″
Da luglio 2022, mese dopo mese i campioni di vino prelevati dal fondo del mare vengono trasportati in condizioni di temperatura controllata verso i laboratori dell’Università per un’approfondita analisi dei dati chimici. La mappatura completa permetterà di capire in che maniera la pressione, il buio totale, l’assenza di suoni, la temperatura costante e l’assenza di rumore cambiano il vino.
“Vengono monitorati 14 diversi parametri tra vini rossi e bianchi. Per ognuno di essi si analizza la variazione nel tempo dei vini immersi e delle bottiglie gemelle in affinamento tradizionale – racconta Luca Catania- In questo modo si otterrà uno studio scientifico che metterà in evidenza gli effetti specifici delle profondità marine sul vino. Dai primi test preliminari, pare che le intuizioni iniziali stiano trovando conferma: il vino sembra affini più velocemente sott’acqua, raggiungendo gli stessi risultati di quello invecchiato in cantina, ma in minor tempo. Staremo a vedere”.
Un risparmio di tempo, se confermato, ottenuto a impatto zero con un ritorno economico sia per i produttori, sia per il territorio sia per l’ambiente.
“Abbiamo brevettato anche un innovativo metodo di imbottigliamento con un tappo che impedisce che l’acqua marina penetri nelle bottiglie alterandone il contenuto”
Nella visionaria idea, poi, hanno creduto anche la cantina Benanti e la cantina Passopisciaro, oltre che l’Area Marina Protetta Isole dei Ciclopi, che ha permesso l’immersione delle bottiglie.
Come rendere l’intero processo sempre più green
Un processo, quello dell’affinamento in mare ideato da Orygini, che puntando sul green, ha intenzione di perseguire ambiziosi obiettivi come lo sviluppo sostenibile dell’area marina protetta, la valorizzazione delle sue attività tradizionali e la promozione dell’educazione ambientale. “Orygini rappresenta la visione di un mondo migliore – afferma Giuseppe Leone – dove natura e uomo collaborano per un progresso sostenibile”. Date le prime conferme, i tre startupper non hanno intenzione di fermarsi al primo ciclo di affinamento. Anzi.
“Stiamo investendo in sviluppo e ricerca per rendere l’intero processo ancora più green – dice Luca Catania – dall’imbottigliamento, passando per la movimentazione in mare fino l’immersione sui fondali. Contiamo di utilizzare fonti di energia rinnovabili”.
La Blockchain a servizio di produttori e consumatori
Per gli ideatori di Orygini, innovazione e sostenibilità vanno di pari passo e devono coinvolgere tutti, anche i consumatori. Per questo, utilizzando la tecnologia blockchain, hanno messo a punto un sistema capace di realizzare una carta di identità digitale di ogni singola bottiglia invecchiata con notevole risparmio energetico e logistico.
“Dai primi test preliminari, pare che le intuizioni iniziali stiano trovando conferma: il vino sembra affini più velocemente sott’acqua, raggiungendo gli stessi risultati di quello invecchiato in cantina, ma in minor tempo”
“ Il numero di serie di ogni bottiglia – conclude Luca Catania – racconterà ogni cosa, dalla data di vendemmia e di raccolta delle uve in poi, testimoniando con dati concreti anche i benefici ambientali. Così i consumatori saranno più consapevoli del prodotto che vanno ad acquistare”.
L’affinamento in mare: un mondo da esplorare
Un mondo ancora quasi inesplorato, quello dell’affinamento del vino in mare, sperimentato da un esiguo numero di cantine in Francia, Italia, Grecia, Spagna, Stati Uniti, Cile, Sudafrica, Australia e supportato da studi per lo più basati sull’analisi chimica pre e post immersione. Se confermati i primi risultati dello studio condotto sul processo ideato da Orygini, questo sistema di invecchiamento ecosostenibile, sarà capace di rendere sempre più green un settore, quello del vino, che solo in Italia vale circa 20 miliardi di euro contribuendo a raggiungere gli ambiziosi obiettivi di riduzione delle immissioni di CO2 previsti dall’Agenda 2030 oltre che dai programmi europei Green New Deal e Farm to Fork.
“ Grazie alla blockchain, ogni bottiglia racconterà dalla data di vendemmia e di raccolta delle uve in poi, testimoniando con dati concreti anche i benefici ambientali. Così i consumatori saranno più consapevoli”
Un’intuizione che parte si dall’idea visionaria di tre pionieri, ma anche da collaborazioni e sinergie con partner che hanno a cuore lo sviluppo sostenibile. E il Sios2022 Sicily Edition di Catania del 30 novembre contribuirà a mettere in contatto chi crede in un progresso green e sostenibile.