Due amici decidono di partire da Venezia e scendere fino a Corfù a vela: nel corso del viaggio, uno di loro decide di creare un’impresa per ridurre la pesca intensiva
La distanza tra Venezia a Corfù, navigando lungo la costa orientale dell’Adriatico, è di circa 750 miglia nautiche, quasi 1.400 chilometri. Si accarezzano le spiagge e le baie di quattro Paesi, dalla Croazia all’Albania, fino a spuntare sulle acque greche del Mar Ionio. L’estate di un anno fa, due velisti hanno deciso di compiere il tragitto a bordo di un Tornado, un catamarano lungo poco più di sei metri. Durante questo viaggio, durato 40 giorni, il giovane ingegnere navale, futuro fondatore della startup Ittinsect, Alessandro Romano, partito insieme al suo amico Amerigo Guardigli, nota un particolare inquietante: dove c’era un’attività intensa dei pescherecci in alto mare, la presenza di pesci sui litorali era molto più scarsa.
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“Mentre navigavamo, notavamo una quantità spropositata di pescherecci che montavano grandi reti a strascico utilizzata soprattutto per catturare pesce azzurro. Mi sono chiesto chi mangiasse tutto questo pesce”, racconta Alessandro a StartupItalia. “In questi casi il danno è doppio. Distruggere l’ecosistema di alto mare crea uno scompenso nell’ossigenazione nei mari, che a sua volta causa l’impoverimento di pesci sotto costa”.
Perché Ittinsect
Dopo la laurea in ingegneria navale e un periodo come trader navale, durante il quale comprava e rivendeva petroliere, Alessandro decide di ricongiungersi con l’aspetto più genuino del mare. La traversata adriatica diventa quindi il grimaldello da cui scaturisce l’idea di Ittinsect, una startup focalizzata nell’acquacoltura sostenibile. “Una volta tornati dal viaggio in catamarano, ho sentito l’esigenza di approfondire il tema e ho scoperto che la maggior parte delle sardine pescate ogni giorno sotto i nostri occhi diventa farina e olio di pesce, destinate sopratutto al mercato dell’itticoltura come mangime per gli allevamenti di pesce”.
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Un tema, quello della sovrapesca, forse meno battuto rispetto ad altri argomenti di sostenibilità ambientale, ma altrettanto grave. “Prima di fondare Ittinsect, ho annotato su un foglio di carta il mio obiettivo professionale e di vita: ridurre il pescato di un milione di tonnellate”. Il vero problema, spiega il founder dell’azienda, sta nel fatto che fino a oggi non esistevano alternative concrete all’uso massiccio della farina di pesce negli allevamenti ittici.
L’economia circolare al servizio del mare
Una volta individuato il problema, urgeva trovare la soluzione, ossia un’alternativa alle farine tradizionali. Per sviluppare il proprio progetto, il founder e Ceo di Ittinsect arruola esperti nel mondo dell’itticoltura, esperti e biologi marini. “Il nostro scopo era quello di unire il valore proteico del mangime a un processo di economia circolare“, sottolinea Alessandro. “Da questo punto di vista, la soluzione sta negli insetti, in grado di nutrirsi di scarti agricoli, che altrimenti andrebbero stoccati, e offrire le proteine animali necessarie per l’industria mangimistica. È quindi possibile creare una filiera sostenibile, capace di autoalimentarsi e ridurre la sovrapesca”.
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Il risultato è positivo: se oggi la farina di insetti viene utilizzata per il 2% sul totale dei mangimi utilizzati, grazie alla formula di Ittinsect, la percentuale sale fino al 30%, con l’obiettivo di crescere ancora, permettendo quindi di ridurre la quantità di mangimi animali.
Quale futuro per Ittinsect? Il primo passo già a novembre
L’idea della startup ha preso forma in Sicilia, dove, durante il lockdown, Alessandro e i suoi soci hanno stabilito un primo quartier generale temporaneo. In questo periodo, il team di Ittinsect si è aggiudicato il primo posto a Challenge Lab 2020. Promossa e organizzata dall’Impact Hub di Siracusa ed EIT Food, organismo indipendente dell’Unione Europea per stimolare l’innovazione e l’imprenditorialità nel settore alimentare, l’iniziativa ha l’obiettivo di incentivare l’agricoltura circolare e rigenerativa. Un altro importante riconoscimento è arrivato poche settimane fa, quando Ittinsect ha ricevuto il premio Sostenibilità alla quarta edizione di Wpp Innovators, evento creato dalla compagnia di servizi di marketing e comunicazione Wpp e dall’associazione no profit formata da imprese e privati, Amici della Triennale.