Riguarderà le vetture elettriche e ibride e durerà dal 1° marzo 2019 fino al 2021
Una delle misure più discusse della Legge di bilancio 2019 è stata senz’altro l’Ecobonus. Prevista inizialmente sotto forma di duplice intervento, ovvero un drastico malus per le auto inquinanti, un bonus significativo per l’acquisto delle vetture a basse emissioni, per poi essere rimodulata e ridimensionata a seguito della mancanza di fondi e delle critiche arrivate da più parti (su tutti, i produttori di automobili), l’Ecobonus è comunque una misura interessante che potrebbe avvicinare parecchi italiani all’auto ibrida o elettrica.
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Dato che è stata ormai cristallizzata nella versione definitiva della manovra (pag. 179 del Supplemento alla Gazzetta Ufficiale del 31 dicembre 2018), siamo in grado di dirvi a quale platea si rivolge e come funziona.
Ecobonus, cos’è e quanto dura
Del contenuto della manovra, per lo meno per ciò che riguarda l’ambiente, il nostro Sergio Ferraris ha già scritto ampiamente proprio qui su Impact lo scorso venerdì. In questa sede, invece, si va nel tecnico e si prova a capire, grattato il legalese che contraddistingue i commi della finanziaria, portata e limiti dell’Ecobonus.
Tetto di spesa: 50mila euro
L’Ecobonus si rivolge «A chi acquista e immatricola in Italia, anche in locazione finanziaria», si legge in G.U., «nel periodo compreso tra il 1° marzo 2019 e il 31 dicembre 2021, un veicolo di categoria M1 nuovo di fabbrica, con prezzo risultante dal listino prezzi ufficiale della casa automobilistica produttrice inferiore a 50.000 euro IVA esclusa».
I tipi di incentivi previsti
Due le possibili fasce di incentivi entro le quali ricadere, legate alle emissioni di anidride carbonica, con un ulteriore discrimine che dipenderà se si consegna contestualmente una vettura da rottamare. Parliamo di: uno sconto di 6.000 euro a patto di acquistare una vettura con emissioni di anidride carbonica da 0 a 20 grammi per chilometro. Viceversa, un bonus da 4.000 euro senza rottamazione.
Optando per una categoria differente da 21 a 70 grammi di anidride carbonica per chilometro si ha diritto solo a un contributo statale di 2.500 euro rottamando la vecchia auto. Viceversa, senza rottamazione l’assegno sarà pari a 1.500 euro.
Veicolo intestato da almeno 1 anno
«Il veicolo consegnato per la rottamazione», precisa la norma, «deve essere intestato da almeno dodici mesi allo stesso soggetto intestatario del nuovo veicolo o a uno dei familiari conviventi alla data di acquisto del medesimo veicolo, ovvero, in caso di locazione finanziaria del veicolo nuovo, deve essere intestato, da almeno dodici mesi, al soggetto utilizzatore del suddetto veicolo o a uno dei predetti familiari».
L’obbligo a carico del venditore
«Nell’atto di acquisto deve essere espressamente dichiarato che il veicolo consegnato è destinato alla rottamazione e sono indicate le misure dello sconto praticato e del contributo statale». Entro quindici giorni dalla data di consegna del veicolo nuovo, il venditore ha l’obbligo, pena il non riconoscimento del contributo, di avviare il veicolo usato per la demolizione e di provvedere direttamente alla richiesta di cancellazione per demolizione allo sportello telematico dell’automobilista.
Le auto da rottamare non dovranno più circolare
Con una ulteriore precisazione: «I veicoli usati non possono essere rimessi in circolazione e devono essere avviati o alle case costruttrici o ai centri appositamente autorizzati, anche convenzionati con le stesse, al fine della messa in sicurezza, della demolizione, del recupero di materiali e della rottamazione».
Bonus per l’acquisto e la posa di colonnine di ricarica
Ai contribuenti è riconosciuta inoltre una detrazione dall’imposta lorda per le spese documentate sostenute dal 1° marzo 2019 al 31 dicembre 2021 relative all’acquisto e alla posa in opera di infrastrutture di ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica fino a un massimo di 7 kW. La detrazione spetta nella misura del 50 per cento delle spese sostenute ed è calcolata su un ammontare complessivo non superiore a 3.000 euro.