Esther Crawford, chief executive of Twitter Payments, si è già difesa: «L’impressione peggiore che si potrebbe trarre è che il mio ottimismo o il mio duro lavoro siano stati un errore»
Aveva detto che avrebbe smesso. E invece Elon Musk, Ceo di Twitter, è tornato ad annunciare nuove ondate di licenziamenti nella Big Tech. Secondo The Verge si tratta del quarto blocco di layoff che riguarda i dipendenti dell’uccellino blu, da mesi operativi all’interno di una società che sta attuando una vera e propria rivoluzione. Tra le persone che hanno dovuto fare gli scatoloni c’è anche Esther Crawford, chief executive of Twitter Payments. Lei come migliaia di altri hanno subìto la riorganizzazione aziendale da parte dell’imprenditore sudafricano dopo l’acquisizione di Twitter lo scorso autunno per 44 miliardi di dollari. A incuriosire la stampa di settore è che, tra la cinquantina di nuovi licenziati del week end scorso, Crawford sembrava tra i talenti che aderissero di più alla hardcore culture richiesta da Elon Musk per continuare a lavorare in Twitter e salvarla dal fallimento.
When your team is pushing round the clock to make deadlines sometimes you #SleepWhereYouWork https://t.co/UBGKYPilbD
— Esther Crawford ✨ (@esthercrawford) November 2, 2022
Così Musk spiegava poche settimane fa durante un’intervista durante il World Government Summit a Dubai: «Devo rendere stabile l’organizzazione e assicurarmi che sia finanziariamente sana e che la roadmap dei prodotti sia chiaramente definita». Si è poi sbilanciato sul nuovo Ceo di Twitter dopo quel bizzarro sondaggio lanciato da lui stesso sulla piattaforma in cui chiedeva se avrebbe dovuto o meno lasciare la carica di amministratore delegato. «Credo che probabilmente verso la fine dell’anno sarebbe un buon momento per trovare qualcun altro che gestisca l’azienda».
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Torniamo però a Crawford. Il tweet che abbiamo ripreso qui sopra è stato postato il 2 novembre 2022, pochi giorni dopo l’acquisizione dell’anno per quanto riguarda il panorama tech. Dal momento che Musk è entrato come un elefante in una cristalleria in Twitter, chiedendo nuovi ritmi e un cambio radicale di cultura del lavoro, in molti hanno storto il naso. Ma non Crawford, che sui social si è dimostrata più che entusiasta di quel che stava accadendo nella società. «Quando il tuo team è impegnato 24 ore su 24 per rispettare le scadenze, a volte si dorme dove si lavora», con tanto di hashtag #SleepWhereYouWork e di foto in cui dorme in un sacco a pelo sotto la scrivania.
The worst take you could have from watching me go all-in on Twitter 2.0 is that my optimism or hard work was a mistake. Those who jeer & mock are necessarily on the sidelines and not in the arena. I’m deeply proud of the team for building through so much noise & chaos. 💙
— Esther Crawford ✨ (@esthercrawford) February 27, 2023
Non proprio un inno al work–life balance. Crawford aveva commentato i licenziamenti di massa sostenendo che fossero necessari «per sopravvivere, indipendentemente da chi fosse il proprietario dell’azienda». Dopo il licenziamento la manager ha postato su Twitter un commento: «L’impressione peggiore che si potrebbe trarre […] è che il mio ottimismo o il mio duro lavoro siano stati un errore. Quelli che deridono sono ovviamente a bordo campo e non nell’arena. Sono profondamente orgogliosa della squadra per aver costruito nonostante tanto rumore e caos».