In ambito accademico Wikipedia è spesso sottostimata in quanto ritenuta un prodotto da “dilettanti”. In realtà le potenzialità della piattaforma sono tantissime
Perché fare una scuola diversa dalla vita reale? È quello che si chiede Brendon Engles, uno dei tanti insegnanti premiati nelle scuole del mondo per aver portato l’insegnamento innovativo a base di tablet, QR code e Skype. In un certo senso, integrare la scuola nella vita reale vuol dire portarvi tutti quei dispositivi hardware ma anche software, app e siti web che si utilizzano nei momenti extrascolastici e che migliorano le nostre vite. Uno degli strumenti digitali più demonizzati dalla scuola e dall’università è Wikipedia, l’enciclopedia più famosa al mondo, considerata poco affidabile e soggetta alla leggerezza di alcune fonti non veritiere: un atteggiamento forse dovuto alla sua democraticità, ma ipocrita se si pensa che Wiki resta da anni il quinto sito più visitato al mondo con 490 milioni di lettori.
L’errore è un processo di miglioramento
Questo non la rende di certo del tutto affidabile, sebbene in un confronto tra l’Enciclopedia Britannica e Wikipedia, quest’ultima risultasse vicina per numero di imprecisioni e degna di nota per l’accuratezza delle informazioni. Ciò che dovremmo ripensare – e che la nostra enciclopedia online ci insegna quotidianamente – è il paradigma della correttezza: nel flusso costante e massivo di informazione, l’errore è probabilmente l’ostacolo più comune ma quello che rende adatti all’istruzione certi siti al posto di altri è proprio la possibilità di continuo controllo e costante correzione da parte di tutti gli utenti. Si tratta di contraddire, dialogare, correggere, un processo di miglioramento. Dove tutto è in movimento, il concetto di errore è troppo estemporaneo per essere considerato valido. Come far conciliare ciò con l’insegnamento scolastico?
Wikipedia interattiva
Lo ha fatto Ellis Jones, docente di sociologia in Massachusetts, che ha costruito un intero corso sulle teorie dei più importanti sociologi usando interattivamente Wikipedia: una volta affidata la scheda di un filosofo oggetto di ricerca a ciascun studente, ha chiesto loro di ampliare, modificare, apportare aggiunte o eliminare dati non verificabili nella corrispondente voce su Wikipedia. La loro ricerca, invece di partire da qualcosa di nuovo (che obiettivamente sarebbe difficile reperire su personalità di secoli passati già studiate e ristudiate), iniziava da un dialogo serrato con i testi, le bibliografie, la critica precedente e quella attuale, ovvero con l’autore della relativa pagina su Wikipedia.
Molto spesso le loro modifiche venivano accettate dagli autori delle pagine preesistenti, anche se non sempre, ma in ogni caso il confronto e la discussione che ne derivavano erano già “la metà dell’opera”.
Un modo originale per evitare il solito slogan che intima a ricercatori o tesisti di non attingere all’enciclopedia online per i loro paper. Ma non è l’unica iniziativa per risollevare la reputazione di uno dei siti più visitati al mondo: il municipio di Leicester (UK) ha stanziato 30.000 sterline per insegnare agli studenti delle scuole secondarie a usare in modo critico Wikipedia, allenandoli al “pregiudizio” e al controllo delle informazioni tramite il confronto con altri siti web. L’iniziativa, da molti considerata esosa, si è resa necessaria per la mancanza di una digitalizzazione da parte degli insegnanti e sarà affidata ad esperti esterni.
Imparare a riconoscere le fonti
In Italia ci pensa Wikimedia, che con il suo pacchetto di progetti per le scuole insegna a bambini e ragazzi l’uso “responsabile” di Wikipedia. Le iniziative – che hanno già coinvolto una trentina di scuole – sono molto apprezzate, dice Ginevra Sanvitale, responsabile dei progetti: «Modificare una pagina di Wikipedia è un’esperienza molto stimolante per gli studenti: da un lato possono scoprire come funziona uno strumento che utilizzano quotidianamente come fonte di informazione, dall’altro hanno l’opportunità di trovare un’applicazione pratica (la scrittura di voci) per quello che imparano sui banchi di scuola».
Insomma l’enciclopedia più nota al mondo potrebbe concretizzare il sapere teorico, cosa che di rado accade con gli insegnamenti di oggi.
«Che si possa vivere l’apprendimento come un processo continuo e personalizzabile è un’opportunità notevole per gli studenti» i quali tramite approfondimenti e collegamenti online possono vivacizzare le nozioni imparate sui banchi. Ma Wikimedia porta avanti una sensibilizzazione più ampia sui temi come «l’attendibilità delle informazioni, il punto di vista neutrale, l’autorità delle fonti», argomenti fondamentali per la formazione intellettuale e critica di una persona. «L’utilizzo critico di Wikipedia è anche un’opportunità per parlare di queste tematiche e per stimolare gli studenti a confrontarsi tra di loro su di esse».
E se fosse di carta?
Un insegnamento a 360°, «non solo per riconoscere l’informazione errata, ma costruttivamente per produrre quella valida». È grazie a progetti del genere che si riesce quotidianamente a superare lo scetticismo degli insegnanti su questo strumento. Se fosse di carta, sarebbe considerata più affidabile? È quello che si è chiesto il nostalgico Michael Mandiberg, che ha deciso di produrre una versione cartacea in 7.600 volumi di tutti i lemmi in lingua inglese dell’enciclopedia che, una volta stampati durante una mostra a New York, saranno disponibili per la vendita. Curiosità a parte, tra le idiosincrasie e i sospetti da parte dei docenti e il feticismo dei nostalgici, Wikipedia resta in cima ai siti più visitati dagli studenti durante la maturità per un ripasso comodo, pratico e veloce e un aiuto aggiornato per le tesine d’esame, in attesa del temuto orale.