A Milano, il il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci si è alleato con Sony Interactive Entertainment Italia per portare i visitatori direttamente su Marte grazie al sistema di realtà virtuale PlayStation®VR. In parallelo una mostra sul Pianeta Rosso
Ritrovarsi su Marte e osservare da vicino il pianeta rosso. Chi non desidererebbe almeno per una volta di provare questa emozione? L’esperienza è ora possibile grazie alla realtà virtuale. Ma se la VR si unisce agli scopi educativi, il risultato è esplosivo. Lo sa bene il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, a Milano, che si è alleato con Sony Interactive Entertainment Italia per portare i visitatori direttamente su Marte grazie al sistema di realtà virtuale PlayStation®VR. Noi di StartupItalia! abbiamo sperimentato una delle tecnologie di Virtual Reality più evolute sul mercato, accompagnati da Luca Roncella, Interactive Producer del Museo.
La missione su Marte
‘The Martian Virtual Reality Experience’ – questo il nome dell’esperienza virtuale al Museo – è emozionante. Appena si indossa il visore, ci si ritrova catapultati sul suolo di Marte nei panni dell’astronauta Mark Watney, protagonista del film Sopravvissuto – The Martian, diretto e prodotto da Ridley Scott. Solo guardandosi attorno ci si ritrova totalmente immersi sul Pianeta Rosso, fino quasi a poterlo toccare con mano. Una volta terminata l’introduzione, iniziano le missioni per cercare di sopravvivere. Si parte con la separazione delle patate, che si possono afferrare – come tutti gli altri oggetti – premendo un pulsante su appositi joystick luminosi; l’arrivo di una tempesta costringe il protagonista a cercare vie di fuga. Ecco allora che parte l’avventura vera e propria: il visitatore potrà dissotterrare un reattore al plutonio, sollevare pannelli solari con una gru, guidare finalmente il rover fino ad arrivare a sperimentare il volo in una navicella spaziale per poi abbracciare l’astronauta che gli viene incontro. Un’esperienza unica, che permette al visitatore di abbandonare virtualmente il luogo in cui si trova nella realtà per immergersi in una vera e propria realtà parallela, in uno scenario ancora oggi non possibile.
L’inganno del cervello
Dal punto di vista tecnologico, sono tanti gli elementi che ‘ingannano’ il cervello per fargli credere di essere in un luogo in cui nella realtà non è. “La prima tecnica è la stereoscopia, che permette di trasmettere l’illusione della tridimensionalità – spiega Luca Roncella – Il mondo virtuale è osservato da due telecamere che lo riprendono da due punti di vista. I due display inseriti nel visore mostrano il punto di vista di ogni telecamera; in questo modo, un occhio vede un punto di vista e l’altro vede l’altra prospettiva della medesima scena. Il cervello mischia le immagini, dando l’effetto di tridimensionalità. Oltre al visore che isola gli utenti dal mondo esterno, ci sono anche i sensori – sia sul visore sia sui joystick – che sono in grado di percepire il movimento di testa e braccia nello spazio, riproducendolo così nell’ambiente virtuale. Il risultato è il fenomeno noto come ‘senso di presenza’: il cervello percepisce di essere in una realtà in cui non è”.
Una mostra per raccontare Marte
L’esperienza di Virtual Reality si inserisce nel contesto della mostra ‘Marte. Incontri ravvicinati con il Pianeta Rosso’, promossa da Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Ministero dei beni e delle attività Culturali e del Turismo (MIBACT) e Museo Nazionale della Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci in collaborazione con Agenzia Spaziale Europea, INAF, Leonardo, Thales Alenia Space Italia e National Geographic. La mostra, curata da Viviana Panaccia e in corso fino al prossimo 3 giugno, vuole raccontare al grande pubblico la storia dell’esplorazione di Marte e l’importante contributo italiano a questa avventura. Dopo un richiamo alla figura mitologica del dio Marte, un’introduzione dedicata alle prime osservazioni dei canali di Giovanni Schiaparelli e alla grande produzione di letteratura fantascientifica, il percorso espositivo illustra lo stato della conoscenza che oggi abbiamo di Marte, attraverso i dati e le immagini che la più avanzata tecnologia spaziale ha permesso di acquisire: dalle prime ‘storiche’ immagini delle sonde Viking fino alla sonda europea Mars Express, ai rover americani Curiosity e Opportunity e alla sonda americana Mars Reconnaissance Orbiter. La mostra vuole essere anche un omaggio al programma europeo ExoMars, realizzato anche attraverso l’importante contributo dell’Agenzia Spaziale Italiana, il cui obiettivo è una profonda conoscenza del Pianeta Rosso e la verifica di eventuali condizioni favorevoli alla vita. Sono infatti esposti i modelli delle sonde ExoMars TGO e Mars Express e di un rover progettato per uno sbarco nel 2020, capace di muoversi e di penetrare il suolo per analizzarlo.
La realtà virtuale al Museo
Il Museo della Scienza e della Tecnologia non è nuovo alle esperienze di realtà virtuale. Già nel 2014, infatti, ha proposto attività educative basandosi sul primo visore VR di ultima generazione, OculusRift. Grazie all’esposizione ‘Dalla fotografia stereoscopica all’OculusRift’, i visitatori hanno potuto osservare l’evoluzione delle tecnologie di rappresentazione stereoscopica fin dall’Ottocento. “Sin dal 2014 abbiamo cercato di capire cosa si potesse fare con la realtà virtuale a livello educativo – spiega Luca Roncella – Il Museo ha rilasciato nel 2015 l’applicazione Toti Submarine VR Experience per smarthphone e visori VR mobile, grazie alla quale è possibile salire virtualmente a bordo del sottomarino s506 Enrico Toti esposto al Museo ed esplorarlo attraverso due modalità: la visita guidata tradizionale oppure una mini avventura, con un comandante che permette al visitatore di eseguire semplici operazioni in modo interattivo. A fine 2017 abbiamo anche organizzato un laboratorio dove è stato possibile sperimentare alcune App in modalità virtuale sui temi della matematica, immergendosi in grafici tridimensionali e all’interno della matematica. A febbraio scorso, invece, sempre grazie alla collaborazione di Sony Interactive Entertainment Italia, abbiamo simulato la missione Apollo 11 che per prima portò gli uomini sulla Luna il 20 luglio 1969”. E ora l’avventura continua con l’esplorazione di Marte grazie all’applicazione pubblicata dalla Sony Interactive Entertainment. Per partecipare all’attività ‘The Martian Virtual Reality Experience’ l’età minima è 12 anni e la prenotazione è obbligatoria on line (gli accompagnatori non devono prenotare l’attività). Inoltre, esiste già un calendario di date programmate per poter scegliere quando partecipare. “L’obiettivo che ci siamo posti è realizzare un’esperienza differente da quella che una persona può fare a casa. Aspetti fondamentali sono la presenza continua di un animatore scientifico che racconta il contesto, spiega le differenze tra film e la realtà e che è a disposizione dell’utente, la condivisione dell’esperienza con altre persone e la mostra a tema. L’obiettivo principale è far scattare la scintilla della curiosità e il desiderio di porsi delle domande che poi magari potranno essere approfondite a casa o a scuola, in un’ottica del fare concretamente le cose, che è il leitmotiv del Museo”.