In Etiopia sono moltissimi i villaggi isolati e le comunità nomadi. Così è diventata nomade anche l’istruzione, che si sposta in sella a un cavallo per raggiungere anche quei posti inaccessibili ad automobili e motociclette
A volte l’innovazione non passa per strumenti tecnologici e banda larga, ma per il mezzo di trasporto più antico. Il cavallo. Eppure anche quella è innovazione, se serve a portare la scuola dove non c’è, se serve a fare qualcosa che nessuno prima aveva fatto. In Etiopia esiste una “mobile education” che non ha nulla a che vedere con smartphone o tablet. L’aggettivo “mobile”, infatti, si riferisce a un movimento vero, fatto da un uomo e da un cavallo che percorrono centinaia di chilometri per portare un po’ di istruzione a chi, altrimenti, rimarrebbe analfabeta per tutta la vita. Questa singolare forma di insegnamento porta a porta – chiamata Horse Powered Literacy – avviene grazie al giovane maestro Legesse Enjero, che fa tappa in diversi villaggi isolati, irraggiungibili persino da auto o moto. Per questo si muove a dorso di un cavallo, la cui bisaccia viene di volta in volta riempita con libri, quaderni e matite. Questi vengono poi distribuiti da Legesse ai bambini, che gli corrono incontro quando lo vedono arrivare nel loro villaggio.
La lezione si svolge intorno a un albero; i bambini circondano Legesse che, per prima cosa, legge loro un racconto. Si passa poi all’insegnamento delle lettere e dei numeri. Quando la lezione è finita, Legesse raccoglie i libri e si incammina verso un altro villaggio, dove porterà ancora una volta la sua biblioteca mobile.
Spesso nei villaggi etiopi i bambini, fin da piccoli, devono aiutare i propri genitori nei campi e non hanno quindi modo di andare a scuola. Inoltre, in molti casi, la scuola più vicina si può trovare a ore di cammino, cosa che scoraggia anche i più volenterosi.
Non stupisce quindi che in Etiopia siano quasi due milioni e mezzo i bambini che non sono mai andati a scuola.
Per questo il lavoro di Legesse – promosso dalla Ong “Ethiopia Reads” – è ancora più importante. Anche Legesse, come i bambini ai quali insegna, non è potuto andare a scuola da piccolo, perché quella più vicina si trovava a tre ore a piedi dal suo villaggio. Una volta diventato padre però ha voluto che i suoi figli imparassero a leggere, a scrivere e a contare, così si è impegnato in prima persona per creare le basi di un’educazione per tutti, anche in Etiopia. Dal 2011 più di mille bambini hanno ricevuto un’educazione di base grazie a questo programma e ora possono finalmente sperare di continuare a imparare.