Si è conclusa la fiera “Fa’ la cosa giusta” a Milano: 3500 studenti hanno toccato con mano l’innovazione sostenibile nei FabLab
“Maestro ma questa è la stampante 3D? Prima o poi ci sarà nelle nostre scuole? Che materiale si usa per produrre gli oggetti? Quanto tempo ci vuole per fare questo vaso?”. I bambini si sa, fanno tante domande, si pongono tanti perché ma alla fiera “Fa’ la cosa giusta” trovano anche un sacco di risposte. Ogni anno, alla fiera del consumo critico e sostenibile, passo un’intera giornata con i miei ragazzi poco abituati alla mobilità sostenibile, al car sharing, all’amplificazione del suono dei loro smartphone con il legno, alle startup. Andiamo a toccare con mano l’innovazione, la creazione, l’artigianato digitale.
Andiamo a conoscere, a parlare con gli startupper che credono che la tecnologia può̀ essere applicata al sociale e all’accessibilità̀. Ho visto gli occhi dei ragazzini sgranati nell’area dedicata ai Green Maker: progetti, prototipi, tool e servizi per l’innovazione sostenibile. Lo spazio progettato in collaborazione con YATTA!, il makerspace milanese dedicato a designer, architetti, creativi, appassionati di elettronica e informatica che possono usare in prima persona macchinari innovativi e scambiare la propria conoscenza, ha affascinato centinaia di bambini che si sono trovati di fronte ad una stampante 3D “in carne ed ossa” o ad un caricatore per cellulari con pannello solare.
Più delle parole valgono gli esempi: è il caso di WeMake, un Makerspace e fablab milanese iscritto alla rete internazionale dei FabLab, in cui si insegnano e si condividono conoscenze legate alla fabbricazione digitale, al design e più in generale al saper fare. A “Fa’ la cosa giusta!” hanno mostrato ai ragazzi la “Circular Knitic”, una macchina per maglieria circolare completamente disegnata e stampata in 3D. I bambini hanno capito che cos’è FabLab Milano toccando la powerbank per smartphone, che si ricarica grazie a un pannello fotovoltaico oppure collegandola alla dinamo di una bicicletta. Un viaggio nel futuro che parte anche da un tappo che ogni ragazzo può avere in casa.
I bambini hanno compreso un sistema rivoluzionario: partire da un rifiuto, i tappi delle bottiglie di plastica, per riciclarne un altro, le acque reflue degli scarichi civili e industriali. Un sistema altamente compatto pensato per collegare tutte le abitazioni o attività produttive che per motivi geografici non possono essere collegate alla rete di depurazione comunale: circa il 20% del territorio italiano. Nulla di troppo serio. A “Fa’ la cosa giusta” i bambini si divertono con per giochi tecnologici alimentati con energie alternative, più̀ ecologici perché́ non dipendono dal consumo elettrico. Quest’anno hanno hanno partecipato 165 scuole, dai piccoli delle scuole dell’infanzia, fino ai ragazzi delle superiori, per un totale di oltre 3500 studenti. Forse dovremmo pensare di introdurre viaggi d’istruzione di questo tipo nelle nostre scuole: nei fablab, negli incubatori d’impresa, nei luoghi d’innovazione. Dobbiamo mostrare ciò che potranno fare, renderli consapevoli che è possibile.