Dal 23 al 28 ottobre torna la quarta edizione delle giornate di lettura per gli studenti. Lo scopo è educare i ragazzi al fascino dei libri: senza il timore del voto sul registro
Dal 23 al 28 ottobre torna Libriamoci, quarta edizione delle giornate di lettura nelle scuole. L’iniziativa, promossa dal Ministero dell’Istruzione – attraverso la direzione generale per lo studente e dal ministero dei Beni e delle Attività culturali, in collaborazione con il Centro per il libro e la lettura – si rivolge alle scuole di ogni ordine e grado di tutta Italia. L’invito per tutti gli insegnanti è quello di prevedere nelle attività scolastiche delle sei giornate momenti di lettura a voce alta svincolati da ogni valutazione scolastica. Nessun voto, solo il piacere di prendere in mano un libro e leggerlo.
Quest’anno tra i filoni tematici scelti dagli organizzatori, ai quali i maestri, i professori ma soprattutto i ragazzi possono ispirarsi, ci sono l’ambiente, la solidarietà e il benessere.
L’iniziativa anche sui social
Partecipare a questa iniziativa è molto semplice: i docenti che hanno organizzato uno o più momenti di lettura possono già da ora registrarsi alla banca dati attraverso il sito. Una volta convalidata, l’iniziativa si potrà scovare cliccando la mappa geografica sul sito che offrirà anche notizie, video e informazioni utili, oltre a strumenti di approfondimento e bibliografie ragionate. Il tutto sarà presente anche su Facebook e su Twitter con il tag #Libriamoci. Tra le prime 20 scuole che registreranno il proprio evento è previsto anche un premio all’istituto che organizzerà il più alto numero di iniziative.
Il fascino della lettura
L’obiettivo di questa iniziativa è quello di avvicinare i giovani al fascino della lettura. Il numero dei lettori giovani resta il più alto tra gli amanti dei libri, ma bisogna registrare un calo preoccupante dopo i 15 anni dovuto a una passione che non sempre è radicata. La proposta di Libriamoci va proprio in direzione contraria: punta a conquistare un lettore che resti tale per sempre, non solo perché obbligato a leggere dalla scuola e dai professori.