Il Miur ha pubblicato il focus “Studenti, computer e apprendimento: dati e riflessioni”, basato su dati Ocse-Pisa 2012 sulle competenze digitali dei ragazzi. I nostri sanno navigare bene in modo generico, ma si perdono quando devono fare ricerche specifiche
E’ vero, le nuove generazioni sono nate con il tablet in mano. Eppure, il fatto che i ragazzi di oggi abbiano accesso più facilmente alle tecnologie, non implica necessariamente che ne facciano un uso sempre efficace. Essere in grado di navigare in modo mirato, di leggere e capire testi su pc, e sapersi muovere nell’ambito digitale sono competenze oggi imprescindibili per entrare nel mondo del lavoro. Averle non è per nulla scontato. L’OCSE ha appena pubblicato il rapporto “Students, Computers and Learning” proprio per esaminare le competenze digitali degli studenti, con un occhio particolare sul Digital Reading. Il Miur ha estratto i dati per l’Italia nel focus “Studenti, computer e apprendimento: dati e riflessioni”, che analizza gli esiti delle prove di lettura in digitale dell’indagine Ocse Pisa 2012. I dati indicano che i nostri studenti hanno buone capacità di navigazione generica sul web (addirittura sopra la media Ocse), ma quando si tratta di fare ricerche per la scuola calano. Infatti, in Italia, solo un quarto degli studenti “naviga” in modo “orientato” e “critico”. C’è un gap tra casa e scuola: gli studenti usano molto il pc nell’ambiente domestico ma ancora troppo poco a scuola. Questo è dovuto anche a una bassa alfabetizzazione digitale da parte degli insegnanti italiani rispetto alla media. Ma vediamo i dati nel dettaglio, anche con l’aiuto delle infografiche.
I test di riferimento
Le prove di PISA 2012 sono state proposte sul tradizionale supporto cartaceo agli studenti di 66 Paesi. In un sottoinsieme di 44 paesi, tra cui l’Italia, agli studenti è stato richiesto di svolgere prove anche in formato digitale (Computer Based Assessment- CBA). La prova di Lettura in Digitale ha proposto quesiti ai quali lo studente poteva trovare una risposta navigando nell’ambiente interattivo attraverso l’uso di una tastiera, di un mouse e di un browser. Nei test, ai ragazzi veniva chiesto di trovare informazioni e dati, e di usare il computer in ambiente messaggistico (e-mail, blog, chat room, forum). L’analisi comparativa svolta dall’OCSE mostra una realtà in cui, nonostante la loro potenzialità e diffusione, le TIC (tecnologie dell’informazione e comunicazione) non sono ancora utilizzate in modo efficace nell’ambito dell’insegnamento.
Nella comprensione digitale siamo sopra la media Ocse
Nelle prove di lettura in digitale gli studenti italiani hanno ottenuto un punteggio medio di 504, superiore alla media Ocse di 497. Ma pochi sono i ragazzi con le performance più elevate. Il 32% degli studenti ha capacità elevate di navigazione e sa districarsi in Rete fra testi di formato diverso. Da una scala da 1 a 5 dove 5 è il massimo delle competenze, il 23,8% si posiziona al livello 4 (Strong Performers) e l’8,2% al livello 5 (Top Performers). Il 31,4% degli studenti italiani si attesta sul livello intermedio, il 3 (Moderate Performers), che è comunque sopra la media Ocse pari al 29,9%. Mentre il restante 36,6% rientra nelle categorie più basse: il 20,9% è al livello 2 (Low Performers) e 15,7% sotto il livello 2.
…ma a scuola siamo ancora carenti
Le capacità di navigazione degli studenti italiani quando devono svolgere compiti scolastici cala: il 67% dei nostri quindicenni usa il pc a scuola contro il 72% della media Ocse. Per quanto riguarda la diffusione e uso delle TIC nelle scuole i dati indicano per l’Italia un rapporto tra numero degli studenti e disponibilità di computer migliore della media OCSE, che è pari a 4,7 studenti per computer (rapporto su cui incide notevolmente la situazione in Paesi come Turchia e Messico). Nelle scuole italiane c’è un computer ogni 4,1 studenti quindicenni, rapporto che ad ogni modo pone l’Italia al 27esimo posto nella graduatoria dei 34 Paesi OCSE.
I ragazzi italiani che stanno più di 6 ore al giorno davanti al pc a casa, che sono considerati internet-dipendenti, sono il 5,7%, contro una media OCSE del 7,2%. Un dato, quindi, da leggere come migliore rispetto ad altri Paesi in cui il valore si avvicina al 10% (Danimarca, Olanda e Grecia) o lo supera (la Svezia è al 13,2%).
I docenti chiedono più competenze
Il focus del Miur pone l’attenzione anche sull’indagine TALIS 2013 sull’insegnamento, che prende in considerazione il “Profilo dei docenti e delle scuole in cui lavorano” e la questione delle “Risorse delle scuole”. Gli insegnanti italiani coinvolti nell’indagine TALIS 2013, sulle priorità relative alla crescita professionale, hanno messo ai primi posti due fattori direttamente connessi con l’ingresso delle tecnologie digitali nella metodologia didattica e con il progressivo aggiornamento. Il bisogno di sviluppare le “Competenze nell’uso didattico delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione” risulta al primo posto per gli insegnanti sia di scuola secondaria inferiore (35,9%) sia di scuola secondaria superiore (36,1%). L’esigenza di accrescere le competenze d’uso di “Nuove tecnologie nel contesto lavorativo” è al secondo posto tra gli insegnanti di scuola secondaria superiore (35,7%) e al terzo tra quelli di secondaria inferiore (32,2%).