Nella Giornata Mondiale del Diabete la società farmaceutica ha presentato uno studio che testimonia i rischi del web. Ma internet è anche il luogo dell’incontro e i social network possono motivare i pazienti
Tanti rischi, ma anche isole felici dove trovare informazioni preziose e ascolto. È il mondo del web e dei social network dove se le fake news in tema sanitario costituiscono un pericolo per la salute e un ostacolo alle cure, esistono anche portali e siti dove famiglie e pazienti possono motivarsi a vicenda nel percorso terapeutico. Ieri, mercoledì 14 novembre, si è celebrata la Giornata Mondiale del Diabete e Sanofi Italia ha presentato nella propria sede a Milano la prima ricerca sulle fake news in rete riguardo al diabete, un tema che soltanto in Italia ha prodotto 11,4 milioni di interazioni sui social in meno di un anno. «La rete è un luogo fondamentale per i pazienti – hanno ribadito le associazioni presenti all’incontro – ma nulla potrà sostituire l’incontro tu per tu con il proprio medico».
Cos’è il diabete
Come riassume l’Istituto Superiore di Sanità “il diabete è una malattia cronica caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia) e dovuta a un’alterata quantità o funzione dell’insulina”. Nel diabete di tipo 1 – che colpisce circa il 10% dei pazienti – “il pancreas non produce insulina ed è quindi necessario che essa venga iniettata ogni giorno e per tutta la vita”. Per quanto riguarda il diabete di tipo 2 – che riguarda il 90% dei malati – “è certo che il pancreas è in grado di produrre insulina, ma le cellule dell’organismo non riescono poi a utilizzarla”.
Diabete e social network
L’obiettivo della ricerca che ha passato in rassegna il fenomeno delle fake news in rete sul diabete, condotta da Sanofi, Brand Reporter Lab e con il contributo scientifico dell’Associazione Medici Diabetologi, mirava a comprendere come le persone navigano alla ricerca di informazioni su questa malattia cronica, quali sono i contenuti più virali e quali le fonti privilegiate. Durante il periodo di analisi – da gennaio a settembre 2018 – sono stati pubblicati in Italia 133mila post che hanno generato oltre 11 milioni di interazioni. I contenuti dei commenti si sono rivelati per il 60% “totalmente errati”. Per quel che riguarda i post, a farla da padroni sono state le piattaforme Facebook (33,3%) e Twitter (29,8%), mentre sull’engagement la ricerca certifica il monopolio di Youtube: 87,5%.
Quante fake news sul diabete
All’incontro moderato da Giampaolo Colletti – e diffuso in streaming dalla sede milanese di Sanofi – si sono commentati alcuni dei dati più preoccupanti della ricerca su fake news online e diabete. Come ha spiegato Diomira Cennamo, direttore scientifico di Brand Reporter Lab, «analizzando i 100 statement più virali sui social che riguardavano il diabete il 60% sono risultati falsi, l’8% potenzialmente veri e soltanto il 32% veri». Ciò significa che due messaggi su tre contenuti in post sui social hanno dato informazioni non affidabili e in alcuni casi pericolose a pazienti e famigliari.
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Dove la ricerca è sicura
Nella Giornata Mondiale del Diabete l’incontro di Sanofi ha voluto però anche riconoscere la bontà di piattaforme come Portale Diabete ideato da Daniela D’Onofrio dove, come si legge sul sito, “ogni opinione di carattere medico è fornita esclusivamente da specialisti riconosciuti a livello nazionale e internazionale”. E i social? Deve essere per forza il terreno degli influencer? «I medici sono lì per distinguere tra scienza e aneddoti – ha commentato il diabetologo Enzo Bonora – ma quello che facciamo può essere potenziato: in una malattia come il diabete la motivazione è fondamentale e i social possono anche aiutare in questo processo».