All’indomani del provvedimento di sospensione dell’attività scolastica, il punto con il dirigente scolastico dell’Istituto Majorana di Brindisi
Alla fine non ci si rende mai veramente conto di un’emergenza fino a quando l’allarme, con tutte le limitazioni che comporta, non entra in casa, cambiando le abitudini delle persone e delle famiglie. Ecco, anestetizzati dal flusso delle informazioni, non ci siamo resi conto di quanto fosse grave l’emergenza Coronavirus. Fino a che il Governo mercoledì sera non ha annunciato la sospensione dell’attività didattica fino al 15 marzo su tutto il territorio nazionale. Un provvedimento unico nel suo genere, mai preso prima, che coinvolge i 9 milioni di studenti italiani (ad adottarlo anche altri 12 paesi, per più di 290 milioni di studenti interessati, secondo i dati Unesco). Che succederà ora si sono sicuramente chiesti alunni e genitori, insegnanti e dirigenti scolastici?
Leggi anche: Coronavirus, aiutate l’Università a trovare la cura giocando al videogame
Le risposte dell’innovazione. Qualcuno sta già provando a dare delle risposte, mettendo in campo progetti innovativi supportati dal digitale, con l’obiettivo di non interrompere la continuità scolastica e sostenere l’attività didattica. Trasformando, con la caparbietà di chi non molla di un centimetro, “un’emergenza in opportunità”. Salvatore Giuliano, già sottosegretario all’Istruzione del primo governo Conte, è il dirigente scolastico dell’Istituto Majorana di Brindisi. Già prima dello stop alle lezioni aveva messo a disposizione materiali didattici (video-lezioni online di Fisica, Chimica e Matematica) delle scuole costrette a fermare le lezioni in classe. Poi nei giorni scorsi ha fatto sì che i suoi alunni si collegassero via web per spiegare la chimica ai bambini e ai ragazzi dell’istituto comprensivo di Lozzo Atestino di Vo’ (in provincia di Padova) costretti a restare chiusi in casa a causa del Coronavirus.
La scuola non abbandona nessuno. «Da questa situazione – aveva detto Giuliano – possono nascere delle opportunità di confronto e crescita se siamo in grado di fare rete. Per i miei alunni si tratta di un’esperienza davvero motivazionale e di un momento di solidarietà autentica tra scuole, tra docenti e studenti. Il messaggio che deve passare è che la scuola non abbandona nessuno e che fra loro le scuole fanno rete nell’interesse esclusivo dei bambini e dei ragazzi». È stato solo il primo passo per arrivare poi a fare online altre lezioni che i ragazzi di Brindisi stanno preparando per i loro colleghi più piccoli. Abbiamo sentito Salvatore Giuliano, la mattina dopo l’annuncio del provvedimento di stop alle lezioni. Ecco cosa ci ha detto.
Leggi anche: Coronavirus, la lotta alle fake news passa anche dai social
Giuliano, che idea si è fatto dell’emergenza Coronavirus?
«Sono stati presi provvedimenti drastici di chiusura delle scuole. E questa cosa, in sé, da uomo di scuola, dispiace. Ma ritengo che adesso ci si debba rimboccare le maniche e fare di questa situazione un’opportunità. Questa può essere l’occasione per spingere verso la digitalizzazione della scuola, che non può più essere rimandata o rinviata».
Lei è già al lavoro in questa direzione.
«Qualche giorno fa la abbiamo fatto una lezione in streaming a distanza per gli alunni di Vo’. L’iniziativa ha avuto grande risalto sui social e si sono aggiunti anche gli studenti di Codogno».
Com’è andata?
«In particolare abbiamo organizzato una video-lezione di chimica dei colori».
In che altro modo questa emergenza può trasformarsi in un’opportunità per la scuola?
«Di sicuro si stanno intensificando le relazioni e questo è un fatto già positivo. C’è uno scambio di opinioni, punti di vista e buone pratiche fra docenti. Stiamo intercettando tante richieste di aiuto che arrivano da ogni parte d’Italia e vogliamo mettere a fattor comune le nostre esperienze».
Fake-News, che consigli ha dato ai docenti della sua scuola?
«Di fare attenzione alle sintesi fuorvianti e di attenersi alle fonti ufficiali».
Che atmosfera si respira nel suo Istituto?
«C’è attenzione. Ci siamo attenuti alle indicazioni provenienti da Governo centrale, dal Ministero della Salute e dalla Protezione Civile. Fino a ieri c’erano i ragazzi e c’era serenità, erano dispiaciuti di non poter venire a scuola».
Giuliano, come usciremo da questa emergenza?
«Ci vorrà del tempo, ma ne usciremo più forti di prima. Se ci affidiamo a degli specialisti e non ci facciamo prendere dall’ansia possiamo uscirne velocemente».