Economia in crescita, popolazione giovanissima, aumento della domanda interna e dei consumi, rientro dei talenti dall’estero, incentivi alle startup, investimenti stranieri. Ecco come Ho Chi Minh City sta diventando un nuovo grande hub tecnologico
Economia in costante crescita, popolazione giovane e in aumento, riforme, dinamicità, basso costo del lavoro. E talento. Il Vietnam ha tutti gli ingredienti per diventare uno dei principali poli tecnologici a livello mondiale. E in realtà sta piano piano già assumendo questo ruolo con politiche mirate ad attrarre gli investimenti stranieri e al rientro dei tanti cervelli all’estero.
Economia e popolazione in crescita
Il Vietnam è uno dei mercati in maggiore espansione negli ultimi anni, con una costante crescita intorno al 6,5 per cento che nel 2017 si è leggermente abbassata anche a seguito di un generale rallentamento tra le economie emergenti. Ma i tassi sono comunque più che positivi. Così come in costante crescita è la popolazione, che è molto giovane. Oltre la metà dei cittadini vietnamiti hanno infatti meno di 30 anni. Basta questo dato per capire le enormi potenzialità del Paese del sud est asiatico. L’alfabetizzazione digitale da queste parti è altissima e il Vietnam ha le carte in regola per imporsi anche all’interno di un mercato tecnologico che in Asia è dominato dalla Cina e ha nella Corea del Sud un’altra importante realtà.
Il ritorno dei cervelli in Vietnam
Così come Taiwan, anche il Vietnam punta molto sull’innovazione. Il principale sforzo del governo, negli ultimi anni, è quello di riportare a casa i suoi cittadini che sono andati all’estero per studiare e lavorare. Uno sforzo che sta dando i suoi frutti. I fondatori di diverse startup vietnamite di successo sono infatti cervelli rientrati in patria dopo importanti esperienze in terra straniera e ora riapplicate in madrepatria. È il caso di Huydong.com e di Ticketbox, due importanti realtà di cui si è occupata anche la Bbc. Tutto ciò sta creando una scena tech vibrante, con diverse startup concentrate in primo luogo sulla risoluzione di problemi quotidiani. Huydong.com, per esempio, è una piattaforma di social lending che offre la possibilità di accedere a capitali a persone sprovviste di un conto corrente bancario. Il focus sull’internet-of-things sta dando ampi frutti e il Vietnam è già diventata la terza scena tech asiatica. E non intende fermarsi. Il centro di questo “boost” dell’innovazione è Ho Chi Minh City, considerata ormai una delle Silicon Valley asiatiche.
Gli investimenti stranieri
La congiuntura è particolarmente favorevole per il Vietnam, per diversi motivi. Innanzitutto la popolazione in crescita sta facendo salire anche la domanda interna, con conseguente aumento anche di mercato e consumi. Il governo ha avviato programmi per favorire gli investimenti esteri, particolarmente attratti da un mercato con redditi in crescita e inflazione in calo. Un altro aspetto rilevante è il costo del lavoro basso che, unito a una burocrazia meno stringente del gigante cinese, sta convincendo molti big del tech a puntare la loro attenzione da queste parti. Si tratta di una situazione simile a quella di Taiwan, anche se il Vietnam gode di qualche altro vantaggio rispetto all’isola contesa da Pechino. Innanzitutto, la congiuntura economica molto più favorevole rispetto a quella di Taipei. Ma c’è anche un importante aspetto politico. Il Vietnam, infatti, non è coinvolto in nessuna situazione di tensione politica né con la Cina né con altri paesi limitrofi. E questo non può che favorire ancora di più lo sviluppo della presenza straniera.
La scena tech
Il governo vietnamita, tra l’altro, punta molto sull’innovazione e ha disposto numerosi incentivi finanziari per le startup tecnologiche. E investe molto anche sull’istruzione digitale, con l’intenzione di preparare una generazione alla svolta tecnologica. Secondo un piano firmato nel 2012 dall’allora primo ministro Nguyen Tan Dung, entro il 2020 il 45% del prodotto interno lordo vietnamita dovrebbe essere composto da prodotti hi tech. Un piano ambizioso, al quale collaborano non solo le tante startup locali ma anche colossi internazionali come Intel, Samsung, Nokia, LG che stanno investendo in maniera massiccia nel Paese. Molti di questi big stanno spostando risorse economiche e operative dalla Cina al Vietnam. Investimenti massicci, d’altra parte, stanno arrivando anche dalla stessa Pechino. Alibaba, per esempio, ha recentemente piazzato due miliardi di dollari in Lazada Group, il principale attore dell’e-commerce in Vietnam, ormai pronto a entrare di diritto nella mappa dei Paesi più tech al mondo. Non a caso la Cnn ha inserito Ho Chi Minh City nella top ten delle migliori città emergenti in cui lanciare una startup.