Il centro di ricerca della startup della pasta fresca sorge a un passo da Milano. Si sperimenteranno nuove tecniche di produzione e si lavorerà a contatto con i produttori per promuovere un modello di alimentazione sostenibile
Dopo 2 anni, 7 ristoranti, 70 mila ospiti accolti ogni mese e 200 persone che sono parte della azienda, la startup della pasta fresca Miscusi crea, a Giussago sorridente località tra Pavia e Milano, la Miscusi Farm con il compito di controllare l’intera filiera Miscusi, dalle materie prime al pacchero tricolore, limitando l’impatto ambientale e continuando a percorrere la strada della sostenibilità alimentare.
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Ma non sarà solo questo: diventerà un centro di ricerca e sviluppo sui temi dell’agroalimentare e della sostenibilità, oltre che di produzione di alcuni prodotti di punta. Un luogo in cui incontrarsi, imparare, condividere idee e, ovviamente, mangiare un piatto di pasta. Al primo piano, infatti, ci sarà anche un miscusi sperimentale e più agrituristico, che servirà chi lavora lì intorno e consentirà di testare le nuove squadre, prima delle nuove aperture.
Sito Miscusi
Il progetto Miscusi Farm
Il nuovo progetto Miscusi Farm trova casa all’interno di Neorurale Hub, laboratorio naturale per lo sviluppo di soluzioni innovative e sostenibili con sede a Giussago in provincia di Pavia, proprietà della famiglia Natta e guidato dal CEO Piero Manzoni. All’interno del parco di Neorurale Hub la natura ha potuto rigenerarsi dai danni causati dalle attività umane. In 20 anni i terreni acquistati dalla famiglia Natta, nei quali sono stati fatti interventi di ripristino della biodiversità, hanno mostrato come la natura sia stata capace di tornare alle condizioni dell’anno 1000 contribuendo ad aumentare la fertilità del suolo per accrescere lo stoccaggio di CO2, riutilizzare i rifiuti urbani per aumentare la materia organica dei suoli coltivando così cibo migliore e più sano.
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L’Innovation Center Giulio Natta
NeoruraleHub è anche 1700 ettari di terreno scelti per migliorare il “deserto agricolo” dell’Italia settentrionale, dove la terra è sfruttata in modo intensivo per produrre cibo senza lasciare spazi rilevanti per animali e flora. Negli anni sono stati piantati circa 1,8 milioni di alberi e sono state create zone umide e di filtraggio per la protezione del suolo e la depurazione delle acque.
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Alla natura è stato permesso di ricominciare, dimostrando che la biodiversità può essere ricreata anche laddove le attività umane e l’urbanizzazione l’hanno ridotta per decenni. In pochi anni la natura può recuperare i danni creati nei secoli tanto che, ad oggi, i terreni di NeoruraleHub sono tornati all’anno 1000 d.C. in termini di biodiversità, mentre la fertilità è cresciuta del +153%.
Sito Miscusi
La Dieta Mediterranea al centro
La miscusi farm nasce da una domanda: come daremo da mangiare in modo sostenibile a 10 miliardi di persone nei prossimi 30 anni?
Le previsioni stimano che entro il 2050 ci saranno circa 3 miliardi di bocche in più da sfamare. Questo significa domandarci se lo stile di vita che oggi conduciamo ci faccia stare bene e sia, sul medio-lungo periodo, sostenibile. Oggi si parla molto di cambiamento climatico e di abuso di plastica, mentre si parla meno di agricoltura, cibo e sovrappopolamento.
La risposta alle nostre domande sul futuro è la Dieta Mediterranea.
Un futuro Mediterraneo, uno stile di vita fatto di condivisione, ospitalità, dialogo, creatività, diversità e mangiar sano. E’ questo l’obiettivo del nuovo centro di ricerca e sviluppo di Miscusi.
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Dieta Mediterranea significa mettere al centro della propria tavola la pasta, i cereali, le verdure, l’olio d’oliva e un buon bicchiere di vino; significa tornare a imparare dalla terra, dai suoi ritmi e dai suoi frutti. Affrontare i prossimi trent’anni di forte aumento della popolazione e diminuzione delle risorse del nostro pianeta, significa “imitare la natura e la sua straordinaria evoluzione invece di scontrarsi con lei creando un mondo invivibile, in primis per noi stessi”.
Sito Miscusi
“La sostenibilità della Dieta Mediterranea è data dal fatto che, oltre ad essere la più sana dal punto di vista nutrizionale, prevede un elevato consumo di verdura, legumi, frutta fresca e secca, olio d’oliva e cereali, un moderato consumo di pesce e prodotti caseari e un ancora più moderato consumo di carne (che si trova in cima alla classifica degli alimenti più inquinanti, responsabile del 12% delle emissioni totali di gas serra) e dolci”.
Per unione, condivisione, sostenibilità e qualità l’UNESCO, nel 2010, ha inserito la Dieta Mediterranea tra i Patrimoni Intangibili dell’Umanità; la FAO tra i modelli agroalimentari più sostenibili del pianeta e l’Organizzazione Mondiale della Sanità la considera uno dei regimi nutrizionali più salutari per l’essere umano.