Come dedicare una domenica d’estate a imparare il coding con bambini da 7 anni in su ed essere felici
Quando ho iniziato a programmare avevo 9 anni ed era qualcosa davvero di nicchia. C’era una sola scuola in Toscana che permetteva di impararne le basi e veniva considerata “strana” (non so quante volte mi sono sentito ripetere “come mai non studi materie vere, come chimica o elettronica?”)
Oggi, se ci guardiamo intorno, nelle nostre scuole, al lavoro ed ormai in ogni ambito, siamo immersi nel software ed i programmatori sono aumentati moltissimo di numero, anche se ce ne sarebbe bisogno di molti di più, anche in Italia, dove abbiamo paradossalmente una disoccupazione altissima.
Tutti sanno cos’è un’app, ma pochi hanno un’idea seppur vaga di come funziona, di quali dati gestisce, a chi li invia – con tutti i rischi connessi alla privacy. Tutti hanno ben presente il termine “open source”, ma lo usano quasi sempre a sproposito, confondendolo spesso con “gratis”, senza tener conto che quasi nessuna delle app che hanno felicemente installato sul proprio iphone lo è.
Scratch nasce al MIT nel 2003 da Seymour Papert e AlanKay con un finanziamento di ricerca della National Science Foundation, in collaborazione con diverse altre università statunitensi. L’autorità scientifica principale dietro Scratch, Mitch Resnick, parla degli obiettivi di Scratch in questi termini: