L’Istituto Comprensivo 9 di Bologna ha innovato la didattica e inserito videoproiettori, aule digitali e wi-fi in tutte le classi. «Per prima cosa, però, abbiamo pensato a formare i docenti»
C’è chi, grazie al nuovo piano digitale, proverà a diventare una scuola 2.0 e chi è già oltre i piani del ministero dell’Istruzione con classi 3.0 dove non solo i libri cedono il posto ai tablet, ma ogni aula è dotata di una lavagna multimediale e ogni spazio della scuola, come se fossimo in Islanda, è connesso con il wireless. Accade a Bologna, all’Istituto Comprensivo 9 “Guercino”: il futuro in questo istituto presieduto da una dirigente altrettanto innovativa, Giovanna Cantile, corre tra i banchi di scuola. Da quest’anno ancor più con l’entrata in scena dell’aul@ 3.0: addio ai banchetti di legno, alla lezione frontale, ai testi cartacei, all’alunno che ascolta e studia a casa.
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La rivoluzione targata “IC9” ha portato in classe le stampanti 3D, il banco interattivo, il videoproiettore retroilluminato. C’è persino un’agorà, dove i ragazzi diventano protagonisti, salgono sul “palco” della classe e spiegano agli altri compagni gli esiti di una ricerca, i risultati raggiunti grazie all’uso della tecnologia. Basta mettere piede in questa media bolognese per capire quanto lavoro ci sia dietro questo obiettivo raggiunto.
Lo sa bene la dirigente: “Siamo una scuola che ha costruito nel tempo. Siamo partiti con l’acquisto delle Lim. Abbiamo partecipato al progetto classi 2.0 ricevendo dei finanziamenti.
Era nostro obiettivo quello di dare ad ogni aula gli strumenti per fare una didattica innovativa.
Lo abbiamo fatto con tutti i soggetti, anche con i genitori. Ma non solo. Dal ministero abbiamo avuto 50 mila per realizzare quest’aula e altri due spazi alla scuola primaria. Abbiamo ripensato i nostri spazi”. La media del comprensivo 9 è anche capofila di 22 scuole italiane che partecipano al movimento, promosso da Indire, per la diffusione delle esperienze più significative di innovazione organizzativa-didattica. “Con la class@ 3.0 – spiega Cantile – è cambiato l’ambiente, la relazione tra i docenti. All’interno di questo spazio che si compone di tante aree c’è la possibilità di lavorare in piccoli gruppi, singolarmente o condividendo con più gruppi la lezione. Non abbiamo solo messo dei tavoli a trapezio per cambiare l’aula ma abbiamo cambiato metodo: l’insegnante lavora in maniera diversa rispetto alla solita lezione”.
Niente libro di geografia e sperimentazioni di classe capovolta
Una rivoluzione che giorno per giorno viene portata avanti da tutta la comunità scolastica: oggi quasi tutte le 51 classi hanno una lavagna multimediale. C’è persino nell’aula docenti e ben presto verrà installata anche all’infanzia. La geografia non è più insegnata con il libro alla scuola media e i ragazzi stanno sperimentando la flipped classroom. La dirigente si stupisce della domanda: “Come ha convinto i docenti a diventare 3.0?”. La risposta traccia la strategia della scuola: “Gli insegnanti hanno avuto la libertà di scegliere come fare lezione: pensi al registro elettronico, non è mai stata una forzatura. I professori hanno compreso da soli che era uno strumento per agevolare il loro lavoro ed essere trasparenti. La formazione è stata l’arma vincente: chi entra in questa scuola sente il bisogno di formarsi. Condividiamo in una piattaforma tutti i contenuti. Partiamo da qui per cambiare il nostro modo di far lezione e far star meglio i nostri ragazzi”.
La nascita dell’aula 3.0 dell’IC9 in questo video:
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