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Ospite del penultimo incontro de L’età ibrida, la giornalista è Founder di Constructive Network
Il percorso de L’età ibrida, il ciclo di incontri promosso dalla Camera di Commercio Milano Monza Brianza Lodi, ha espresso tante idee sul valore delle parole, della creatività e della comunicazione. Rivolta alle imprese del territorio, la rassegna ha ospitato professionisti di varia estrazione, dal marketing al giornalismo, per suggerire spunti su un cambio di paradigma imposto dall’epoca in cui viviamo. Come si può restare sul mercato sfruttando linguaggi più o meno nuovi? «Il 2020 ci ha obbligati a trasformare tutto – ha spiegato Assunta Corbo, relatrice di questa penultima puntata de L’età ibrida, giornalista, Founder di Constructive Network e autrice di Empatia digitale – ha velocizzato qualcosa che era in divenire. In questi mesi abbiamo costruito una nuova relazione con il digitale». Digitale che, come più volte spiegato dai curatori Paolo Iabichino e Marisandra Lizzi, non è soltanto tecnologia, ma anche nuova abitudine mentale.
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Startup: l’umanizzazione del digitale
Prima dell’intervento di Assunta Corbo, L’età ibrida ha accolto due ospiti dal mondo delle startup per anticipare alcuni dei temi chiave di quella che è stata definita una umanizzazione dell’e-commerce e del digitale. Un processo necessario per animare proprio quell’empatia che sul web si rischia di disperdere. Camilla Archi, founder di Bella Dentro, ha raccontato come si può fare impresa vendendo la frutta e la verdura giudicata brutta, almeno secondo i canoni che pubblicità e GDO ci suggeriscono da sempre. «Compriamo dagli agricolotori proprio quei prodotti che non riescono a mettere sul mercato e da anni li rivendiamo a Milano, per dimostrare che questi scherzi della natura sono buoni e sani nonostante l’aspetto».
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Buoni dentro e buoni fuori, perché questi prodotti vengono lavorati in un laboratorio curato dall’Officina Coop Sociale di Codogno, che dà impiego a ragazzi affetti da autismo e altri problemi cognitivi. Più volte si è toccato il tema del racconto del prodotto durante L’età ibrida, nell’ambito del programma per l’innovazione dell’imprese del territorio Punto Impresa Digitale. «Le persone sempre di più verranno in negozio per il contatto e il confronto», ha concluso Archi. Un confronto che, mentre restano in vigore le limitazioni anticontagio, può essere comunque umanizzato grazie al digitale.
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La storia di ShopCall, già raccontata da StartupItalia, è stata introdotta da Roberto Murgia, ideatore di uno strumento che tira su la saracinesca ora che le circostanze hanno imposto chiusure per far fronte all’emergenza sanitaria. Tutto grazie a videochiamate che permettono ai negozianti e non solo di vendere e entrare in contatto con i clienti da un semplice sito. «Il catalogo non esiste più – ha spiegato Murgia – con questa vetrina online il commerciante instaura una relazione stretta e nuova con le persone. E le storie sono tante. Ne cito due: un gelataio che inquadra panettoni e cioccolatini e ascolta le richieste dei clienti; un produttore di capperi che riceve le persone con videochiamate nella sua serra e mostra come lavora».
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Assunta Corbo: di chi sono le parole?
Con questo bagaglio di riflessioni, che testimoniano l’impegno da parte di molti commercianti e professionisti nell’utilizzare nuovi linguaggi, Assunta Corbo ha proposto le proprie sull’importanza delle parole in ogni circostanza. «Ora che siamo tutti collegati sul web – ha detto – il rischio è dimenticarci di chi riceve il messaggio. Ecco perché credo serva empatia digitale. Nel libro elenco quelli che secondo me sono gli otto valori da tenere sempre a mente quando si comunica». Giornalista di formazione, Corbo ha specificato che online non ci sono più barriere: «Siamo tutti comunicatori e per questo dobbiamo sempre chiederci se siamo consapevoli di quel che scriviamo o trasmettiamo».
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Come già spiegato nell’intervento di Vera Gheno, in cui la linguista sottolineava quanto fosse importante il sentirsi responsabili di quel che si dice – “sapresti affrontare tutte le conseguenze di quello che stai comunicando?” – allo stesso modo Assunta Corbo ha portato la propria esperienza di free lance. «Il giornalismo costruttivo, che noi pratichiamo, ha la cultura della complessità. Perché il lettore ne ha bisogno. Un altro aspetto fondamentale del nuovo paradigma riguarda l’autenticità: oggi è quello che più viene richiesto quando si comunica».