Un progetto innovativo per avvicinare i più piccoli a nuove competenze. Succede in Abruzzo.
Si chiama “Scuola internazionale” e tradotta nella pratica è una scuola dove l’inglese lo si fa sul serio già a tre anni così anche l’insegnamento della robotica, l’apprendimento di materie tecnologiche ed artistiche. Chi l’ha detto, infatti, che i bambini di tre anni devono solo cimentarsi con l’italiano?
All’istituto comprensivo “Silone” di Montesilvano in Abruzzo nei giorni scorsi è stata presentata a circa 200 interessati genitori la scuola “internazionale”. Un’idea della preside Roberta Martorella che ha spiegato il progetto: “La scuola internazionale è un percorso che può essere inquadrato nell’ambito di una particolare strategia di potenziamento di tre delle otto competenze chiave di cittadinanza attiva, definite dall’Unione Europea: il rafforzamento della comunicazione nella madrelingua e in lingua inglese; lo sviluppo del pensiero computazionale e l’asse del pensiero logico-matematico; la crescita; il senso d’iniziativa e la capacità imprenditiva, attraverso il ricorso a metodologie che rendono l’allievo protagonista nei processi di apprendimento”. Il programma si sviluppa in un’ottica di curricolo verticale, dall’età di tre anni, nella scuola dell’infanzia, fino all’ultimo anno di scuola secondaria di secondo grado. Nello specifico, il progetto riguarda il potenziamento del curricolo in ambito linguistico, scientifico e metodologico nei tre ordini di scuola per l’insegnamento bilingue.
Le competenze da potenziare
A partire dalle Indicazioni Nazionali MIUR del 2012 e dalle azioni di accompagnamento del 2018, basate sulla metodologia denominata Content Language Integrating Learning, le competenze da potenziare saranno diverse. In ambito linguistico, a partire dalla lingua madre, si consentirà alle alunne e agli alunni partecipanti al Progetto di apprendere con successo le discipline coinvolte sia in lingua italiana e sia in lingua inglese o altra lingua straniera, studiata per almeno un quinquennio.
In ambito scientifico, verranno favoriti lo sviluppo dei processi logico-matematici e delle competenze digitali, anche attraverso il pensiero computazionale e la robotica educativa mentre in ambito metodologico, si promuoveranno curricoli verticali. L’insegnamento per compiti di realtà, la progettazione didattica per competenze, lo sviluppo delle otto competenze chiave per l’apprendimento permanente, in particolare il senso di iniziativa e di imprenditorialità, e le abilità trasversali utili in una società in rapida evoluzione saranno le fondamenta del progetto.
Entusiasta soprattutto la preside che abbiamo sentito: “A tre anni potenzieranno l’inglese. Anziché iniziarlo a 5 anni cominceranno a 3 con mini recite canzoncine. Abbiamo una docente con certificazione C2, il grado più alto, sarà lei ad occuparsi del corso di inglese. Mentre per quanto riguarda la robotica puntiamo allo sviluppo delle capacità logiche che permettono ai bambini di scomporre un compito difficile legato alla loro età in piccoli passi. Solitamente usiamo dei robot che il bambino deve programmare. I bambini creano una pedana a terra e devono far arrivare il robot dal punto A al punto B evitando gli ostacoli. Questo permette al bambino di programmare le proprie decisioni in previsione del raggiungimento di uno scopo. Questa è la robotica educativa. Sono tutte attività che permettono lo sviluppo del pensiero divergente, critico e computazionale”.