“Giochi filosofici. Sfide all’ultimo pensiero per bambini coraggiosi”, l’ultimo libro di Luca Mori è dedicato ai bambini delle elemetari. Ce lo siamo fatti raccontare
Chissà che avrebbero detto Platone o Aristotele, Cartesio o Eraclito nel vedere i bambini del 2000 parlare di filosofia. Sì perché Luca Mori che progetta e conduce laboratori di filosofia in tutt’Italia è capace di portare le grandi domande anche a loro, anche ai più piccoli.
E’ il filosofo dei bambini o meglio il filosofo che sa parlare ai bambini di “cose” che si pensano debbano appartenere solo ai grandi. A dimostrarci che non è così è proprio Mori grazie ad un libro: “Giochi filosofici. Sfide all’ultimo pensiero per bambini coraggiosi”, un testo edito dalla Erickson che accompagna i bambini tra gli otto e i dieci anni a riflettere su diverse tematiche relative ai fenomeni naturali , all’essere umano, al linguaggio e al ragionamento.
15 problemi filosofici
Mori ci fa riflettere sull’importanza di abituare i bambini al pensiero e al ragionamento filosofico già a partire dalla scuola primaria. Il percorso propone 15 problemi ispirati alla storia della filosofia. Con questo libro i bambini hanno la possibilità di cimentarsi in piccole-grandi sfide che li porteranno a esercitare il pensiero ipotetico-deduttivo e a potenziare le competenze chiave trasversali alle diverse materie scolastiche. I piccoli pensatori hanno così a che fare con le grandi questioni che riguardano la natura, la filosofia dell’essere umano e del linguaggio. Può capitare allora di partire a ragionare su una frase di Eraclito come “Non possiamo scendere due volte nello stesso fiume”. Una frase apparentemente incomprensibile alla quale il filosofo aggiunse che “qualsiasi cosa muta e scorre, continuamente e incessantemente, come un fiume” per chiarire meglio il concetto.
A questo punto Mori non si ferma, non s’arresta ma riporta nel libro il punto di vista dei bambini dopo che hanno avuto a che fare con Eraclito: “Attorno ai nove anni – scrive Mori – una bambina non si lascia convincere dalla tesi di Eraclito: “Non è proprio così: nello stesso fiume si può scendere due volte. Non è che ci vai una volta. Puoi farlo anche tantissime volte”. C’è pero, sempre a quell’età, chi condivide il ragionamento del filosofo e tenta di rispiegarlo ai suoi compagni con parole sue: “Il fiume scorre e l’acqua dove ti puoi tuffare è sempre diversa”. Altri però ribadiscono che “il fiume rimane lì, cambia solo l’acqua”. Così accade con le “città ideali”, la “kallipolis” di Platone e “Utopia”l’isola dell’inglese Tommaso Moro. Il “nostro” autore a questo punto suggerisce di viaggiare in Italia alla scoperta delle utopie immaginate dai bambini tra i cinque e gli undici anni chiedendo loro di elaborare insieme le condizioni necessarie e sufficienti per realizzare un luogo in cui gli esseri umani potrebbero vivere bene, riducendo in modo significativo i motivi di dolore che devono imputare innanzitutto a se stessi e alle proprie decisioni.
L’intervista
Luca Mori è senz’altro la persona giusta da incontrare per capire quanto e come parlare di filosofia ai più piccoli. Come è nato questo libro ad esempio?
Il libro nasce da un’esperienza iniziata nel 2005. L’idea con la quale sono andato a lavorare con i bambini era cercare nella storia della filosofia le domande che possono essere interessanti anche per loro. Ogni capitolo è corredato da frasi dei filosofi ma ad esempio anche da quello che dicono i bambini.
Non dev’essere semplice presentare delle tesi, degli interrogativi così complessi a dei ragazzini di otto- nove anni.
Ho evitato ogni posizione frontale, non sono il docente che insegna. Ho portato degli interrogativi che poi hanno ripreso e portato a livelli differenti. Il filosofo li ha aiutati a pensare . Attorno al tema dell’utopia ci sono livelli di comprensione diversi.
Ma ci dica la verità secondo lei la scuola è pronta a fare questo salto?
Gli insegnanti che mi invitano sono già incuriositi. Non manca la diffidenza all’idea di portare la filosofia nella scuola primaria. Eppure c’è entusiasmo quando i bambini toccano con mano le idee di Platone o di Eraclito.
Lei introdurrebbe l’ora di filosofia alla scuola primaria?
E’ un punto critico. Qui si apre un campo molto complesso e dibattuto. Probabilmente l’introduzione di una materia rischierebbe di irreggimentare una disciplina. L’ora rischierebbe di uniformare e non dare i risultati che si vedono nelle classi in cui si lavora. Ho paura dei rischi che ci potrebbero essere a istituire un’ora di filosofia alla scuola primaria.
Eppure può essere molto utile non solo ai licei.
Certo. Tutto dipende dal modo con cui la si affronta. Alle scuola secondaria di secondo grado bisognerebbe andare oltre i licei arricchendo il modo con cui la si fa, con un approccio diverso arrivare anche alle scuole professionali, ai tecnici. Alle medie la filosofia aiuterebbe gli adolescenti in un periodo difficile della loro vita. La filosofia potrebbe dare occasione di riflessione. Va aperta una riflessione su questo fronte ad ogni grado. Dobbiamo capire ma intanto non dimentichiamo esperienze come quelle che già sono in atto.